Quando dare il ciuccio al neonato?

Valentina Montagna | Editor

Ultimo aggiornamento – 23 Luglio, 2025

Un neonato con il ciuccio.

I neonati nascono con un istinto naturale per la suzione, cioè con l'attitudine a succhiare. Già nella pancia della mamma mettono il dito in bocca. E poi una volta nati scoprono l'amato ciuccio, compagno di ninne e "amuleto" dal potere calmante dei pianti inconsolabili.

Ma quando dare il ciucco al neonato? E quando, invece, toglierlo?

L'argomento non mette tutti d'accordo, ma chi assume una posizione cautelativa, raccomanda di dare il ciuccio solo quando l'allattamento sia stabilizzato, perché il ciuccio può complicarlo, influenzando l'attacco al seno, la stimolazione della produzione di latte e la capacità del bambino di riconoscere i segnali di fame.

La confusione potrebbe derivare dalla differenza nello sforzo di suzione o dalla semplice sostituzione di opportunità di alimentazione. 

Perché si dà il ciuccio al neonato?

Prima di tutto, il ciuccio soddisfa un istinto innato, primario, il riflesso della suzione. La sua funzione è anche quella di calmare il bambino da pianto e agitazione tra una poppata e l'altra. Ma c'è di più.

L'uso del ciuccio durante il sonno è associato a una riduzione del rischio di Sindrome della Morte Improvvisa del Neonato (SIDS), nota anche come "morte in culla".

Non se ne conosce il meccanismo esatto, ma il ciucco durante i pisolini e prima di coricarsi agisce come fattore protettivo. Il merito sarebbe della suzione che mantiene le vie aeree del bambino più aperte e/o incentivi un sonno meno profondo, così che il bambino si risvegli più facilmente.

Questa meta-analisi di 7 studi conferma la riduzione del rischio SIDS attraverso l'uso del ciuccio durante il sonno.

Ciò detto resta indubbio che questa è solo una delle "accortezze" per la prevenzione della SIDS. Per un sonno sicuro, il neonato deve dormire sulla schiena, su una superficie rigida e piatta, in una culla o lettino senza cuscini, coperte o peluche.


Potrebbe interessarti anche:


Studi sperimentali hanno dimostrato che la suzione al ciuccio espleta un effetto analgesico anche più efficace delle soluzioni dolci (saccarosio o glucosio), influenzando la risposta al dolore.

Ciuccio ai neonati: quando è il momento migliore?

Il momento migliore per dare il ciuccio dipende dal tipo di alimentazione. Nei bimbi alimentati con il biberon non esistono vincoli di tempistica, il ciuccio può essere introdotto fin da subito.

Se invece si allatta al seno, è meglio attendere che l'allattamento sia consolidato, di solito intorno alle 3-4 settimane di vita, per evitare che il bambino confonda il capezzolo con il ciuccio. Solo quando peso, produzione lattea e numero di poppate sono stabili, allora si può introdurre il ciuccio.

E comunque è bene valutare che il ciuccio si dovrebbe dare solo per far addormentare il bambino e per calmarne il pianto.

È bene, invece, evitare di darlo nei 30 minuti che precedono una poppata per non mascherare i segnali di fame. Infatti il ciuccio, come premesso, può confondere i segnali di fame e ridurre il desiderio di attaccarsi al seno, con calo di produzione lattea.

Quindi, in sintesi, il ciuccio si può dare a partire dai 20-30 giorni (subito per bimbi nutriti con biberon) e solo dopo la poppata, preferibilmente nel momento della nanna.

Quali sono le conseguenze di dare il ciuccio troppo presto?

Non mette tutti d'accordo questa posizione, ma di fatto le conseguenze derivate dalla confusione della suzione, visto che il meccanismo di suzione richiesto dal ciuccio è diverso da quello necessario per l'allattamento al seno, può causare un attaccamento scorretto al seno, che a sua volta può provocare  ragadi dolorose per la madre e una suzione meno efficace per il bambino. Tutto questo finisce per compromettere la stimolazione della produzione di latte.

All'allattamento al seno vengono riconosciuti diversi benefici ineguagliabili per la salute del bambino e della madre.

Per il neonato, il latte materno:

  • migliora lo sviluppo intestinale e orale;
  • diminuisce il rischio di allergie, asma e infezioni respiratorie/urinarie grazie agli anticorpi presenti nel colostro;
  • diminuisce il rischio di patologie future come diabete e obesità.

Per la madre, invece, l'allattamento aiuta nella perdita di peso post-partum, riduce il rischio di osteoporosi, emorragie e alcune forme di tumore.

