Toxoplasmosi in gravidanza: cosa sapere su sintomi, rischi e prevenzione

Arianna Bordi | Editor

Ultimo aggiornamento – 17 Ottobre, 2025

donna col pancione

La toxoplasmosi in gravidanza è un’infezione causata dal parassita Toxoplasma gondii: nella maggior parte dei casi è innocua per chi non è incinta, ma può diventare pericolosa durante la gestazione, soprattutto se contratta per la prima volta.

Comprendere come si trasmette, quali sono i rischi, i sintomi e le misure preventive è fondamentale per proteggere la salute del feto.

Cos’è la toxoplasmosi e perché è rischiosa in gravidanza

La toxoplasmosi è un’infezione parassitaria che può colpire esseri umani e animali: il responsabile è il Toxoplasma gondii, un protozoo che si riproduce principalmente nei gatti, ospiti definitivi del parassita; si tratta di un microrganismo che può infettare diversi tessuti e che, una volta contratto, resta nell’organismo in forma latente per tutta la vita.

Nella maggior parte degli adulti sani l'infezione è asintomatica o si manifesta con sintomi lievi, simili a quelli di una comune influenza.

Se, però, viene contratta durante la gestazione, la toxoplasmosi in gravidanza implica dei rischi che non si possono ignorare: il parassita, infatti, può attraversare la placenta e infettare il feto, con conseguenze potenzialmente gravi per il suo sviluppo.

Le conseguenze della toxoplasmosi in gravidanza possono variare a seconda del trimestre in cui avviene il contagio: più l'infezione è precoce, maggiore è la gravità dei possibili danni (malformazioni neurologiche, oculari o ritardi di crescita).

Come si contrae la toxoplasmosi

La trasmissione del parassita avviene principalmente per via orale. Le principali fonti di contagio sono:

  • carne cruda o poco cotta: salumi, insaccati e carne non ben cotta possono contenere cisti del parassita (in particolare maiale, agnello e selvaggina). Ecco perché i salumi consentiti in gravidanza sono esclusivamente quelli cotti (per es. prosciutto cotto e mortadella). Infatti, la cottura a temperature superiori ai 67°C per almeno 10 minuti elimina il parassita;
  • contatto con feci di gatto: è importante evitare di pulire la lettiera del gatto o, in alternativa, indossare sempre i guanti e lavarsi bene le mani;
  • frutta e verdura crude: consumare frutta e verdura curda, anche se lavata accuratamente, è un fattore di rischio, seppur inferiore alla carne cruda o non abbastanza cotta;
  • contatto con terra o sabbia contaminata: anche i lavori di giardinaggio possono essere una fonte di rischio se si maneggia la terra senza guanti e poi ci si porta le mani alla bocca.

Toxoplasmosi in gravidanza e fasi della gestazione

Quando l’infezione avviene prima della gravidanza, l’organismo sviluppa anticorpi che proteggono il feto; se, invece, si contrae per la prima volta in gravidanza, il parassita può attraversare la placenta e infettare il bambino.

Le toxoplasmosi in gravidanza comporta delle conseguenze che variano in base al momento dell’infezione:

  • primo trimestre: rischio di aborto spontaneo o malformazioni congenite;
  • secondo trimestre: possibili danni neurologici, cecità, sordità;
  • terzo trimestre: maggiore probabilità di trasmissione, ma sintomi fetali spesso meno gravi, con manifestazioni che possono comparire dopo la nascita.

Sintomi della toxoplasmosi in gravidanza

La toxoplasmosi è spesso asintomatica, rendendo difficile riconoscerla senza esami specifici. Quando presenti, i sintomi della toxoplasmosi in gravidanza possono includere:

  • febbre moderata;
  • linfonodi ingrossati, soprattutto al collo;
  • dolori muscolari e articolari;
  • stanchezza e malessere generale.

Diagnosi e screening per la toxoplasmosi in gestazione

La prima cosa da fare per determinare il proprio stato immunitario è il dosaggio delle immunoglobuline IgG e IgM tramite esame del sangue, un esame del sangue che viene prescritto all'inizio della gravidanza e ripetuto con cadenza mensile o trimestrale se si risulta non immuni.

