Ernia ombelicale nel neonato: perché si forma e come affrontarla serenamente

Emanuela Spotorno | Editor

Ultimo aggiornamento – 20 Agosto, 2025

Primo piano dei piedi di un neonato su un copriletto

L’ernia ombelicale nel neonato è una condizione frequente nei primi mesi di vita e spesso osservata durante i controlli pediatrici ma, nella maggior parte dei casi, non rappresenta un pericolo per la salute del bambino.

Può tuttavia suscitare comprensibili preoccupazioni, soprattutto quando si nota un ombelico sporgente. Si tratta infatti di un rigonfiamento che può variare nel tempo e diventare più evidente in determinate situazioni, come durante il pianto.

Sapere come riconoscerla, comprenderne le cause, monitorarne l’evoluzione e conoscere quando operare un’ernia ombelicale permette di affrontare questa condizione con maggiore consapevolezza.

Di seguito, una panoramica chiara e aggiornata.

Cos'è l'ernia ombelicale nei neonati

L’ernia ombelicale si manifesta quando una parte del contenuto addominale (di solito una porzione di intestino) protrude attraverso l’anello ombelicale, ossia l’apertura nella parete addominale che durante la vita fetale ospitava il cordone ombelicale.

Dopo la nascita, questa apertura dovrebbe richiudersi spontaneamente nei primi mesi di vita. In alcuni casi, però, il processo di chiusura non avviene completamente, e ciò determina la formazione dell’ernia.

La condizione è visibile sotto forma di rigonfiamento molle e rotondeggiante nella zona dell’ombelico, che può aumentare quando il bambino piange o tossisce, rendendo ancora più evidente l’ombelico sporgente nel neonato.

Cause e fattori di rischio

L’origine dell’ernia ombelicale è congenita e legata alla mancata chiusura dell’anello ombelicale. 

Alcuni fattori aumentano il rischio di sviluppare questa condizione, tra cui:

  • parto prematuro;
  • basso peso alla nascita;
  • familiarità (presenza di ernia in altri membri della famiglia);
  • alcune condizioni genetiche, come la sindrome di Down;
  • difetti del tessuto connettivo o muscolare.

Non si tratta quindi di un problema legato a un trauma o a pratiche scorrette nella gestione del neonato. Nella maggior parte dei casi, l’ernia si presenta senza cause particolari e tende a regredire spontaneamente nel tempo.

Come si presenta e quali sono i sintomi

Il principale segno clinico dell’ernia ombelicale nel neonato è la presenza di un rigonfiamento visibile a livello dell’ombelico. Questo rigonfiamento:

  • è più evidente quando il bambino piange, tossisce o sforza l’addome;
  • è morbido al tatto;
  • può rientrare spontaneamente a riposo;
  • non provoca dolore nella maggior parte dei casi.

Quando l’ombelico si presenta sporgente in modo persistente, il pediatra valuterà se si tratta effettivamente di un’ernia o di una semplice variante anatomica.

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In rari casi, l’ernia può complicarsi con l’incarcerazione, cioè il blocco del contenuto intestinale all’interno dell’anello. In questi casi si possono osservare:

  • gonfiore duro e non riducibile;
  • arrossamento o colorazione bluastra della pelle;
  • vomito o rifiuto del cibo;
  • pianto inconsolabile.

Questi sintomi richiedono un intervento medico urgente.

Diagnosi e controlli pediatrici

La diagnosi viene effettuata dal pediatra durante l’esame obiettivo. Non sono necessari esami strumentali per identificare un’ernia ombelicale semplice, ma potrebbe essere richiesta un’ecografia in presenza di dubbi diagnostici o sintomi sospetti.

Durante i controlli periodici, il pediatra monitora la dimensione dell’ernia e valuta il grado di chiusura spontanea dell’anello ombelicale, decidendo se e quando intervenire chirurgicamente.

Ernia ombelicale nei bambini: quando operare

La domanda più frequente che ci si pone in caso di ernia è: "quando operare un’ernia ombelicale nel neonato?"

La risposta dipende da diversi fattori, ma è importante sottolineare che nella maggior parte dei casi non si richiede alcun intervento prima dei 3-4 anni di età.

L’intervento chirurgico può essere preso in considerazione in questi casi:

  • persistenza dell’ernia dopo i 4-5 anni;
  • anello ombelicale di grandi dimensioni (oltre 1,5-2 cm);
  • progressivo aumento del rigonfiamento;
  • episodi di incarcerazione;
  • disagio estetico o funzionale marcato.

L’intervento è di tipo ambulatoriale, avviene in anestesia generale e consiste nella chiusura del difetto con punti di sutura. Nella quasi totalità dei casi, la procedura è sicura e risolutiva, con tempi di recupero rapidi.

Cosa evitare: fasce, cerotti e rimedi casalinghi

Nonostante alcune credenze popolari, applicare monete, cerotti o fasce elastiche sull’ernia non favorisce la chiusura spontanea. Al contrario, queste pratiche possono causare irritazioni cutanee, infezioni o compressioni dannose.

Le linee guida pediatriche raccomandano l’osservazione clinica e il monitoraggio da parte del pediatra come unico approccio corretto nei primi anni di vita.

Prognosi e decorso dell'ernia neonatale

La prognosi dell’ernia ombelicale nel neonato è generalmente eccellente. La maggior parte delle ernie si chiude spontaneamente entro i 2-3 anni, senza necessità di intervento chirurgico. Anche quando è necessario operare, l’esito è quasi sempre positivo, con un basso rischio di recidiva e nessuna conseguenza sullo sviluppo fisico del bambino.

È importante affidarsi a controlli regolari e mantenere un dialogo costante con il pediatra, evitando soluzioni fai-da-te che possono rivelarsi inutili o addirittura pericolose.


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Per riassumere possiamo dire che l’ernia ombelicale nel neonato è una condizione molto frequente, che nella maggior parte dei casi non comporta rischi e tende a risolversi spontaneamente entro pochi anni.

Un ombelico sporgente nel neonato non è necessariamente motivo di allarme, ma va monitorato nel tempo con il supporto del pediatra e seguendo le linee guida ufficiali, è possibile affrontare questa situazione con serenità e consapevolezza.

Emanuela Spotorno | Editor
Scritto da Emanuela Spotorno | Editor

Amo da sempre i libri e la lettura e negli ultimi anni mi sono appassionata a tematiche legate al benessere, all'alimentazione e al mondo Pet. Finalmente su Pazienti.it posso scrivere di argomenti che mi coinvolgono ed appassionano.

a cura di Dr. Giuseppe Pingitore
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