Malattie autoimmuni, allarme donne: mortalità doppia rispetto agli uomini

Mattia Zamboni | Autore e divulgatore esperto in salute, nutrizione e psicologia applicata al benessere quotidiano
A cura di Mattia Zamboni
Autore e divulgatore esperto in salute, nutrizione e psicologia applicata al benessere quotidiano

Ultimo aggiornamento – 16 Maggio, 2025

Una donna che parla con un medico all'interno di uno studio

Un recente studio, pubblicato su Circulation: Cardiovascular Quality and Outcomes, afferma che l’incidenza e la mortalità delle malattie autoimmuni – soprattutto il lupus eritematoso, la sclerosi multipla e l’artrite reumatoide – interessa molto di più le donne rispetto agli uomini.

Scopriamo cosa dice la ricerca.

Il rischio cardiovascolare delle donne

L’indagine scientifica ha analizzato le cause di morte di più di 280 mila persone con malattie autoimmuni – nel corso di oltre 20 anni – di cui 127 mila legate a malattie cardiovascolari.

Queste, osservate negli Stati Uniti tra il 1999 e il 202, hanno evidenziato un aumento del 50% del tasso di mortalità femminile.

I dati emersi, infatti, sottolineano una variazione della mortalità nei pazienti osservati, soprattutto per coronaropatie e ictus.

Nello specifico, circa due donne ogni 100 mila vengono a mancare a causa di problemi cardiovascolari – per quanto riguarda il sesso maschile, invece, la mortalità è di 1 ogni 100 mila.

Inoltre, il tasso di mortalità di alcuni eventi cardiovascolari, come aritmie e  arresti cardiaci, sono molto più elevati nelle donne (se si guarda solo all’artrite reumatoide, le donne muoiono tre volte più degli uomini).

Il dato, però, non sorprende: un’altra ricerca, in passato, aveva sottolineato lo stretto legame tra malattie autoimmuni e rischio cardiovascolare – dal momento che i processi infiammatori legati a questi disturbi e l’utilizzo di alcune terapie favoriscono processi aterosclerotici che peggiorano la salute vascolare dei soggetti.

Prevenzione mirata e diagnosi precoce

Uno degli autori principali dello studio, il Dr. Heba S. Wassif, afferma l’importanza di individuare e affrontare precocemente i fattori di rischio cardiovascolare al momento della diagnosi e periodicamente.

Man mano che comprendiamo più a fondo il ruolo dell’infiammazione nelle malattie cardiovascolari – afferma – dobbiamo tradurre questa conoscenza in strategie di prevenzione mirate per ridurre i decessi correlati alle malattie cardiovascolari nelle donne con malattie infiammatorie immuno-mediate. I soggetti di sesso femminile hanno da 2 a 9 volte più probabilità di svilupparle rispetto agli uomini.

Il messaggio finale che fornisce la ricerca in questione, è la necessità di prestare più attenzione alla salute cardiovascolare in chi soffre di malattie autoimmuni, soprattutto nelle donne.

Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
Contenuti correlati
mano tiene bicchiere di acqua
Bere poco cambia davvero il modo in cui il corpo reagisce allo stress?

Uno studio britannico rivela che chi beve meno di 1,5 litri di liquidi al giorno mostra una risposta allo stress più intensa. Un nuovo legame tra idratazione e salute da non sottovalutare.