I risultati si basano principalmente sui valori degli anticorpi IgG e IgM: se il test è negativo in gravidanza significa che non si è mai contratta l'infezione e si è quindi a rischio; al contrario, un risultato di toxoplasmosi positivo in gravidanza indica che si è immuni e che non si hanno motivi di preoccuparsi.

Dunque, ricapitolando:

  • toxoplasmosi negativa in gravidanza (IgG e IgM negative): non si è mai stati infettati, quindi non si hanno anticorpi protettivi. Serve una prevenzione rigorosa;
  • toxoplasmosi positiva in gravidanza (IgG positive e IgM negative): indica un’infezione avvenuta in passato, con immunità acquisita;
  • toxoplasmosi positivo in gravidanza con IgM positive: può segnalare un’infezione recente e necessita di approfondimenti.

La lettura dei valori deve essere affidata al medico, che può consigliare test di conferma come l’avidità IgG per distinguere un’infezione recente da una pregressa.

Come prevenire la toxoplasmosi in gravidanza

La prevenzione è l’arma più efficace, soprattutto per chi risulta negativa ai test iniziali:

  • evitare carne cruda o al sangue;
  • evitare insaccati e salumi crudi, a meno che non siano stati congelati;
  • pulire accuratamente utensili e superfici dopo la preparazione dei cibi;
  • è bene lavarsi le mani con acqua e sapone prima di mangiare, dopo aver toccato carne cruda, frutta o verdura da lavare e dopo aver maneggiato la terra;
  • lavare accuratamente taglieri, coltelli e stoviglie che sono venuti a contatto con carne cruda per evitare la contaminazione incrociata.

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Trattamento e cure per la toxoplasmosi durante la gestazione

La terapia per la toxoplasmosi in gravidanza dipende dal momento dell’infezione e dallo stato del feto:

  • nei primi mesi si possono usare antibiotici come la spiramicina per ridurre il rischio di trasmissione al feto;
  • in caso di infezione confermata del bambino, si impiegano combinazioni di pirimetamina e sulfadiazina, spesso insieme all’acido folinico. Il monitoraggio può includere ecografie mirate e, in casi specifici, ad esempio se l'esame del sangue indica una positività alla toxoplasmosi / in gravidanza per la prima volta (quindi un'infezione acuta), il medico potrebbe raccomandare ulteriori accertamenti, come l'amniocentesi, per verificare se il parassita ha raggiunto il feto.

FAQ – Domande frequenti sulla toxoplasmosi in gravidanza

Vediamo alcuni dubbi ricorrenti su questa infezione durante le gestazione:

Si può mangiare il prosciutto crudo in gravidanza?

No, il prosciutto crudo è un salume non cotto e può essere fonte di contagio. È preferibile consumare solo salumi cotti (prosciutto cotto, mortadella, fesa di tacchino).

È possibile contrarre la toxoplasmosi dal proprio gatto?

Sì, ma solo attraverso il contatto con le sue feci, non tramite carezze o leccate. Il rischio è molto basso se il gatto vive in casa e viene nutrito con cibo industriale, ma è sempre prudente delegare la pulizia della lettiera.

La toxoplasmosi è sempre pericolosa per il feto?

No, non sempre, molto dipende dal trimestre in cui avviene il contagio: più è precoce, maggiori sono i rischi, ma una diagnosi tempestiva e una terapia adeguata possono ridurre significativamente i pericoli.

Cosa sono gli anticorpi IgG e IgM?

Le IgG indicano un'infezione passata e quindi l'immunità, mentre le IgM segnalano un'infezione recente in corso.

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Scritto da Arianna Bordi | Editor

Dopo la laurea in Letteratura e Lingue straniere, durante il mio percorso di laurea magistrale mi sono specializzata in Editoria e Comunicazione visiva e digitale. Ho frequentato corsi relativi al giornalismo, alla traduzione, alla scrittura per il web, al copywriting e all'editing di testi.

a cura di Dr.ssa Anna Maria Ferri
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