Cancro: quanto sport serve per ridurre il rischio di morte? Cosa rivela lo studio

Alessandra Familari | Autrice e divulgatrice informazione sanitaria

Ultimo aggiornamento – 10 Novembre, 2025

Una donna che fa sport.

Fare sport può salvare la vita? Secondo una ricerca pubblicata su JAMA Oncology e ripresa dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM), praticare attività fisica può ridurre del 31% il rischio di morte per tumore. Un'evidenza che senza dubbio riposiziona una lente d'ingrandimento sul problema della sedentarietà in Italia, dove più di 20 milioni di persone non praticano alcuna attività fisica.

Ma quanto sport é necessario per trarre beneficio? Vediamo cosa ha scoperto la ricerca scientifica più aggiornata.

Tumori,  30 minuti di sport fanno la differenza? Lo studio

Il lavoro, pubblicato su JAMA Oncology, ha analizzato i dati di 8.002 adulti statunitensi di età media 70 anni, monitorati per oltre cinque anni attraverso accelerometri. L’obiettivo era valutare l’impatto del tempo trascorso seduti sul rischio di mortalità oncologica.

I risultati sono stati chiari: sostituire 30 minuti di tempo sedentario con attività moderata o vigorosa - come camminare a passo sostenuto, nuotare o pedalare - riduceva del 31% il rischio di morire di cancro

Anche sostituire quel tempo con movimenti più leggeri, come camminare lentamente o svolgere piccole attività quotidiane, portava benefici, con una riduzione del rischio dell’8%.

Lo studio, di tipo osservazionale, non prova un rapporto diretto di causa-effetto, ma rafforza evidenze già note: la sedentarietà è un fattore di rischio indipendente per molte malattie croniche, inclusi diversi tipi di tumore.


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Ma perché l’attività fisica protegge dal cancro? Facciamo chiarezza.

L’esercizio fisico non si limita a “bruciare calorie”: produce effetti complessi su tutto l’organismo, con un impatto diretto sui processi che favoriscono la comparsa dei tumori. In particolare:

  • riduce l’infiammazione cronica e lo stress ossidativo;
  • migliora la sensibilità all’insulina e la regolazione ormonale;
  • limita l’accumulo di grasso viscerale, legato a un maggiore rischio oncologico;
  • rinforza il sistema immunitario e la salute cardiovascolare.

Gli oncologi italiani sottolineano che le neoplasie più influenzate dalla sedentarietà sono quelle della mammella, del colon-retto, dell’endometrio, del rene, della vescica, dello stomaco e dell’esofago.

In tutti questi casi, l’attività fisica regolare contribuisce sia a prevenire l’insorgenza del tumore, sia a migliorare la sopravvivenza nei pazienti già in trattamento.

Fare sport aiuta chi ha il cancro: ecco i benefici

Durante il Congresso nazionale AIOM, gli oncologi hanno lanciato un avviso che dovrebbe smuoverci tutti: l’Italia resta un Paese sedentario.

“Lo sport interviene positivamente sui meccanismi di patogenesi di molte neoplasie - ha spiegato Massimo Di Maio, presidente eletto AIOM  ma i cittadini ancora si muovono troppo poco”.

Oltre alla popolazione generale, anche chi ha già ricevuto una diagnosi oncologica è spesso inattivo: solo il 4% dei pazienti segue le raccomandazioni dei medici in materia di attività fisica. Eppure, i benefici sono evidenti:

  • miglioramento della forza muscolare e della densità ossea;
  • maggiore resistenza cardiovascolare;
  • riduzione della fatica cronica e degli effetti collaterali delle terapie;
  • incremento del benessere psicologico e della qualità di vita.

Per sensibilizzare la popolazione, AIOM e Fondazione AIOM – in collaborazione con AIRC e la Società Italiana di Radiologia Medica – hanno partecipato al Tour Mediterraneo della nave scuola Amerigo Vespucci, portando in cinque porti italiani un messaggio chiaro: la prevenzione inizia dal movimento.

Tumori e sport: muoversi è il primo gesto di prevenzione

Contrastare la sedentarietà non significa diventare atleti. Gli esperti ricordano che bastano piccoli gesti quotidiani per fare la differenza.

Vediamo quali:

  • camminare invece di usare l’auto per brevi tragitti;
  • preferire le scale all’ascensore;
  • alzarsi spesso durante le ore di lavoro al computer;
  • dedicare tempo a sport o attività all’aperto.

Al movimento si affiancano altre regole di prevenzione, legate allo stile di vita, che non sono in alcun modo da sottovalutare: non fumare, limitare l’alcol, seguire una dieta equilibrata, mantenere il peso forma e aderire agli screening per i tumori del seno e del colon-retto.

La ricerca conferma che lo sport è una vera terapia preventiva. In un Paese dove milioni di persone restano sedute per gran parte della giornata, il movimento è il farmaco gratuito più potente che abbiamo per vivere più a lungo.


Fonti:

JAMA Oncology - Association of Sedentary Behavior With Cancer Mortality in Middle-aged and Older US Adults


Alessandra Familari | Autrice e divulgatrice informazione sanitaria
Scritto da Alessandra Familari | Autrice e divulgatrice informazione sanitaria

Dopo gli studi in Lettere Moderne, ed esperienze giornalistiche si è specializzata in divulgazione su tematiche come salute del cervello, alimentazione e attività fisica, si occupa di informazione scientifica con un approccio rigoroso e multidisciplinare. Su Pazienti.it firma articoli dedicati ai legami tra nutrizione, sport e benessere mentale, evidenziando come le scelte quotidiane possano influire sulla salute del corpo e della mente. Tra i temi affrontati: il ruolo dell’attività fisica nella prevenzione delle malattie cardiovascolari e neurodegenerative; la connessione tra alimentazione e funzioni cognitive; i meccanismi attraverso cui il movimento migliora l’umore, la memoria e la qualità del sonno. La sua scrittura unisce evidenza scientifica, chiarezza comunicativa e orientamento pratico: ogni articolo invita il lettore a comprendere meglio come allenare non solo il corpo, ma anche il cervello. Il suo obiettivo è promuovere una cultura del benessere integrato, fondata su consapevolezza, conoscenza e prevenzione quotidiana. .

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