Le carni rosse aumentano il rischio di diabete di tipo 2: lo studio

Mattia Zamboni | Autore e divulgatore esperto in salute, nutrizione e psicologia applicata al benessere quotidiano. per P. by pazienti.it

Ultimo aggiornamento – 27 Agosto, 2024

Della carne rossa
Indice del contenuto

Due nuove ricerche, pubblicate su Nature Metabolism e Lancet Diabetes & Endocrinology, sottolineano come una dieta eccessivamente ricca di carni rosse e lavorate potrebbe alimentare il rischio di insorgere nel diabete di tipo 2 (ma anche di obesità, problemi cardiovascolari e alcune forme di tumore).

Vediamo di più.

Il primo studio

La ricerca apparsa su Nature Metabolism conferma e spiega la correlazione tra carni rosse e diabete: il ferro emico, una molecola altamente presente in questo alimento, è una delle principali cause di manifestazione di diabete.

È stato osservato che, su quasi 205 mila adulti americani, chi assume una maggior quantità di ferro emico ha una possibilità maggiore del 26% di sviluppare questo disturbo.

Si parla, dunque, di un consumo di carne rossa pari a 8/10 porzioni a settimana: questi individui presentavano anche un’alta concentrazione di lipidi, sintomo di infiammazione e insulino resistenza.

Il secondo studio

Alla seconda ricerca hanno partecipato circa 31 coorti di pazienti di tutto il mondo, per un totale di quasi due milioni di partecipanti.

Se si prende in considerazione il consumo quotidiano di carne e si escludono altri potenziali fattori confondenti (quali inattività, obesità, fumo o familiarità), gli autori della ricerca hanno identificato un possibile legame: mangiare l’equivalente di 100 grammi di carne rossa al giorno è stato associato ad un aumento del 10% del rischio di sviluppare il diabete di tipo 2.

Invece, se le carni sono lavorate bastano 50 grammi quotidiani per aumentare del 15% le probabilità di soffrire di questo disturbo.

Nel caso del pollame, invece, i dati parlano di un aumento del rischio dell’8%, ma i risultati non sono stati ritenuti affidabili sul piano statistico.

Entrambi questi studi offrono delle riflessioni: possono essere, ad esempio, altri i fattori di correlazione tra il consumo di carne e l’aumento del rischio – ad esempio gli alimenti consumati insieme ad essa, come il sale, il pane di hamburger e hot dog, oppure cattive abitudini come il consumo di alcol, fattori ambientali o sociali.

In ogni caso, resta sempre una buona idea non esagerare con la quantità di carne rossa o lavorata giornaliera.

Mattia Zamboni | Autore e divulgatore esperto in salute, nutrizione e psicologia applicata al benessere quotidiano. per P. by pazienti.it
Scritto da Mattia Zamboni | Autore e divulgatore esperto in salute, nutrizione e psicologia applicata al benessere quotidiano. per P. by pazienti.it

Mattia Zamboni è un professionista della comunicazione con una solida esperienza nella divulgazione di temi legati alla salute e al benessere. Dopo la laurea in Scienze della Comunicazione con focus sullo storytelling, ha oltre dieci anni di esperienza nel giornalismo e nella produzione di contenuti editoriali.

Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
Contenuti correlati