Cosa sono le cellule epiteliali squamose e quale funzione hanno? È vero che individuare piccole tracce nelle urine è considerato un evento normale? Scopriamo cosa può significare la presenza di cellule squamose in gravidanza nell'urina della donna e quando esse possono essere il segnale di qualcosa che non va.
Cellule epiteliali squamose in gravidanza: cosa sono e quale funzione hanno
Le cellule epiteliali squamose sono una tipologia di cellula dalla forma piatta e sottile e sono localizzate nel tessuto epiteliale della vescica. Queste cellule ricoprono esternamente la cervice (cioè l'esocervice) e svolgono diverse funzioni, fra cui quella di rivestimento e quella protettiva.
Esse, inoltre, favoriscono gli scambi fra sostanze diverse e rappresentano una risorsa fondamentale. Quando, tuttavia, se ne rilevano quantità eccessive nelle urine, allora potrebbe essere il segnale di qualche anomalia o di un'infezione in corso.
Il corpo umano produce tre diversi tipi di cellule epiteliali:
- le cilindriche;
- le cubiche;
- le squamose. Proprio queste ultime si caratterizzano per avere dimensioni maggiori, una forma piatta e un nucleo di piccole dimensioni.
Il termine "squamose" abbinato al loro nome indica la presenza di un nucleo sporgente che ricorda appunto, per via della sua forma particolare, una squama.
Urine con cellule epiteliali squamose in gravidanza: cosa significa?
Qualche traccia di cellule epiteliali squamose in gravidanza riscontrate nell'urina della donna incinta è del tutto fisiologica, tuttavia in alcuni casi valori molto sballati possono effettivamente indicare una problematica.
Occorre tenere presente, però, che avere piccole quantità di cellule epiteliali squamose all'interno dell'urina non è di per sé sempre predittivo di malattie o infezioni, quindi i risultati dell'esame andranno sottoposti al medico; quest'ultimo sarà in grado di mettere in relazione i parametri ottenuti con altri sintomi eventualmente presenti, e formulare così una diagnosi accurata.
Un valore isolato di cellule epiteliali squamose, anche se alto, non è quindi sempre sinonimo di una patologia, tantomeno durante la gravidanza, quando il delicato equilibrio dell'apparato urinario femminile viene messo sotto pressione da diverse modificazioni.
Se in condizioni di buona salute e non in presenza di una gestazione in corso, quantità molto alte di cellule epiteliali squamose possono rappresentare un sintomo da non sottovalutare, per una donna in gravidanza occorre mantenere un atteggiamento più prudente, dal momento che valori generalmente più significativi sono considerati normali.
Sarà il medico, quindi, mettendo in relazione il risultato della conta con altri parametri (come ad esempio il numero di leucociti, quello dei nitriti e lo stato di benessere della donna), a capire se ci si trova di fronte e a una situazione potenzialmente patologica oppure no.
Alti valori di cellule epiteliali squamose in gravidanza: quali sono le cause?
La presenza di una certa quantità di cellule epiteliali squamose in gravidanza è del tutto normale, e lo è anche nelle donne che non stanno aspettando un bambino, dal momento che tale parametro potrebbe semplicemente indicare che vi è solamente una lieve irritazione vescicale o alle vie urinarie.
In altri casi, inoltre, tracce di queste cellule sono dovute a una contaminazione del campione di urine avvenuta durante il momento della raccolta, oppure possono essere la conseguenza di un'igiene intima non accurata o, ancora, possono essere espressione di un'infiammazione alla parte esterna dell'uretra non particolarmente significativa.
Quando, tuttavia, i valori di queste cellule nelle urine sono molto alte, o si accompagnano a sintomi specifici, essi possono effettivamente essere causati da una patologia vera e propria.
Le cause più comuni possono includere:
- infezioni delle vie urinarie. Le patologie più frequenti (in particolare nelle donne incinte), sono la cistite interstiziale, l'uretrite e le infezioni ai reni. L'infezione causa un'infiammazione e dei danni alle cellule del tratto urinario, le quali si staccano dalla loro sede originaria e vengono poi trovate nelle urine. I sintomi che dovrebbero far pensare a una problematica di questo tipo sono il bruciore vaginale, il dolore durante la minzione, il bisogno di urinare frequentemente, la presenza di sangue nelle urine, urine dal colore torbido e schiumose, oltre che il dolore addominale; la presenza di flora batterica e nitriti positivi all'esame delle urine
- calcoli renali;
- malattie a carico dei reni, come la nefrite e la pielonefrite.