Sono state pubblicate nuove evidenze scientifiche che confermano l’importanza di fare attività fisica, sottolineando come questa possa essere un fattore chiave nella prevenzione nei confronti dei disturbi neurologici più importanti.
Vediamo di cosa si tratta.
La ricerca sull’attività fisica e la salute del cervello
L’indagine della Fudan University di Shangai, pubblicata su Alzheimer's & Dementia: The Journal of the Alzheimer's Association, contiene segnali che sembrano dimostrare che praticare attività fisica moderata o intensa può portare ad un minor rischio di sviluppare cinque disturbi importanti:
Al contrario, una vita sedentaria sembra aumentarne l’indice di insorgenza.
Gli scienziati hanno analizzato i dati di oltre 73.000 persone, con un’età media di 56 anni, che hanno indossato accelerometri per sette giorni.
Questo stratagemma è stato in grado di calcolare:
- energia spesa durante l’attività fisica (per fare questo, sono stati utilizzate gli equivalenti metabolici, MET);
- tempo trascorso seduti.
Cosa è emerso?
Grazie a queste misurazioni, è stato possibile osservare che un dispendio energetico più alto è collegato ad una minore probabilità di sviluppare i disturbi citati in precedenza (la possibilità si abbassa di un valore che oscilla tra il 14% e il 40%).
È emerso che le persone con un dispendio energetico giornaliero medio da attività fisica moderata a intensa di 0,291 kcal (1,22 kilojoule) non hanno sviluppato nessuna delle malattie.
Al contrario, chi aveva disturbi del sonno registrava un’attività fisica di 0,226 kcal (0,95 kilojoule), chi ha avuto sintomi di demenza segnalava un’attività di 0,203 kcal (0,85 kilojoule).
Ai soggetti con ictus venivano assegnati punteggi di 0,243 kcal (1,02 kilojoule) di attività fisica, mentre chi aveva ansia o depressione registrava, rispettivamente, 0,262 kcal (1,10 kilojoule) e 0,257 kcal (1,08 kilojoule) di attività fisica.
Di contro, i pazienti su cui si segnalava il maggior tempo di sedentarietà avevano un rischio aumentato dal 5% al 54% di sviluppare i disturbi.
Lo studio, dunque, sembra confermare l’importanza dell’attività fisica per la salute del cervello, ma presenta alcune limitazioni: la più importante è la scarsa diversità etnica del campione.