I bambini quando iniziano a gattonare? Età, stili e consigli per i genitori

Arianna Bordi | Editor

Ultimo aggiornamento – 22 Settembre, 2025

Neonata che gattona sul pavimento vicino ai due genitori e a delle carte per imparare nella sua cameretta

Il gattonamento è una delle tappe più emozionanti nello sviluppo motorio di un bambino, perché segna il momento in cui il piccolo inizia ad esplorare in autonomia, aprendo la strada ai primi passi.

Ma a quanti mesi si gattona? E cosa succede se un neonato non gattona? In questa guida forniremo le risposte, con indicazioni utili e consigli pratici per accompagnare al meglio questa fase.

Le tappe dello sviluppo motorio nei primi mesi

Lo sviluppo motorio è un processo graduale e ogni bambino segue il proprio ritmo. Prima di arrivare al gattonamento il piccolo attraversa fasi fondamentali:

Dal controllo del capo alla posizione seduta

Nei primi mesi il neonato vive una preparazione, un allenamento al gattonamento: la priorità è sviluppare la forza muscolare e il controllo del capo; intorno ai 3-4 mesi, grazie al tummy time (tempo passato a pancia in giù), inizia a sostenere la testa e a rafforzare le braccia.

La fase del rotolamento e dello strisciare

Intorno ai 5-6 mesi molti bambini iniziano a rotolare e a strisciare all’indietro o in avanti; anche se non si tratta ancora di gattonare, ma di una fase preparatoria. Inoltre, alcuni neonati gattonano a 6 mesi, ma si tratta di un traguardo piuttosto precoce.

L’arrivo del gattonamento

Generalmente, il gattonamento nei bambini compare tra i 6 e i 10 mesi: prima il piccolo impara a stare seduto senza appoggio, poi inizia a spostarsi a quattro zampe.

Quando iniziano a gattonare

Spesso si crede che il gattonare del neonato debba avvenire in un momento preciso, ma è fondamentale sfatare questo mito.

Anche se l'età media in cui si osserva l'inizio del gattonamento è tra i 6 e i 10 mesi, è del tutto normale che alcuni bimbi che gattonano lo facciano già a 5 mesi, mentre altri potrebbero iniziare dopo il primo anno di vita.

Non significa necessariamente che ci sia un problema: ad esempio, bambini molto curiosi ma anche particolarmente determinati possono preferire stare in piedi e camminare tenendosi ai mobili, senza mai gattonare in modo classico.

Infatti, la variabilità è la vera normalità in questa fase dello sviluppo, che dipende da una serie di fattori, come la forza muscolare, la coordinazione e persino il carattere del bambino.

Segnali che il bambino è pronto a gattonare

Ci sono indizi che possono far capire quando si sta avvicinando l’inizio del gattonamento:

  • postura stabile: il bambino riesce a stare seduto senza supporto;
  • forza muscolare: solleva il corpo sulle braccia e sulle ginocchia;
  • coordinazione: prova a spostare un braccio e la gamba opposta;
  • curiosità e movimento: tenta di raggiungere oggetti fuori dalla sua portata.

Come stimolare il gattonamento in modo sicuro

Per favorire il gattonamento nei neonati e nei bimbi che gattonano già è importante proporre attività e spazi adeguati:

  • tummy time quotidiano: alcuni minuti più volte al giorno per rinforzare braccia, schiena e collo;
  • giochi stimolanti: posizionare un giocattolo o un oggetto funzionale poco distanti dal bambino per incoraggiare il movimento;
  • spazio sicuro: un tappeto morbido e ampio, lontano da spigoli e pericoli, per permettere al bambino di muoversi liberamente;

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  • tempo a terra ("floor time"): assicurarsi che il bambino passi del tempo a terra ogni giorno, un tappeto morbido e un'area libera da ostacoli, nonché lontana da spigoli e pericoli, lo invitano a esplorare;
  • evitare l'uso prolungato di ausili: seggiolini, box e altri dispositivi possono limitare il tempo a disposizione per il gioco libero a terra, ritardando l'inizio del gattonamento;
  • incoraggiarlo con la voce: è consigliabile usare un tono gioioso e positivo per spingerlo a muoversi verso la persona che lo sta aiutando a muovere i primi passi.