Quando è il caso di togliere il ciuccio?

L'uso protratto oltre 24 mesi innesca l'abitudine al ciuccio che aumenta il rischio di open bite, overbite e palato stretto. Quindi andrebbe considerato un piano di svezzamento entro i 2 anni, idealmente 18 mesi.

Dopo i 12 mesi si può iniziare a restringerne l'uso al solo momento della ninna; dopo i 18-24 mesi iniziare lo svezzamento graduale per prevenire problemi di malocclusioni.

Una bambina con il ciuccio.

Vediamo nel dettaglio.

L'uso del ciuccio oltre i 2-3 anni comporta rischi per la struttura del cavo orale, con problemi come:

  • malocclusioni dentali: il ciuccio interferisce con la normale crescita delle arcate dentarie, causando disallineamenti che possono richiedere trattamenti ortodontici futuri;
  • morso aperto: una delle conseguenze più comuni è lo sviluppo di uno spazio tra i denti anteriori quando la bocca è chiusa, dove spesso si interpone la lingua. Questa condizione si verifica perché il ciuccio mantiene costantemente separate le due arcate durante la suzione;
  • alterazioni del palato: posizionandosi tra lingua e palato, il ciuccio impedisce alla lingua di funzionare come deve, allargare l'arcata superiore per adattarla a quella inferiore. Ne risulta un palato più stretto e arcate dentali non armoniche.

Ma ci sono anche altre conseguenze, ovvero l'impatto sul linguaggio e sulle funzioni orali:

L'uso costante del ciuccio quando il bambino è sveglio può interferire con lo sviluppo del linguaggio. Il ciuccio impedisce il corretto posizionamento della lingua, alterando la produzione dei suoni e limitando le opportunità di vocalizzazione e interazione verbale.

L'uso prolungato altera anche importanti funzioni come la respirazione, la deglutizione e la masticazione, con ripercussioni che si estendono oltre il cavo orale, riflettendo sulla postura e sullo sviluppo muscolare facciale.

Questo studio si concentra sugli effetti dei ciucci convenzionali vs ortodontici sulle malocclusioni, con focus su morso aperto anteriore e crossbite posteriore.

Il riflesso di suzione: un bisogno naturale 

Questo riflesso primario si manifesta nel bambino ancor prima della nascita, con movimenti di suzione e deglutizione già dalla fine del primo trimestre di gestazione, tra l'undicesima e la dodicesima settimana.

La suzione non è, quindi, solo legata alla fame ma esprime di fatto un bisogno naturale e profondo del neonato, un meccanismo intrinseco per ottenere conforto, sicurezza e autoregolarsi. Quindi quella del bambino che chiede il ciuccio, anche quando diventa più grandino, è in realtà una necessità fisiologica e emotiva radicata. 

Consigli pratici per gestire il ciuccio

Nella gestione del ciuccio è utile conoscere alcuni accorgimenti pratici:

  • non forzare il bambino ad accettare il ciuccio se lo rifiuta;
  • se il ciuccio cade durante il sonno, non è obbligatorio reinserirlo a meno che il bambino non pianga per richiederlo;
  • non attaccare il ciuccio ai vestiti del bambino, a peluche o attorno al collo, per eliminare qualsiasi rischio di strangolamento;
  • non immergerlo in sostanze dolcificanti;
  • preferire modelli monopezzo in silicone con scudo ampio e fori di ventilazione.
Valentina Montagna | Editor
Scritto da Valentina Montagna | Editor

La mia formazione comprende una laurea in Lingue e Letterature Straniere, arricchita da una specializzazione in Web Project Management. La mia esperienza nel campo si estende per oltre 15 anni, nei quali ho collaborato con nutrizionisti, endocrinologi, medici estetici e dermatologi, psicologi e psicoterapeuti e per un blog di un'azienda che produce format televisivi in ambito alimentazione, cucina, lifestyle.

a cura di Dr. Giuseppe Pingitore
Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
Valentina Montagna | Editor
Valentina Montagna | Editor
in Bebe e neonati

1015 articoli pubblicati

a cura di Dr. Giuseppe Pingitore
Contenuti correlati
orecchio di un neonato
Come pulire le orecchie ai neonati

Pulizia delle orecchie del neonato: è sufficiente pulire l'orecchio esterno per evitare irritazioni e infezioni. Ecco come fare passo passo.

Primo piano dei piedi di un neonato su un copriletto
Ernia ombelicale nel neonato: perché si forma e come affrontarla serenamente

Come riconoscere l'ernia ombelicale nel neonato, quando preoccuparsi e cosa fare. Una guida semplice per affrontarla con serenità.