La “malattia del bacio” nel mirino: un legame inaspettato con la sclerosi multipla infantile

Emanuela Spotorno |  Autrice e divulgatrice esperta in salute, benessere femminile e medicina preventiva
A cura di Emanuela Spotorno
Autrice e divulgatrice esperta in salute, benessere femminile e medicina preventiva

Ultimo aggiornamento – 12 Novembre, 2025

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Un’infezione virale frequente, solitamente asintomatica, emerge come possibile fattore di rischio nella sclerosi multipla pediatrica.

Un nuovo studio condotto dall’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, in collaborazione con la Sapienza Università di Roma, conferma il legame tra il virus di Epstein-Barr (EBV), responsabile della mononucleosi infettiva, nota come “malattia del bacio”, e la sclerosi multipla (SM) in età pediatrica.

I risultati, pubblicati sul Journal of Neurology, aprono nuove prospettive per comprendere l’origine della malattia e per sviluppare strategie di prevenzione mirate, tra cui un potenziale vaccino contro l’EBV.

Un’infezione diffusa che lascia tracce nel tempo

La sclerosi multipla è una patologia infiammatoria cronica del sistema nervoso centrale in cui il sistema immunitario attacca per errore la mielina, la guaina che protegge le fibre nervose.

Sebbene l’esordio si verifichi soprattutto in età adulta, circa 1 paziente su 10 riceve la diagnosi durante l’infanzia o l’adolescenza. Le cause restano in parte sconosciute, ma cresce l’evidenza che fattori genetici e ambientali, tra cui le infezioni virali, possano concorrere alla malattia.

Lo studio, durato due anni, ha coinvolto 219 bambini e adolescenti tra i 6 e i 17 anni (età media 12), di cui 57 affetti da sclerosi multipla.

Le analisi del sangue, effettuate con metodiche di chemiluminescenza, hanno mostrato che il 100% dei pazienti con SM presentava anticorpi contro il virus di Epstein-Barr, segno di un’infezione pregressa.

Nei gruppi di controllo, bambini con altre malattie autoimmuni non neurologiche e piccoli pazienti con cefalea primaria, la positività era del 59%. Una differenza significativa, che suggerisce una connessione diretta tra infezione virale e rischio di sclerosi multipla.

Un tassello italiano in una ricerca globale

Il lavoro del Bambino Gesù si inserisce in un filone di ricerca internazionale che da anni indaga il legame tra EBV e sclerosi multipla.

Nel 2022, uno studio pubblicato su Science e condotto su oltre dieci milioni di militari statunitensi ha mostrato che chi aveva contratto l’EBV aveva un rischio 32 volte superiore di sviluppare la malattia rispetto a chi non era mai stato infettato.

Anche una revisione apparsa su Nature Reviews Neurology nel 2023 ha evidenziato come il virus possa alterare la risposta immunitaria attraverso la cosiddetta mimica molecolare, un meccanismo che induce il sistema immunitario ad attaccare cellule sane del sistema nervoso.

I risultati italiani confermano che questa correlazione, già nota negli adulti, è valida anche nei più giovani. L’infezione da EBV sembra quindi costituire un fattore di rischio fondamentale in età pediatrica, capace di anticipare il processo autoimmune alla base della malattia.

Vaccini e nuove strategie di prevenzione

Parallelamente, la ricerca biomedica si muove verso la prevenzione. Alcune aziende stanno sperimentando vaccini a mRNA contro l’EBV, con l’obiettivo di prevenire l’infezione o ridurne le complicanze autoimmuni.

Il candidato più avanzato, denominato mRNA-1189, ha completato la fase 1 di sperimentazione clinica, dimostrando sicurezza e capacità di stimolare una risposta immunitaria. Altri vaccini, basati su nanoparticelle, DNA o vettori virali, sono in fase di sviluppo.

Nel migliore degli scenari, un vaccino efficace potrebbe essere disponibile entro la fine del decennio, aprendo la strada a una prevenzione primaria della sclerosi multipla.


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Il ruolo del Bambino Gesù nella cura pediatrica

Con circa 70 pazienti pediatrici in trattamento, il Centro per la Sclerosi Multipla del Bambino Gesù è il principale punto di riferimento nazionale per la diagnosi e la terapia della malattia in età evolutiva.

L’esordio prima dei 10 anni resta raro, circa l’1% dei casi, ma la malattia interessa fino al 10% dei pazienti tra i 10 e i 18 anni, richiedendo protocolli personalizzati e un approccio multidisciplinare che accompagna i giovani fino all’età adulta.

Le nuove evidenze indicano che la sclerosi multipla possa iniziare molto prima dei sintomi, forse in seguito a un’infezione apparentemente innocua.

Comprendere come il virus Epstein-Barr interagisca con il sistema immunitario significa aprire la strada a una neurologia preventiva, capace non solo di curare, ma di evitare l’insorgenza della malattia.

Fonti:

  • Ospedale Pediatrico Bambino Gesù - Complete Epstein-Barr virus seropositivity in a cohort of pediatric onset multiple sclerosis: a comparison to other autoimmune diseases
  • Science - Longitudinal analysis reveals high prevalence ofEpstein-Barr virus associated with multiple sclerosis
  • Nature Reviews Neurology - Epstein–Barr virus as a leading cause of multiple sclerosis: mechanisms and implications
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