È stata pubblicata su Jama la prima indagine su un farmaco in grado di frenare il desiderio incontrollabile della dipendenza creata da una sostanza, la nicotina, comunque presente nelle sigarette elettroniche.
Vediamo di cosa si tratta.
Come si è svolto lo studio
La ricerca – della durata di 24 settimane – ha riguardato 261 soggetti tra i 16 e 25 anni che hanno utilizzato le sigarette elettroniche almeno 5 (o più) volte alla settimana nei tre mesi precedenti.
Gli altri requisiti che dovevano rispettare i ragazzi che hanno fatto parte dello studio erano:
- possedere la volontà di voler smettere o ridurre lo “svapo” nel mese successivo;
- non aver fumato tabacco per almeno 5 (o più) giorni a settimana (dimostrato dalla rilevazione del livello di monossido di carbonio nell’espirato minore di 10 parti per milione).
Gli individui hanno dimostrato la loro dipendenza dalla nicotina (misurata con un indice di dipendenza con 10 voci diverse) e un livello di cotinina (un metabolita della nicotina) maggiore di 30 ng/ml.
I partecipanti sono stati assegnati casualmente alla farmacoterapia, un trattamento di 12 settimane con 1 mg di vareniclina (un farmaco che interferisce con l’attività della nicotina a livello cerebrale, eliminando il piacere generato dal fumo di tabacco e riducendo il desiderio di fumare) due volte al giorno per 7 giorni – o placebo incapsulato esattamente allo stesso modo.
Chi ha assunto il farmaco ha ricevuto sessioni di rinforzo comportamentale di 20 minuti, una a settimana per 12 settimane.
I risultati
L’assunzione di vareniclina ha mostrato un’efficacia significativa nell’aiutare le persone a smettere di fumare: oltre la metà (51%) dei partecipanti che l’hanno assunta è riuscita a mantenere l’astinenza dal fumo per più di quattro settimane.
Questo risultato è stato confermato anche da diverse misurazioni biologiche, mentre nel gruppo placebo la percentuale di successo è stata solo del 14%.
Il vantaggio della vareniclina emerge anche sul lungo periodo: a 24 settimane, il tasso di astinenza era ancora più alto rispetto al solo supporto comportamentale, rafforzando l’efficacia del farmaco.
Per quanto riguarda la tollerabilità, gli effetti indesiderati osservati – come nausea, difficoltà a dormire e sogni intensi – sono coerenti con quelli già noti da studi precedenti.
Il 7% dei partecipanti nel gruppo placebo ha mantenuto l’astinenza, contro quasi il 55% di chi ha assunto il farmaco: questi dati suggeriscono che la vareniclina potrebbe rappresentare una strategia terapeutica da considerare fin da subito.
Secondo la Dr.ssa Eden Evins, prima autrice dello studio e direttrice del Center for Addiction Medicine del Massachusetts General Hospital di Boston, l’efficacia della vareniclina nei più giovani è un dato particolarmente rilevante, soprattutto considerando il rischio concreto che questa fascia di età sviluppi più facilmente dipendenze da altre sostanze. La ricercatrice evidenzia anche una distinzione nei risultati tra maschi e femmine, che merita ulteriori approfondimenti.