Gli antidepressivi agiscono solo sulla mente o possono generare effetti anche sul corpo?
A rispondere é un ampio studio pubblicato su The Lancet dal King’s College di Londra in collaborazione con l’Università di Oxford. Secondo i risultati le diverse molecole della stessa classe terapeutica possono avere effetti collaterali fisici molto diversi, incidendo su peso corporeo, frequenza cardiaca e pressione arteriosa.
La scoperta, frutto dell’analisi di 151 studi clinici su oltre 58.000 persone, apre il sentiero a un nuovo approccio di medicina personalizzata nella cura della depressione, con l’obiettivo di scegliere il farmaco più adatto non solo all’equilibrio emotivo del paziente, ma anche al suo profilo fisico e metabolico.
Studio sugli antidepressivi: gli effetti collaterali più comuni
La revisione, firmata dal dottor Toby Pillinger (King’s College London) e dal professor Andrea Cipriani (University of Oxford), ha confrontato 30 diversi antidepressivi e ha osservato diversi effetti collaterali:
Ecco quali:
- alcuni farmaci provocano aumento di peso già dopo poche settimane, fino a 2 kg in media con molecole come maprotilina o amitriptilina;
- altri, come agomelatina, determinano al contrario una perdita di peso media di circa 2,5 kg;
- sono state registrate differenze nella frequenza cardiaca fino a 21 battiti al minuto tra alcuni antidepressivi (es. fluvoxamina e nortriptilina);
- anche la pressione arteriosa può variare fino a 11 mmHg tra una molecola e l’altra.
I farmaci SSRI (inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina), nonché i più comunemente prescritti, risultano invece in genere più neutri sul piano fisico, con minori alterazioni di peso, battito o pressione.
Ma perché si tratta di uno studio rilevante per l'intera comunità scientifica?
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Questo lavoro rappresenta la prima classificazione sistematica degli effetti collaterali fisici degli antidepressivi e fornisce ai clinici dati comparativi finora mancanti.
“Molte persone traggono grande beneficio dagli antidepressivi”, spiega il dottor Pillinger, “ma non tutti i farmaci sono uguali: alcuni possono indurre cambiamenti clinicamente rilevanti nel corpo in poche settimane. L’obiettivo non è scoraggiarne l’uso, ma permettere scelte più informate e un monitoraggio personalizzato della salute fisica”.
Il professor Cipriani comunica inoltre l’importanza di una decisione condivisa tra medico e paziente: conoscere il profilo di effetti collaterali consente di valutare rischi e benefici in base alle preferenze e alle condizioni individuali.
Lo studio, finanziato dal National Institute for Health and Care Research, dal Wellcome Trust e dal Medical Research Council , segna un passo avanti verso una psichiatria di precisione, in cui la scelta del farmaco tiene conto anche delle variabili cardiometaboliche del paziente.
Dunque, cosa significa? Chi assume antidepressivi dovrà essere seguito con maggiore attenzione non solo dal punto di vista psicologico, ma anche fisico, per individuare eventuali cambiamenti di peso o pressione e intervenire precocemente.
In ultimo si evince che gli antidepressivi non sono da considerarsi tutti uguali, e distinguere le diverse reazioni fisiche ai farmaci antidepressivi permette di orientare la ricerca a rendere le terapie più efficaci e più sicure per ogni individuo che ne ha bisogno.
Fonti:
King’s College London - Research establishes wide variation in physical side-effects of antidepressants