La demenza frontotemporale può comparire in modo silenzioso e insidioso, con segnali iniziali così sottili da sfuggire all’attenzione dei familiari.
Recentemente, Emma Heming Willis, moglie dell’attore Bruce Willis, ha raccontato in un’intervista al podcast Next Question di Katie Couric, come un piccolo cambiamento, il ritorno improvviso del balbettio già presente nell’infanzia del marito, sia stato il primo segnale della malattia che ha cambiato radicalmente la vita della famiglia.
Questo episodio mette in luce quanto sia importante riconoscere precocemente i segnali della demenza, per intervenire tempestivamente e pianificare strategie di supporto adeguate.
I segnali precoci da non sottovalutare.
La comunità scientifica evidenzia come i primi segnali di questa forma di demenza possano manifestarsi in diverse aree: linguaggio, comportamento, personalità e interazioni sociali.
Cambiamenti sottili, che spesso passano inosservati, possono rappresentare indicatori precoci della malattia, soprattutto in persone di età compresa tra 40 e 65 anni.
Ecco sei dei principali campanelli d’allarme a cui prestare attenzione.
Cambiamenti nel linguaggio
L’afasia progressiva primaria colpisce la comunicazione: difficoltà a trovare parole, espressioni confuse o frasi incomplete.
Nel caso di Bruce Willis, il balbettio improvviso ha anticipato la diagnosi, dimostrando come anche piccoli segnali linguistici possano indicare problemi neurologici significativi.
Difficoltà cognitive e disorientamento
Nelle fasi iniziali non sempre si notano problemi significativi di memoria, ma possono emergere problemi nel ragionamento, nell’organizzazione e nel prendere decisioni.
In alcuni casi la persona può sembrare confusa o avere una percezione alterata della realtà, come raccontato da Emma Heming Willis parlando dei primi mesi della malattia del marito.
Alterazioni comportamentali
Modifiche improvvise nel comportamento, come disinibizione, apatia o comportamenti compulsivi, possono comparire gradualmente ma influenzare significativamente la vita quotidiana e le relazioni sociali del paziente.
Cambiamenti nella personalità
La malattia può provocare mutamenti nel modo di reagire agli stimoli emotivi. Irritabilità, perdita di empatia o atteggiamenti insoliti costituiscono spesso segnali precoci che possono insospettire familiari e amici.
Isolamento sociale
Il ritiro dalle interazioni sociali o la difficoltà a mantenere rapporti può accompagnare i sintomi cognitivi e comportamentali. Nel caso di Bruce Willis, modifiche nel modo di comunicare con l’ambiente esterno hanno rappresentato un campanello d’allarme sottovalutato inizialmente.
Sintomi motori (in alcune forme)
In alcune varianti della demenza frontotemporale, compaiono sintomi motori come rigidità, tremori o problemi di coordinazione.
Sebbene meno frequenti nei primi stadi, questi segnali possono indicare la progressione della malattia.
Questi segnali, se persistenti, meritano attenzione e un confronto con un medico, per capire se si tratta di disturbi passeggeri o di qualcosa che richiede ulteriori accertamenti.
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Diagnosi e cosa fare
Di fronte a cambiamenti persistenti nel linguaggio, nel comportamento o nella personalità è importante rivolgersi a uno specialista, come un neurologo. La diagnosi si basa su una valutazione clinica approfondita, test cognitivi e indagini di neuroimaging (come risonanza magnetica o PET).
Non esistono cure risolutive, ma trattamenti farmacologici e programmi di supporto possono ridurre i sintomi e migliorare la qualità di vita della persona e della famiglia.
Il racconto di Emma Heming Willis non è soltanto la testimonianza di un percorso personale doloroso, ma anche un invito a non sottovalutare piccoli cambiamenti nel linguaggio, nella personalità o nel comportamento. Prestare attenzione a questi campanelli d’allarme significa valorizzare la diagnosi precoce e, soprattutto, tutelare la qualità della vita di chi ne è colpito.
Fonti:
- American Academy of Neurology - Practice parameter: Diagnosis of dementia (an evidence-based review)
- PubMed - A comprehensive review on frontotemporal dementia: its impact on language, speech and behavior
- PubMed - Behavioral Variant Frontotemporal Dementia