Allattamento al seno prolungato: uno scudo contro i ritardi nello sviluppo neurologico

Mattia Zamboni | Autore e divulgatore esperto in salute, nutrizione e psicologia applicata al benessere quotidiano
A cura di Mattia Zamboni
Autore e divulgatore esperto in salute, nutrizione e psicologia applicata al benessere quotidiano

Data articolo – 26 Marzo, 2025

Una donna allatta

Uno studio pubblicato su Jama Network Open ha voluto indagare gli effetti benefici dell’allattamento sull’organismo dei neonati.

Scopriamo cosa hanno scoperto i ricercatori.

I risultati dello studio

L’indagine scientifica ha coinvolto 570.532 bambini – di cui il 52% è stato allattato al seno per almeno 6 mesi, mentre il 41% ha seguito un allattamento esclusivamente al seno – i cui sviluppi sono stati monitorati periodicamente per i successivi tre anni.

Lo studio ha incluso bambini nati tra gennaio 2014 e dicembre 2020 nati dopo almeno 35 settimane di gestazione, senza malattie gravi, con almeno una visita di sorveglianza di follow-up a 2/3 anni di età e dimessi dall'ospedale entro 5 giorni dalla nascita.

In questo modo si è cercato di ridurre il fattore confondente dovuto alla cattiva salute: i bambini nati prima delle 35 settimane di gestazione, infatti, hanno maggiori probabilità di ricevere supporto respiratorio o di aver bisogno di altre apparecchiature mediche o di vivere eventi stressanti nell'unità di terapia intensiva neonatale, che ostacolano la produzione di latte e l'allattamento al seno di successo.

L’osservazione dei soggetti ha permesso di scoprire che i bambini allattati per un periodo prolungato di tempo hanno registrato un minore rischio di ritardi nel raggiungimento delle tappe di sviluppo linguistico e sociale o motorio rispetto ai bambini con meno di 6 mesi di allattamento al seno.

Più nello specifico, i piccoli allattati con allattamento esclusivo hanno un rischio ridotto del 27%, mentre i bambini con allattamento non esclusivo registrano un rischio ridotto del 14%.

Interessante il dato relativo ai fratelli: tra le 37.704 coppie analizzate, i bambini allattati al seno per almeno 6 mesi hanno visto abbassarsi del 9% la probabilità di mostrare ritardi nel raggiungimento delle tappe fondamentali; il rischio di ricevere diagnosi di disturbi dello sviluppo neurologico, invece, è ridotto del 27%, rispetto ai fratelli con meno di 6 mesi di allattamento al seno.

L’importanza dell’allattamento al seno

Lo studio, dunque, suggerisce che l’allattamento può essere una modo semplice di contribuire alla prevenzione dei ritardi di sviluppo del bambino.

Ma perché questo accade? All’interno della ricerca viene asserito che i benefici dell’allattamento al seno per lo sviluppo del cervello dei neonati potrebbero essere mediati attraverso effetti sul microbioma infantile.

Infatti, addirittura l’OMS raccomanda di ricorrere all’allattamento al seno, dichiarando che il latte materno è l'alimento ideale per i neonati: è sicuro, pulito e contiene anticorpi che aiutano a proteggere da molte malattie infantili comuni. 

Inoltre, il latte materno fornisce tutta l'energia e i nutrienti di cui il neonato ha bisogno per i primi mesi di vita e continua a fornire fino a metà o più del fabbisogno nutrizionale di un bambino durante la seconda metà del primo anno e fino a un terzo durante il secondo anno di vita.

Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
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