La frutta come “scudo” naturale contro lo smog: perché mangiarla può fare la differenza

Emanuela Spotorno | Editor

Ultimo aggiornamento – 29 Ottobre, 2025

macedonia in una ciotola

Un’alimentazione ricca di frutta potrebbe rappresentare un alleato insospettabile nella protezione dei polmoni dagli effetti dannosi dell’inquinamento atmosferico. 

A sostenerlo è una nuova ricerca condotta dal Centre for Environmental Health and Sustainability dell’Università di Leicester, presentata durante il Congresso della European Respiratory Society di Amsterdam, che apre scenari promettenti sulla prevenzione delle malattie respiratorie legate allo smog.

Un problema globale, una risposta quotidiana

Più del 90% della popolazione mondiale vive in aree dove i livelli di inquinamento superano le soglie di sicurezza fissate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. 

Le conseguenze sulla salute respiratoria sono ormai ben documentate: esposizioni prolungate alle polveri sottili (PM2.5) sono correlate a una progressiva riduzione della capacità polmonare e a un aumento del rischio di patologie croniche come asma, broncopneumopatia e malattie cardiovascolari.

Di fronte a un nemico tanto diffuso quanto invisibile, la ricerca britannica suggerisce che le scelte alimentari possano giocare un ruolo determinante. In particolare, la frutta sembrerebbe offrire un effetto protettivo misurabile.

Lo studio

Gli studiosi hanno analizzato i dati della UK Biobank, una vasta banca dati sanitaria che raccoglie informazioni su centinaia di migliaia di cittadini britannici. L’indagine ha coinvolto circa 200.000 partecipanti, di età, stili di vita e condizioni socioeconomiche differenti.

Incrociando le abitudini alimentari con i valori di funzionalità polmonare, in particolare il parametro FEV1, ossia la quantità d’aria espirata in un secondo, e con i livelli medi di esposizione al particolato fine (PM2.5), i ricercatori hanno osservato un chiaro legame:

  • per ogni aumento di 5 microgrammi per metro cubo di PM2.5, le persone con un basso consumo di frutta mostravano una riduzione media di 78,1 ml nel FEV1;
  • tra chi consumava più frutta, la riduzione era sensibilmente inferiore, pari a 57,5 ml.

Un aspetto interessante emerso dallo studio riguarda le differenze di genere, le donne che consumavano almeno quattro porzioni di frutta al giorno presentavano una minore perdita di funzionalità polmonare rispetto a chi ne consumava di meno. 

Gli uomini, invece, hanno mostrato un consumo medio inferiore, e con esso un beneficio più contenuto.

Secondo gli autori, tale discrepanza potrebbe essere spiegata da differenze nelle abitudini alimentari, ma anche da fattori biologici e ormonali che modulano la risposta infiammatoria all’inquinamento.


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Antiossidanti e antinfiammatori: il “meccanismo protettivo”

Il merito di questo effetto sembra risiedere nei composti antiossidanti e antinfiammatori naturalmente presenti nella frutta. Queste sostanze, tra cui vitamine, polifenoli e flavonoidi, sarebbero in grado di contrastare lo stress ossidativo indotto dalle particelle inquinanti, limitando l’infiammazione dei tessuti polmonari.

In altre parole, una dieta ricca di frutta potrebbe contribuire a “neutralizzare” parte dei danni cellulari causati dall’esposizione allo smog, sostenendo la funzione respiratoria anche in ambienti urbani particolarmente inquinati.

Pur non potendo sostituire le misure di riduzione dell’inquinamento, i risultati di questa ricerca rafforzano l’importanza di uno stile di vita equilibrato come strumento di difesa attiva. Incrementare il consumo quotidiano di frutta, insieme a verdura e cereali integrali, potrebbe rappresentare un gesto semplice ma efficace per sostenere la salute respiratoria, soprattutto nelle fasce di popolazione più esposte.

Come sottolineano i ricercatori, l’obiettivo non è solo migliorare la dieta, ma comprendere come l’alimentazione possa diventare parte integrante delle politiche di prevenzione ambientale e sanitaria.

Fonti:

Emanuela Spotorno | Editor
Scritto da Emanuela Spotorno | Editor

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