I principali stili di gattonamento

Ecco alcuni degli stili più comuni che potresti osservare:

  • classico gattonamento a quattro zampe: il bambino usa un braccio e la gamba opposta per muoversi in avanti. È un metodo efficiente e aiuta a sviluppare la coordinazione bilaterale;
  • "commando crawl" (gattonamento militare): il bambino si muove strisciando sulla pancia, spesso spingendosi con gli avambracci e tirandosi avanti con le gambe. È molto comune e rappresenta una fase di transizione;
  • gattonamento con rotazione: in questa fase il bambino gira su sé stesso come una lancetta d'orologio. Sta ancora prendendo confidenza con l'uso dei muscoli del tronco e delle braccia;
  • "bear crawl" (gattonamento dell'orso): il bambino si muove con gambe e braccia tese, sollevando il sedere in aria. Potresti osservarlo quando un neonato gattona a una velocità sorprendente.

Quando consultare il pediatra

Se entro i 12 mesi il neonato non gattona non si mette in piedi con appoggio o non mostra interesse per il movimento, è bene parlarne con il pediatra; segnali come rigidità, ipotonia (scarsa forza muscolare) o asimmetrie nei movimenti meritano un approfondimento.

Ecco le casistiche nel dettaglio:

  • mancanza di interesse per il movimento: se il bambino non cerca di spostarsi, rotolare o raggiungere oggetti;
  • movimenti asimmetrici o disarmonici: se usa solo un lato del corpo per muoversi;
  • altre tappe motorie non raggiunte: il pediatra valuterà lo sviluppo generale del bambino.

Gattonamento e sviluppo: benefici per il bambino

Il gattonamento nei bambini non è solo un traguardo motorio:

  • migliora la coordinazione occhio-mano;
  • sviluppa il senso dell’orientamento e la percezione dello spazio;
  • rafforza muscoli e articolazioni, preparando alla camminata;
  • stimola la curiosità e l’esplorazione autonoma.

Il gattonamento è molto più di una semplice tappa nello sviluppo motorio: secondo uno studio, pubblicato sull’International Journal of Environmental Research and Public Health, questa fase potrebbe avere un impatto positivo duraturo sulla salute dei bambini.


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I ricercatori spagnoli hanno analizzato 77 bambini di circa 7 anni, suddividendoli in due gruppi: quelli che avevano gattonato prima di camminare e quelli che avevano iniziato a muoversi direttamente senza passare da questa fase.

Per valutare le differenze, sono stati misurati diversi parametri: composizione corporea (massa grassa e muscolare, indice di massa corporea), pressione sanguigna, funzione polmonare, capacità motoria, livelli di attività fisica e condizione fisica generale; è stata anche condotta un’analisi delle “reti fisiologiche”, ovvero di come i diversi sistemi del corpo interagiscono tra loro.

I risultati hanno evidenziato che i bambini che avevano gattonato mostravano maggiori connessioni tra sistemi corporei, ad esempio tra apparato cardiovascolare, respiratorio e muscolare, segno di un’integrazione fisiologica più solida.

Secondo i ricercatori il gattonamento potrebbe, quindi, rappresentare un’importante stimolazione neuromotoria capace di favorire lo sviluppo armonico di più sistemi del corpo.

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Questa fase, infatti, richiede il coordinamento di arti superiori e inferiori, il controllo del tronco e la regolazione dell’equilibrio, tutti aspetti che potrebbero contribuire a una migliore salute cardiometabolica negli anni successivi.

Come già illustrato, anche se un bambino salta la fase di gattonamento può comunque svilupparsi in modo sano, ma è importante sottolineare che questa fase offre benefici motori e cognitivi preziosi.

Arianna Bordi | Editor
Scritto da Arianna Bordi | Editor

Dopo la laurea in Letteratura e Lingue straniere, durante il mio percorso di laurea magistrale mi sono specializzata in Editoria e Comunicazione visiva e digitale. Ho frequentato corsi relativi al giornalismo, alla traduzione, alla scrittura per il web, al copywriting e all'editing di testi.

a cura di Dr. Giuseppe Pingitore
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