Con l’arrivo dell’autunno e la riduzione delle ore di luce, molte persone sperimentano un calo dell’energia e dell’umore. Ma quando questa condizione diventa persistente e ciclica, si può parlare di disturbo affettivo stagionale SAD (dall’inglese Seasonal Affective Disorder), una forma di depressione che si manifesta in modo ricorrente durante i mesi freddi.
Il tema divide ancora la comunità scientifica: si tratta di una vera patologia o solo di un adattamento fisiologico alla stagionalità? Analizzare gli studi più recenti consente di comprendere meglio le cause, la durata e le opzioni di cura disponibili per il SAD.
Che cos’è il disturbo affettivo stagionale e quanto dura
Il disturbo affettivo stagionale viene definito come un particolare pattern di ricorrenza depressiva: episodi di umore depresso che si manifestano tipicamente in autunno-inverno e migliorano in primavera-estate.
Diversi studi indicano che, per poter parlare di disturbo affettivo stagionale in senso clinico, i sintomi dovrebbero comparire in modo regolare per almeno due anni di seguito, manifestandosi sempre nella stessa stagione (di solito in autunno o in inverno) e migliorando nella stagione opposta.
Per quanto riguarda la durata e la diffusione del disturbo, alcune ricerche internazionali stimano che il SAD interessi dal 2 % al 21 % della popolazione, con percentuali più elevate nei Paesi dove le giornate invernali sono particolarmente brevi.
Non mancano tuttavia posizioni critiche: una revisione sistematica ha evidenziato che non in tutti i contesti si osserva un aumento significativo dei sintomi depressivi nei mesi freddi.
In sintesi, la depressione stagionale rappresenta una condizione reale per molti individui, ma la durata e la regolarità del suo andamento variano sensibilmente, non ogni calo di umore in inverno può essere considerato un vero SAD.
Sintomi del disturbo affettivo stagionale (SAD)
Il Disturbo affettivo stagionale si presenta con segni tipici della depressione, che tendono a comparire nei mesi autunnali e invernali e a regredire con l’aumento delle ore di luce. I sintomi più frequenti includono:
- umore depresso e perdita di interesse per le attività quotidiane;
- aumento del bisogno di dormire e difficoltà a svegliarsi al mattino;
- fatica costante e ridotta energia;
- maggiore appetito, soprattutto per cibi dolci o ricchi di carboidrati;
- difficoltà di concentrazione e calo della produttività;
- irritabilità e maggiore sensibilità emotiva;
- alterazione del ritmo circadiano, con sonnolenza diurna o insonnia serale.
Questi sintomi tendono a migliorare spontaneamente con la primavera, quando la luce naturale torna a stimolare i normali meccanismi biologici dell’umore.
Disturbo affettivo stagionale e ritmo circadiano
Un aspetto chiave nella comprensione del SAD è il ritmo circadiano, l’orologio biologico che regola il ciclo sonno-veglia e influenza la produzione di ormoni come serotonina e melatonina.
Durante i mesi con scarsa esposizione alla luce, il corpo tende a produrre più melatonina, provocando sonnolenza, stanchezza e umore basso. Studi pubblicati su Sleep Medicine Reviews (2022) mostrano che i soggetti affetti da SAD presentano un ritardo del ritmo circadiano e una ridotta risposta alla luce naturale.
La luce solare, infatti, è il principale sincronizzatore di questo ritmo: la sua carenza altera la regolazione dell’umore e può favorire l’insorgenza dei sintomi depressivi.
Per questo motivo, la cura del disturbo affettivo stagionale spesso mira a ristabilire un equilibrio circadiano attraverso interventi mirati sull’esposizione luminosa.
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Terapia del disturbo affettivo stagionale
La terapia del disturbo affettivo stagionale prevede un approccio integrato, che può includere trattamenti non farmacologici, psicoterapia e, nei casi più gravi, farmaci antidepressivi.
- fototerapia (light therapy): considerata il trattamento di prima linea, consiste nell’esposizione quotidiana a una luce artificiale intensa (circa 10 000 lux) per 20–30 minuti al mattino. Secondo il National Institute of Mental Health, questo metodo può ridurre i sintomi depressivi nel giro di due settimane;
- psicoterapia cognitivo-comportamentale (CBT-SAD): aiuta a riconoscere e modificare i pensieri negativi legati alla stagione, migliorando l’adattamento ai cambiamenti ambientali;
- farmaci e supporto clinico: gli antidepressivi SSRI possono essere utilizzati nei casi più severi, spesso in combinazione con la fototerapia e la psicoterapia;
- interventi sullo stile di vita: esporsi alla luce naturale, mantenere un sonno regolare, svolgere attività fisica e seguire una dieta equilibrata rappresentano strategie complementari di comprovato beneficio.
Il disturbo affettivo stagionale appare oggi come una condizione reale e clinicamente rilevante, sostenuta da solide evidenze sul ruolo della luce e del ritmo circadiano.
Permangono tuttavia differenze individuali nella durata e nella manifestazione dei sintomi, che possono variare da un lieve “malumore invernale” a una depressione ricorrente.
L’importanza clinica del SAD risiede soprattutto nella possibilità di intervenire in modo mirato, migliorando la qualità di vita attraverso una terapia del disturbo affettivo stagionale personalizzata e basata su evidenze scientifiche.
Fonti:
- Journal of Clinical Psychology and Neurology - Seasonal Affective Disorder: A Narrative Review
- Cambridge University - Seasonality and symptoms of depression: A systematic review of the literature
- Science Direct - Low circadian amplitude and delayed phase are linked to seasonal affective disorder (SAD)
- National Institute of Mental Health – Seasonal Affective Disorder