Ritardo nella crescita fetale: cause e diagnosi

Valentina Montagna | Editor

Ultimo aggiornamento – 23 Aprile, 2025

medico  ausculta donna incinta

Il ritardo di crescita fetale è una condizione che può verificarsi durante la gravidanza e riguarda i feti che crescono meno del previsto nell'utero materno. Il feto è più piccolo di quanto dovrebbe essere per la sua età gestazionale.

Cosa si intende per ritardo di crescita intrauterina

Si può chiamare anche ritardo di crescita intrauterina ed è una condizione in cui il feto non cresce come previsto per la sua età gestazionale. Ovvero quando il peso stimato del feto è inferiore al 10° percentile per la sua età gestazionale.

Per età gestazionale si intende il numero di settimane di una gravidanza calcolato dal primo giorno dell'ultimo ciclo mestruale della madre.

I due tipi principali sono il ritardo di crescita simmetrica, in cui tutte le parti del corpo del feto sono piccole, e quella asimmetrica, in cui la testa e il cervello hanno dimensioni normali, ma il resto del corpo è piccolo.  

Quali sono le cause del ritardo di crescita fetale 

Le cause di ritardo di crescita intrauterino sono da ricercare in problemi con la placenta, l'organo che fornisce nutrienti e ossigeno al feto in via di sviluppo durante la gravidanza, o nel flusso sanguigno nel cordone ombelicale, che collega il feto alla placenta trasportando sangue ricco di nutrienti e ossigeno; stili di vita non corretti della madre, come fumo, alcol o uso di sostanza stupefacenti; infezioni durante la gravidanza o condizioni di salute come ipertensione o diabete.

Il ritardo di crescita fetale asimmetrico, nella maggior parte dei casi, è legato a problemi di malnutrizione della mamma e da insufficienza utero placentare per cui il feto non riceve l'adeguato apporto di nutrienti indispensabili per la sua crescita.

Le cause del ritardo di crescita fetale nel dettaglio:

  • problemi con la placenta (il tessuto che fornisce nutrienti e ossigeno al feto);
  • problemi con il flusso sanguigno nel cordone ombelicale;
  • condizioni mediche della madre, come ipertensione, malattie cardiache, anemia, malattie renali, lupus o altre condizioni autoimmuni, diabete;
  • infezioni materne come citomegalovirus, rosolia, toxoplasmosi, sifilide;
  • uso di alcol, droghe o fumo da parte della madre;
  • assunzione di alcuni farmaci da parte della madre (ad esempio, alcuni farmaci anti-epilettici);
  • gravidanze multiple (gemelli, trigemini);
  • anomalie genetiche o congenite del feto.

Fattori di rischio

Alcuni fattori aumentano il rischio di ritardo della crescita fetale, tra questi ci sono:

  • problemi di salute della madre: pressione alta, malattie croniche come diabete o insufficienza renale, malnutrizione o anemia, uso di alcol, droghe o sigarette.
  • problemi con l’utero o la placenta: ridotto flusso sanguigno verso il feto, distacco precoce della placenta, infezioni nei tessuti intorno al feto.
  • problemi con il feto: gravidanze gemellari o plurigemellari, difetti congeniti o cromosomici, infezioni durante lo sviluppo.

Come viene diagnosticata la crescita lenta del feto durante la gravidanza

Come si fa la diagnosi del feto che non cresce? La diagnosi si fa attraverso la misurazione dell'altezza uterina (fundale) e tramite ecografie prenatali che consentono di stimare le dimensioni, il peso del feto, di valutare il flusso sanguigno e il livello di liquido amniotico (il fluido che circonda e protegge il feto nell'utero).

Quando il feto cresce poco, questa condizione prevede il monitoraggio frequente tramite:

  • ecografia prenatale: un test di imaging che utilizza onde sonore per creare immagini del feto nell'utero, per stimarne le dimensioni e il peso. L'esame può anche rilevare problemi con la placenta, il flusso sanguigno nel cordone ombelicale e il livello di liquido amniotico;
  • misurazione della distanza tra l'osso pubico e la parte superiore dell'utero: un'altezza inferiore al previsto per l'età gestazionale può suggerire la condizione di crescita lenta fetale;
  • amniocentesi: la procedura in cui viene prelevato un campione di liquido amniotico per il test genetico o per valutare la maturità polmonare fetale;
  • esami Doppler per controllare il flusso sanguigno verso il bambino;
  • monitoraggio del battito cardiaco fetale.

L'altezza uterina è la distanza misurata dal pube all'estremità superiore dell'utero della donna incinta, utilizzata per valutare la crescita fetale.

L'altezza uterina, misurata in centimetri, dovrebbe corrispondere approssimativamente al numero di settimane di gravidanza dopo le 20 settimane. Una discrepanza di 4 cm o più può suggerire una crescita fetale rallentata.

