Esami per il tunnel carpale: tutti i test per una diagnosi sicura

Valentina Montagna | Editor

Ultimo aggiornamento – 29 Luglio, 2025

donna al computer si tiene il polso dolorante

Quali sono gli esami per il tunnel carpale, quando vengono prescritti e come prepararsi? 

Il percorso diagnostico inizia dalla visita con un ortopedico o un chirurgo della mano. Durante la visita si eseguono i primi test clinici. Se il caso lo richiede possono seguire gli esami elettrofisiologici (elettromiografia e velocità di conduzione nervosa) che servono per confermare la diagnosi e per quantificare la gravità della compressione.

In alcuni casi si ricorre a uno studio per immagini del canale carpale e del nervo mediante un'ecografia o una risonanza magnetica del polso.

Cos'è la sindrome del tunnel carpale?

La sindrome del tunnel carpale è causata dalla compressione del nervo mediano, che passa attraverso un canale stretto nel polso formato da ossa e legamenti.

Quando c'è gonfiore, infiammazione o un cambiamento strutturale in quell'area, lo spazio si riduce e il nervo viene schiacciato. Questo provoca intorpidimento, formicolio o dolore a mano e dita.

Sintomi della sindrome del tunnel carpale

I sintomi del tunnel carpale si manifestano attraverso:

  • formicolio e intorpidimento alle prime tre dita della mano (pollice, indice, medio e parte dell'anulare);
  • dolore al polso, che può irradiarsi al braccio (peggiorando durante alcune attività, come l'uso del mouse);
  • perdita della forza nella mano, difficoltà ad afferrare e stringere oggetti;
  • peggioramento notturno o al risveglio;
  • nei casi avanzati, riduzione della sensibilità e atrofia muscolare.

È quando sopraggiungono questi segnali che è importante sottoporsi a una valutazione medica e ad eventuali esami diagnostici.

Visita per tunnel carpale

Con la visita per tunnel carpale, il medico può distinguere la sindrome da altre condizioni simili, come le radicolopatie cervicali o le neuropatie periferiche generalizzate. Ma soprattutto può orientare le terapie per la cura della sindrome del tunnel carpale.

Il medico, con l'esperienza clinica e l'esame obiettivo, può orientare la diagnosi senza bisogno, in molti casi, di ricorrere subito a esami.

La visita permette di:

  • impostare un trattamento prima che il nervo subisca danni permanenti;
  • ridurre il rischio di cronicizzazione del disturbo;
  • evitare ritardi diagnostici dovuti a percorsi errati o autodiagnosi fuorvianti.

Esami clinici

Durante la visita specialistica, il medico esegue il primo esame per tunnel carpale, quello clinico, attraverso il quale si valutano i sintomi, la forza muscolare e la sensibilità.

Tra gli esami clinici:

  • test di Phalen: il paziente piega i polsi in flessione forzata per circa un minuto. Se compare formicolio, il test è considerato positivo;
  • test di Tinel: il medico percuote leggermente il nervo mediano al polso. La comparsa di una scossa o di un formicolio alle dita suggerisce compressione;
  • test di Durkan (compressione carpale): premendo con le dita sul tunnel carpale si verifica se il sintomo si riproduce. È considerato uno dei test più sensibili.

Queste manovre sono semplici ma non sempre definitive. Per confermare la diagnosi servono esami strumentali.

La visita specialistica permette di individuare la maggior parte dei casi di sindrome del tunnel carpale grazie all'esame clinico. Quando la diagnosi non risulta chiara o sono necessari ulteriori approfondimenti, il medico può indicare l'esecuzione di esami strumentali.

Esami strumentali

Gli esami strumentali vengono richiesti in questi casi:

  • quando i sintomi persistono o sono poco chiari o atipici e servono conferme oggettive (es. formicolii che non seguono esattamente il decorso del nervo mediano);
  • quando è necessario valutare la gravità della compressione del nervo tramite esami come l'elettromiografia, utile per stabilire se agire in modo conservativo o chirurgico;
  • quando ci sono dubbi diagnostici: in pazienti con patologie concomitanti (es. diabete, artrite, cervicalgie), gli esami aiutano a capire se i sintomi derivano davvero dal tunnel carpale;
  • monitoraggio dell'efficacia o dell'evoluzione in risposta a eventuali terapie in corso;
  • quando è richiesto un accertamento medico-legale, per invalidità, infortuni sul lavoro o relazioni assicurative, dove l’EMG, ossia l'elettromiografia, fornisce una prova documentabile.

