Con il via libera del Senato al disegno di legge “Disposizioni per la prevenzione e la cura dell’obesità”, l’Italia compie un passo storico: l’obesità viene finalmente riconosciuta come una malattia cronica, recidivante e con forte impatto sociale.
Non più soltanto una condizione legata allo stile di vita o a scelte individuali, ma una condizione sanitaria complessa che richiede strumenti mirati di prevenzione, diagnosi e cura.
Scopriamo i dettagli.
Cosa dice la legge e i finanziamenti previsti
Con l’entrata in vigore della nuova legge, le persone soggette a obesità potranno finalmente accedere alle prestazioni incluse nei Livelli essenziali di assistenza (Lea), garantite dal Servizio sanitario nazionale: si tratta di un passaggio importantissimo, perché significa riconoscere il diritto a cure specifiche, strutturate e sostenute da fondi dedicati.
La normativa prevede, infatti, uno stanziamento progressivo di risorse per la prevenzione e il trattamento dell’obesità, insieme a programmi di formazione per medici, pediatri e operatori sanitari, così da offrire competenze aggiornate a chi si occupa ogni giorno di questa condizione.
Il disegno di legge sancisce all’articolo 1 che “l’obesità è una malattia cronica, progressiva e recidivante”: un riconoscimento che permette di superare l’idea, ancora diffusa, che si tratti soltanto di una questione di volontà o di cattive abitudini.
All’articolo 2, il testo ribadisce che, per garantire equità e accesso alle cure, chi è affetto da obesità ha diritto alle prestazioni comprese nei Lea, erogate dal sistema sanitario pubblico.
Potrebbe interessarti anche:
- Microplastiche: un pericolo per la salute dei bambini e non solo
- Obesità infantile, in Italia colpisce un bambino su dieci: nuove strategie di prevenzione e cura
- Artrosi del ginocchio e obesità: ecco la terapia farmacologica più vantaggiosa
Per rendere operativo il piano, la legge introduce un programma nazionale di prevenzione e cura dell’obesità con fondi crescenti:
- 700 mila euro nel 2025;
- 800 mila euro nel 2026;
- 1,2 milioni di euro all’anno dal 2027 in poi.
Accanto a queste risorse, sono previsti altri 400 mila euro annuali destinati alla formazione universitaria e all’aggiornamento di medici di base, pediatri e personale sanitario, e 100 mila euro l’anno per campagne di informazione pubblica rivolte alla popolazione.
Infine, sarà prevista l’istituzione dell’Osservatorio per lo studio dell’obesità – presso il Ministero della Salute – a cui saranno attribuiti compiti di monitoraggio, studio e diffusione degli stili di vita tra gli italiani.
L’importanza della prevenzione
Un’attenzione particolare è rivolta ai bambini: il testo sottolinea l’urgenza di prevenire l’obesità infantile attraverso il coinvolgimento delle famiglie, attività formative nelle scuole e la promozione dello sport.
Non è un caso: i dati del sistema di sorveglianza nazionale OKkio alla Salute dell’Istituto Superiore di Sanità mostrano che, nel 2023, quasi 1 bambino su 10 era già obeso, mentre il 19% era in sovrappeso.
Negli adulti, la situazione non è più rassicurante: nel biennio 2020-2021, il 43% della popolazione italiana risultava in eccesso ponderale, di cui un terzo sovrappeso e il 10% obeso.
Un recente studio, inoltre, afferma che se le tendenze attuali non verranno invertite, entro il 2050 oltre la metà degli adulti e un terzo dei bambini nel mondo saranno in sovrappeso o obesi.
Le istituzioni, dunque, sperano che potrà esserci una maggiore consapevolezza su questo argomento, grazie all'istituzione di una Giornata nazionale il 16 maggio.
Fonti:
- Senato della Repubblica – Testo degli articoli formulato in sede redigentedalla 10ª commissione permanente
- The Lancet – Global, regional, and national prevalence of child and adolescent overweight and obesity, 1990–2021, with forecasts to 2050: a forecasting study for the Global Burden of Disease Study 2021
- Istituto Superiore di Sanità – OKkio alla SALUTE
- Ministero della Salute – Cosa sono i LEA