Come viene trattata

La crescita rallentata del feto durante la gravidanza può richiedere anche:

  • somministrazione di corticosteroidi per favorire lo sviluppo polmonare del feto in caso di parto prematuro indotto;
  • la gestione di eventuali condizioni mediche materne sottostanti;
  • il monitoraggio dell'aumento di peso della madre e la prescrizione di una dieta sana;
  • in alcuni casi, il riposo a letto per migliorare il flusso sanguigno del bambino;
  • in situazioni più gravi, può essere raccomandata l'induzione precoce del parto o il taglio cesareo, soprattutto se il feto ha smesso di crescere o se ci sono problemi con la placenta o con il cordone ombelicale;
  • parto cesareo, se il parto vaginale è considerato troppo rischioso per il bambino.

Oltre all'ecografia, possono essere eseguiti il monitoraggio fetale per valutarne la frequenza cardiaca, screening per infezioni materne e amniocentesi per valutare anomalie genetiche o la maturità polmonare del feto.

Quali sono le possibili conseguenze del ritardo della crescita fetale

I neonati che hanno avuto problemi di crescita rallentata intrauterina possono avere problemi respiratori e di alimentazione, difficoltà a mantenere una temperatura corporea stabile, anomalie del sangue, ipoglicemia (bassi livelli di zucchero nel sangue), difficoltà a combattere le infezioni e problemi neurologici.

Il medico può raccomandare di indurre il travaglio precocemente in caso di problemi con la placenta, il cordone ombelicale o se il feto ha smesso di crescere.

Nel dettaglio, le possibili conseguenze del ritardo della crescita fetale sono:

  • problemi respiratori e di alimentazione;
  • difficoltà a mantenere una temperatura corporea stabile;
  • anomalie nella conta delle cellule del sangue;
  • basso livello di zucchero nel sangue (ipoglicemia);
  • problemi a combattere le infezioni;
  • problemi neurologici;
  • a lungo termine, possono esserci problemi di sviluppo cognitivo o cardiovascolare.

Come prevenire il ritardo della crescita fetale: consigli pratici

La prevenzione del ritardo della crescita fetale passa attraverso alcuni accorgimenti: una corretta alimentazione, l'integrazione di nutrienti essenziali e uno stile di vita sano.

Ecco alcune indicazioni utili.

Alimentazione equilibrata

Una dieta sana ed equilibrata è fondamentale per garantire il corretto sviluppo del feto.
 
Ecco alcuni alimenti da privilegiare:

  • frutta e verdura: consumare almeno 5 porzioni al giorno, scegliendo varietà ricche di vitamine e antiossidanti come carote, peperoni, spinaci, broccoli, agrumi, kiwi e fragole. Questi alimenti apportano vitamina C (utile per l'assorbimento del ferro) e folati, essenziali per la crescita cellulare;
  • proteine magre: preferire carni magre (pollo, tacchino), pesce azzurro (sgombro, alici) e legumi (fagioli, lenticchie), che forniscono proteine di alta qualità, ferro e vitamine del gruppo B16;
  • cereali integrali: preferire pane, pasta e riso integrali per un apporto costante di energia e fibre, utili anche per prevenire la stitichezza;
  • latte e derivati: consumare latte, yogurt e formaggi magri con moderazione per garantire un adeguato apporto di calcio e vitamina D, necessari per lo sviluppo dello scheletro fetale;
  • grassi sani: integrare fonti di omega-3 come noci, semi di lino e pesce grasso (salmone, sardine) per supportare lo sviluppo cerebrale del feto.

L'importanza dell'acido folico

L'acido folico (vitamina B9) è fondamentale per prevenire malformazioni congenite come i difetti del tubo neurale (es. spina bifida) e ridurre il rischio di ritardo della crescita intrauterina.

Si consiglia di iniziare l'assunzione almeno un mese prima del concepimento e proseguire per tutto il primo trimestre. La dose raccomandata è di 400 mcg al giorno; in caso di gravidanze gemellari o condizioni particolari potrebbe essere necessario aumentarla su indicazione medica.

Tra le fonti alimentari naturali ci sono le verdure a foglia verde (spinaci, bietole), agrumi, legumi e cereali fortificati.

Stile di vita sano

È altrettanto importante adottare abitudini salutari:

  • evitare alcol e droghe: anche piccole quantità di alcol possono compromettere la crescita fetale e causare la sindrome alcolico-fetale;
  • smettere di fumare: il fumo riduce l'apporto di ossigeno al feto attraverso la placenta, aumentando il rischio di ritardo della crescita intrauterina;
  • limitare la caffeina: non superare i 200 mg al giorno (circa una tazza di caffè), perché la caffeina attraversa la placenta ed è metabolizzata lentamente dal feto.

Controlli regolari

Effettuare visite prenatali regolari consente di monitorare la salute materno-fetale:

  • controllo del peso materno;
  • monitoraggio ecografico della crescita fetale;
  • screening per eventuali infezioni o condizioni mediche materne.
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Scritto da Valentina Montagna | Editor

La mia formazione comprende una laurea in Lingue e Letterature Straniere, arricchita da una specializzazione in Web Project Management. La mia esperienza nel campo si estende per oltre 15 anni, nei quali ho collaborato con nutrizionisti, endocrinologi, medici estetici e dermatologi, psicologi e psicoterapeuti e per un blog di un'azienda che produce format televisivi in ambito alimentazione, cucina, lifestyle.

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