L’obesità diventa ufficialmente una malattia: ecco cosa cambia

Mattia Zamboni | Seo Content Specialist

Ultimo aggiornamento – 02 Ottobre, 2025

Una persona di spalle che parla con un medico

Con il via libera del Senato al disegno di legge “Disposizioni per la prevenzione e la cura dell’obesità”, l’Italia compie un passo storico: l’obesità viene finalmente riconosciuta come una malattia cronica, recidivante e con forte impatto sociale.

Non più soltanto una condizione legata allo stile di vita o a scelte individuali, ma una condizione sanitaria complessa che richiede strumenti mirati di prevenzione, diagnosi e cura.

Scopriamo i dettagli.

Cosa dice la legge e i finanziamenti previsti

Con l’entrata in vigore della nuova legge, le persone soggette a obesità potranno finalmente accedere alle prestazioni incluse nei Livelli essenziali di assistenza (Lea), garantite dal Servizio sanitario nazionale: si tratta di un passaggio importantissimo, perché significa riconoscere il diritto a cure specifiche, strutturate e sostenute da fondi dedicati.

La normativa prevede, infatti, uno stanziamento progressivo di risorse per la prevenzione e il trattamento dell’obesità, insieme a programmi di formazione per medici, pediatri e operatori sanitari, così da offrire competenze aggiornate a chi si occupa ogni giorno di questa condizione.

Il disegno di legge sancisce all’articolo 1 che “l’obesità è una malattia cronica, progressiva e recidivante”: un riconoscimento che permette di superare l’idea, ancora diffusa, che si tratti soltanto di una questione di volontà o di cattive abitudini.

All’articolo 2, il testo ribadisce che, per garantire equità e accesso alle cure, chi è affetto da obesità ha diritto alle prestazioni comprese nei Lea, erogate dal sistema sanitario pubblico.


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Per rendere operativo il piano, la legge introduce un programma nazionale di prevenzione e cura dell’obesità con fondi crescenti:

  • 700 mila euro nel 2025;
  • 800 mila euro nel 2026;
  • 1,2 milioni di euro all’anno dal 2027 in poi.

Accanto a queste risorse, sono previsti altri 400 mila euro annuali destinati alla formazione universitaria e all’aggiornamento di medici di base, pediatri e personale sanitario, e 100 mila euro l’anno per campagne di informazione pubblica rivolte alla popolazione.

Infine, sarà prevista l’istituzione dell’Osservatorio per lo studio dell’obesità – presso il Ministero della Salute – a cui saranno attribuiti compiti di monitoraggio, studio e diffusione degli stili di vita tra gli italiani.

L’importanza della prevenzione

Un’attenzione particolare è rivolta ai bambini: il testo sottolinea l’urgenza di prevenire l’obesità infantile attraverso il coinvolgimento delle famiglie, attività formative nelle scuole e la promozione dello sport.

Non è un caso: i dati del sistema di sorveglianza nazionale OKkio alla Salute dell’Istituto Superiore di Sanità mostrano che, nel 2023, quasi 1 bambino su 10 era già obeso, mentre il 19% era in sovrappeso.

Negli adulti, la situazione non è più rassicurante: nel biennio 2020-2021, il 43% della popolazione italiana risultava in eccesso ponderale, di cui un terzo sovrappeso e il 10% obeso.

Un recente studio, inoltre, afferma che se le tendenze attuali non verranno invertite, entro il 2050 oltre la metà degli adulti e un terzo dei bambini nel mondo saranno in sovrappeso o obesi.

Le istituzioni, dunque, sperano che potrà esserci una maggiore consapevolezza su questo argomento, grazie all'istituzione di una Giornata nazionale il 16 maggio.

Fonti:

Mattia Zamboni | Seo Content Specialist
Scritto da Mattia Zamboni | Seo Content Specialist

Ho conseguito la laurea in Scienze della Comunicazione con un particolare focus sullo storytelling. Con quasi un decennio di esperienza nel campo del giornalismo, oggi mi occupo della creazione di contenuti editoriali che abbracciano diverse tematiche, tra cui salute, benessere, sessualità, mondo pet, alimentazione, psicologia, cura della persona e genitorialità.

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