Diabete di tipo 1, allarme giovani: casi destinati a raddoppiare entro il 2040

Alessandra Familari | Autrice e divulgatrice informazione sanitaria

Ultimo aggiornamento – 23 Settembre, 2025

Una giovane ragazza con dispositivo per il diabete.

Il diabete di tipo 1 (Dt1) è una delle malattie croniche in più rapida crescita a livello globale, soprattutto tra bambini e giovani adulti. Secondo i dati presentati al congresso annuale dell’Associazione Europea per lo Studio del Diabete (Easd), nel 2025 saranno 9,5 milioni le persone colpite nel mondo, con un incremento del 13% rispetto al 2021. 

Le previsioni sembrano lasciare poco spazio a eventuali dubbi: entro il 2040 i casi saliranno a 14,7 milioni.

Numeri sottostimati e “persone mancanti”

Il dato ufficiale potrebbe non riflettere in tutta completezza la realtà. Infatti, i ricercatori stimano  l’esistenza di 4,1 milioni di casi “mancanti”: persone che non hanno ricevuto una diagnosi o che sono decedute prematuramente per mancanza di cure adeguate. Entro il 2040, il numero di queste persone escluse dalle statistiche potrebbe arrivare a 6,7 milioni.

Particolarmente grave la situazione in India, dove si stima che 159.000 persone siano morte a causa di una diagnosi mancata. Complessivamente, nel 2025 si prevede che 174.000 persone perderanno la vita per diabete di tipo 1, e circa una morte su cinque sarà imputabile proprio all’assenza di diagnosi tempestiva.

Diabete di tipo 1: una breve panoramica

Il diabete di tipo 1 è una malattia autoimmune: il sistema immunitario attacca e distrugge le cellule pancreatiche che producono insulina, l’ormone indispensabile per regolare i livelli di zucchero nel sangue. A differenza del diabete di tipo 2, non è legato a fattori di rischio come obesità o sedentarietà e può insorgere fin dall’infanzia.

Il mancato controllo della malattia comporta rischi elevati di complicanze cardiovascolari, renali, neurologiche e oculari. Per questo la diagnosi precoce e l’accesso a terapie adeguate sono fondamentali.

Le nuove diagnosi nel 2025

Secondo lo studio, nel 2025 saranno diagnosticati circa 513.000 nuovi casi di diabete di tipo 1 nel mondo. Quasi la metà (43%) riguarderà persone sotto i 20 anni, pari a 222.000 giovani.

La Finlandia registrerà l’incidenza più alta nella fascia 0-14 anni, con circa 64 nuovi casi ogni 100.000 bambini.

Inoltre, più della metà delle persone con diabete di tipo 1 vivrà in soli dieci Paesi: Stati Uniti, India, Cina, Brasile, Regno Unito, Germania, Russia, Canada, Arabia Saudita e Turchia.

Il quadro delineato dagli esperti sembra evidenziare l’urgenza di rafforzare il sistema sanitario in termini di diagnosi precoce, disponibilità di insulina e accesso a cure che siano di qualità. Una mancata diagnosi, o tardiva può risultare fatale, specialmente nei Paesi con sistemi sanitari più fragili.

Il diabete di tipo 1, a causa delle sue caratteristiche intrinseche, non può essere prevenuto, può essere però gestito efficacemente attraverso la terapia insulinica, il monitoraggio costante della glicemia e l’adozione di uno stile di vita equilibrato. La ricerca scientifica e la sensibilizzazione pubblica rimangono strumenti chiave per ridurre il numero delle “persone mancanti” e migliorare l’aspettativa di vita dei pazienti.


Fonti

ANSA - Nel mondo 9,5 milioni colpiti da diabete giovanile, 14,7 nel 2040

Diabetes research and clinical practice - Global type 1 diabetes prevalence, incidence, and mortality estimates 2025: Results from the International diabetes Federation Atlas, 11th Edition, and the T1D Index Version 3.0



 

Alessandra Familari | Autrice e divulgatrice informazione sanitaria
Scritto da Alessandra Familari | Autrice e divulgatrice informazione sanitaria

Dopo gli studi in Lettere Moderne, ed esperienze giornalistiche si è specializzata in divulgazione su tematiche come salute del cervello, alimentazione e attività fisica, si occupa di informazione scientifica con un approccio rigoroso e multidisciplinare. Su Pazienti.it firma articoli dedicati ai legami tra nutrizione, sport e benessere mentale, evidenziando come le scelte quotidiane possano influire sulla salute del corpo e della mente. Tra i temi affrontati: il ruolo dell’attività fisica nella prevenzione delle malattie cardiovascolari e neurodegenerative; la connessione tra alimentazione e funzioni cognitive; i meccanismi attraverso cui il movimento migliora l’umore, la memoria e la qualità del sonno. La sua scrittura unisce evidenza scientifica, chiarezza comunicativa e orientamento pratico: ogni articolo invita il lettore a comprendere meglio come allenare non solo il corpo, ma anche il cervello. Il suo obiettivo è promuovere una cultura del benessere integrato, fondata su consapevolezza, conoscenza e prevenzione quotidiana. .

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