La scelta degli esami più adatto dipende dal quadro clinico e dalla necessità di approfondimento. Tra i test più utilizzati vi sono:

  • elettromiografia (EMG) e velocità di conduzione nervosa: test di riferimento per misurare la funzionalità del nervo mediano e il danno;
  • ecografia del polso: esame utile e non invasivo per valutare alterazioni anatomiche e ispessimento del nervo e visualizzare l'ispessimento del nervo o anomalie locali;
  • risonanza magnetica (RMN): utilizzata in casi complessi o quando si sospettano cause diverse dalla classica compressione.

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Elettromiografia (EMG) e Velocità di Conduzione Nervosa (ENG)

L'EMG e l'ENG misurano con precisione la funzionalità del nervo mediano e permettono di classificare la gravità della compressione su una scala da lieve a severa.

L'ENG misura la velocità con cui l'impulso elettrico attraversa il nervo. L'EMG rileva l'attività dei muscoli innervati.

È l'esame più usato per confermare la diagnosi e decidere se il trattamento può essere conservativo o chirurgico. Cosa rileva:

  • rallentamento della trasmissione nervosa, tipico in caso di compressione;
  • presenza di danno assonale (cioè al corpo del nervo stesso);
  • gravità della sindrome: lieve, moderata o severa.

Come si svolge:

Elettrodi superficiali o aghi sottili vengono applicati su mano, polso e avambraccio.

L'esame dura 30–40 minuti. Non richiede preparazione, ma può essere leggermente fastidioso.

Test CTS-6

Il CTS-6 è un protocollo clinico riconosciuto, utilizzato per integrare o, in alcuni casi, sostituire l’elettromiografia (EMG) e la velocità di conduzione nervosa (ENG) nelle fasi iniziali della diagnosi della sindrome del tunnel carpale.

In Italia, pur non essendo vincolante, questo protocollo può essere adottato come strumento di screening o prima valutazione, specialmente in contesti dove l'accesso agli esami strumentali è limitato o per ridurre l'uso di test invasivi.

La conferma diagnostica può, però, richiedere ancora esami strumentali tradizionali, soprattutto in presenza di dubbi clinici o per motivi medico-legali.
 
Valuta sei parametri, in base ai quali si ottiene il punteggio totale: 

  • intorpidimento nel territorio del nervo mediano (3,5 punti);
  • intorpidimento notturno (4 punti);
  • atrofia tenare (5 punti);
  • Phalen positivo (5 punti);
  • perdita della discriminazione a due punti (4,5 punti);
  • segno di Tinel positivo (4 punti).

Un risultato superiore a 12 punti indica una probabilità dell'80 % di sindrome del tunnel carpale.

Ecografia del polso

È un esame non invasivo che si esegue per osservare direttamente il nervo mediano e le strutture che lo circondano.

Viene spesso affiancata all'EMG, soprattutto se i sintomi sono presenti ma gli esami elettrici non mostrano alterazioni significative e può mostrare:

  • ispessimento del nervo, visibile come aumento dell'area in sezione trasversale (>10 mm²);
  • indice di appiattimento del nervo all’interno del tunnel;
  • vascolarizzazione anomala, che suggerisce infiammazione;
  • eventuali cisti, versamenti, sinoviti o anomalie anatomiche.

Qui di seguito i vantaggi di questo esame:

  • indolore, rapido, ripetibile;
  • utile per monitoraggio nel tempo;
  • permette di guidare terapie mini-invasive (es. infiltrazioni, rilascio chirurgico ecoguidato).

Esami complementari

Altri esami complementari cui si ricorre per la diagnosi:

  • Risonanza Magnetica (RMN): indicata in casi selezionati con sospetto di masse o sintomi atipici non chiariti da EMG/ENG o CTS-6, mostra dettagli anatomici su cause diverse dalla classica compressione (cisti, tumori, anomali vascolari, traumi). Non raccomandata in diagnosi di routine per il tunnel carpale;
  • Approccio Diagnostico Integrato: le linee guida suggeriscono di combinare anamnesi e storia clinica approfondita, esame obiettivo con test provocativi (Phalen, Tinel, Durkan), conferma strumentale tramite EMG/ENG, CTS-6 o ecografia.

Cosa rileva la RMN:

  • dettagli anatomici del tunnel carpale e dei tessuti molli;
  • edema o infiammazione del nervo;
  • patologie associate (artrite reumatoide, tendinopatie, sinoviti).

La neurografia RM, una versione avanzata della risonanza, consente di visualizzare con più precisione le fibre nervose.

Valentina Montagna | Editor
Scritto da Valentina Montagna | Editor

La mia formazione comprende una laurea in Lingue e Letterature Straniere, arricchita da una specializzazione in Web Project Management. La mia esperienza nel campo si estende per oltre 15 anni, nei quali ho collaborato con nutrizionisti, endocrinologi, medici estetici e dermatologi, psicologi e psicoterapeuti e per un blog di un'azienda che produce format televisivi in ambito alimentazione, cucina, lifestyle.

a cura di Dr. Christian Raddato
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