Il paese lusitano è il primo in Europa ad avere una legge che tutela i diritti delle donne durante la gestazione, il parto e il post-parto.
Il testo deriva dalla commistione di due proposte legislative che hanno l’obiettivo di difendere l’integrità psichica, emotiva e fisica di coloro che vivono la maternità, assicurando un’assistenza basata sul rispetto della dignità, sul consenso informato e sull’accesso a informazioni chiare e comprensibili.
Vediamo, insieme, di cosa tratta questa norma.
La legge
La lei 33/2025 del 31 marzo, pubblicata sul “Diario da Republica”, è in attesa di decreti attuativi e entrerà in vigore non appena verrà approvata nel prossimo bilancio di stato.
Innanzitutto, è bene partire dalla definizione di violenza ostetrica: all’interno di questo nuovo testo, essa viene definita come “qualsiasi atto o omissione da parte di un professionista sanitario che, nel contesto della salute sessuale e riproduttiva, provochi danni fisici o psicologici, limiti l'autonomia decisionale o implichi trattamenti disumanizzanti o degradanti” – includendo anche atteggiamenti verbali, pratiche mediche eseguite senza consenso esplicito, mancata informazione o uso eccessivo di interventi senza motivazione clinica.
Come prima cosa, viene affermato che ogni struttura sanitaria sarà tenuta a rispettare il piano nascita redatto dalla gestante – un documento in cui la persona indica le sue preferenze sul tipo di parto, l’ analgesia, il contatto pelle a pelle e l’allattamento.
Proprio quest’ultimo punto è uno dei più importanti: il diritto della futura madre a scegliere se e come allattare; l’allattamento al seno raccomandato per la salute del neonato, ma non può mai essere imposto (l’allattamento forzato, infatti, rientra ora nella definizione di violenza ostetrica).
La legge sottolinea che la promozione dell’allattamento non deve essere frutto di una pressione psicologica, né avvenire dietro giudizi morali verso chi opta per alternative come il latte artificiale.
Poi, vengono vietate pratiche sistemiche come la tricotomia, la somministrazione forzata di ossitocina, la manovra di Kristeller e l’episiotomia di routine. Proprio su quest’ultima pratica viene posta particolare attenzione: la nuova legge prevede un’indagine disciplinare per i professionisti sanitati che utilizzano il taglio del perineo per allargare l'apertura vaginale e consentire il passaggio del bambino.
La tutela delle gestanti
Le strutture sanitarie avranno l’obbligo di affiggere cartelli informativi con queste norme e un elenco dei diritti di chi sta per partorire – unitamente alle informazioni e alle modalità per segnalare eventuali abusi.
Le partorienti avranno anche diritto ad essere accompagnate da una persona di fiducia durante tutte le fasi, comprese situazioni di emergenza o esami invasivi, salvo rischi clinici accertati.
Gli ospedali che violeranno queste indicazioni incorreranno in sanzioni pecuniarie – così come i professionisti coinvolti, per cui saranno previsti procedimenti disciplinari.
Per dare attuazione alla legge, viene istituita una Commissione per i Diritti nella Gravidanza e nel Parto – composta da esperti in ostetricia, pediatria, etica, giurisprudenza, rappresentanti dei pazienti e delle associazioni – che avrà il compito di monitorare l’applicazione della normativa, stilare un rapporto annuale sulla qualità del servizio, promuovere l’obbligo della formazione del personale sanitario e proporre eventuali modifiche legislative.