Malattia renale cronica: la dieta povera di proteine migliora la salute e riduce il rischio di dialisi

Alessandra Familari | Editor

Ultimo aggiornamento – 08 Settembre, 2025

Una nutrizionista mostra un cesto di verdure.

Una dieta a basso contenuto proteico può rallentare la progressione della malattia renale cronica e ridurre il ricorso alla dialisi. Lo conferma una nuova indagine dell’Associazione Nazionale Emodializzati Dialisi e Trapianto (Aned), secondo cui l’adozione della terapia nutrizionale conservativa potrebbe generare risparmi fino a 420 milioni di euro in dieci anni per il Sistema Sanitario Nazionale. Nonostante ciò, l’80% dei pazienti non viene informato di questa possibilità.

Perché ridurre le proteine nella malattia renale cronica

La malattia renale cronica (MRC) è una condizione che interessa circa il 6% della popolazione italiana. 

Quando i reni perdono gradualmente la loro funzione, l’organismo non è più in grado di eliminare in modo efficace le sostanze di scarto e di mantenere l’equilibrio dei liquidi e dei sali minerali. 

Nei casi più avanzati, l’unica opzione rimane la dialisi o il trapianto.

La terapia nutrizionale conservativa, che prevede un regime alimentare con un ridotto apporto di proteine associato a supplementi specifici (chetoanaloghi degli amminoacidi), si è dimostrata utile per rallentare la progressione della malattia.

Questo approccio consente di:

  • ridurre la produzione di scorie azotate, alleggerendo il lavoro dei reni;
  • mantenere un buon equilibrio nutrizionale, evitando carenze;
  • ritardare di anni l’ingresso in dialisi, migliorando la qualità di vita;
  • diminuire i costi sanitari legati ai trattamenti sostitutivi.

Nonostante l’efficacia scientificamente documentata, secondo Aned ben l’80% dei pazienti con malattia renale cronica non ha mai ricevuto indicazioni dettagliate su questa strategia dietetica.

Dialisi e spesa sanitaria: è anche una questione economica

L’aspetto economico della gestione della malattia renale cronica è cruciale. 

Un singolo paziente in dialisi costa al Sistema Sanitario Nazionale circa 50.000 euro all’anno. In Italia i dializzati sono circa 50.000, pari allo 0,1% della popolazione, ma assorbono da soli 2,5 miliardi di euro l’anno, ossia il 2% delle risorse sanitarie complessive.

Al contrario, un protocollo nutrizionale ipoproteico con supplementi a base di chetoanaloghi ha un costo annuo di circa 1.200 euro. La differenza è evidente: la spesa è oltre 40 volte inferiore rispetto alla dialisi.

Secondo l’indagine pubblicata sul Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi:

  • se la dieta ipoproteica fosse adottata da un ulteriore 40% dei pazienti, si risparmierebbero 33 milioni di euro in soli due anni;
  • i risparmi salirebbero a 210 milioni di euro entro i primi cinque anni;
  • in un orizzonte decennale, il beneficio economico raggiungerebbe i 420 milioni di euro.

Antonio Santoro, direttore del comitato scientifico Aned, sottolinea che "con una spesa molto più contenuta si può migliorare la qualità di vita di migliaia di persone e, al tempo stesso, alleggerire in maniera significativa i conti pubblici".

Malattia renale cronica e dieta senza proteine: una risorsa concreta?

Nonostante i dati incoraggianti, la terapia nutrizionale conservativa è ancora poco diffusa

Molti pazienti non ricevono indicazioni alimentari precise e i medici di base non sempre hanno strumenti aggiornati per proporre protocolli personalizzati.

La maggiore diffusione di una dieta ipoproteica richiede:

  • formazione specifica per nefrologi, dietisti e medici di medicina generale;
  • campagne informative rivolte ai pazienti per spiegare i benefici della riduzione proteica;
  • un impegno istituzionale per rendere i supplementi più accessibili;
  • studi clinici e osservazionali che continuino a monitorare gli effetti a lungo termine.

Per i pazienti, adottare un regime dietetico controllato significa guadagnare anni senza dialisi, mantenere una maggiore autonomia e ridurre complicanze come anemia, ipertensione e disturbi metabolici

Per il Sistema Sanitario, significa ridurre i costi e liberare risorse da destinare ad altri ambiti di cura.

Dunque, la malattia renale cronica si rivela come un banco di prova cruciale per il futuro della sanità e per il benessere dei pazienti.

La dieta ipoproteica, supportata da evidenze raccolte dalla ricerca scientifica e dall’esperienza clinica, si configura come una strategia utile a rallentare l’evoluzione della patologia.

Non si tratta solo di ridurre i costi sanitari, ma di offrire ai pazienti la possibilità di vivere meglio e più a lungo senza dialisi.

Un investimento volto alla diffusione di questa terapia nutrizionale significa promuovere una sanità più sostenibile, capace di mettere al centro la salute e la qualità di vita delle persone.


Fonti:

ANSA - "Nella dieta con la malattia renale cronica meglio meno proteine"

  Sanità Informazione  - Malattia renale cronica, una terapia nutrizionale adeguata ritarda la dialisi

Alessandra Familari | Editor
Scritto da Alessandra Familari | Editor

Durante il percorso di studi in Lettere moderne ho avuto occasione di partecipare a diverse realtà editoriali che mi hanno introdotta nel mondo della scrittura web. Dopo tre anni di esperienza nel giornalismo, con particolare focus sulla sociologia e la psicologia sociale, ho cominciato a occuparmi di articoli sul benessere.

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