Un recente studio, pubblicato su Circulation: Cardiovascular Quality and Outcomes, afferma che l’incidenza e la mortalità delle malattie autoimmuni – soprattutto il lupus eritematoso, la sclerosi multipla e l’artrite reumatoide – interessa molto di più le donne rispetto agli uomini.
Scopriamo cosa dice la ricerca.
Il rischio cardiovascolare delle donne
L’indagine scientifica ha analizzato le cause di morte di più di 280 mila persone con malattie autoimmuni – nel corso di oltre 20 anni – di cui 127 mila legate a malattie cardiovascolari.
Queste, osservate negli Stati Uniti tra il 1999 e il 202, hanno evidenziato un aumento del 50% del tasso di mortalità femminile.
I dati emersi, infatti, sottolineano una variazione della mortalità nei pazienti osservati, soprattutto per coronaropatie e ictus.
Nello specifico, circa due donne ogni 100 mila vengono a mancare a causa di problemi cardiovascolari – per quanto riguarda il sesso maschile, invece, la mortalità è di 1 ogni 100 mila.
Inoltre, il tasso di mortalità di alcuni eventi cardiovascolari, come aritmie e arresti cardiaci, sono molto più elevati nelle donne (se si guarda solo all’artrite reumatoide, le donne muoiono tre volte più degli uomini).
Il dato, però, non sorprende: un’altra ricerca, in passato, aveva sottolineato lo stretto legame tra malattie autoimmuni e rischio cardiovascolare – dal momento che i processi infiammatori legati a questi disturbi e l’utilizzo di alcune terapie favoriscono processi aterosclerotici che peggiorano la salute vascolare dei soggetti.
Prevenzione mirata e diagnosi precoce
Uno degli autori principali dello studio, il Dr. Heba S. Wassif, afferma l’importanza di individuare e affrontare precocemente i fattori di rischio cardiovascolare al momento della diagnosi e periodicamente.
Man mano che comprendiamo più a fondo il ruolo dell’infiammazione nelle malattie cardiovascolari – afferma – dobbiamo tradurre questa conoscenza in strategie di prevenzione mirate per ridurre i decessi correlati alle malattie cardiovascolari nelle donne con malattie infiammatorie immuno-mediate. I soggetti di sesso femminile hanno da 2 a 9 volte più probabilità di svilupparle rispetto agli uomini.
Il messaggio finale che fornisce la ricerca in questione, è la necessità di prestare più attenzione alla salute cardiovascolare in chi soffre di malattie autoimmuni, soprattutto nelle donne.