Quando si ha a che fare con neonato, uno degli aspetti che più suscita attenzione e preoccupazione nei genitori riguarda la forma e le dimensioni del cranio.
Ad una prima occhiata, si possono notare delle zone morbide, leggere, asimmetrie e a volte persino dei “vuoti” che possono spaventare: tutto questo, però, fa parte di un processo ben preciso.
Cerchiamo di chiarire dubbi, rispondere alle domande più comuni e offrire una panoramica chiara, ma approfondita, su come è fatto il cranio di un neonato, come cresce e quando preoccuparsi.
Come è fatto il cranio di un neonato
Il cranio di un neonato è composto da diverse ossa separate, tenute insieme da sottili membrane di tessuto connettivo chiamate suture.
Queste ossa includono:
- le due ossa parietali (ai lati della testa);
- le due ossa temporali (vicino alle orecchie);
- l’osso frontale (fronte);
- l’osso occipitale (nuca);
- alcune altre ossa più piccole.
A differenza del cranio adulto, dove le ossa sono saldate tra loro, nel neonato queste articolazioni sono ancora mobili e flessibili – tale elasticità è dovuta al fatto che il passaggio nel canale del parto richiede un certo grado di modellamento del cranio, e perché il cervello del bambino, nei primi anni di vita, cresce rapidamente.
Uno degli elementi che più incuriosiscono (e talvolta spaventano) del cranio dei bambini è la presenza delle fontanelle, le aree molli tra le ossa del cranio.
La più evidente è la fontanella anteriore, di forma romboidale, situata tra le ossa frontali e parietali – la quale si può sentire chiaramente al tatto. Ne esiste anche una più piccola, la fontanella posteriore, sulla nuca.
Le fontanelle non sono “buchi”, ma aree dove le ossa non si sono ancora unite completamente.
Sono coperte da una membrana resistente e servono a:
- consentire la crescita del cervello;
- permettere al cranio di adattarsi al parto vaginale;
- assorbire piccoli traumi senza danni permanenti.
Perché il cranio del neonato può sembrare asimmetrico?
Molti genitori notano che la testa del loro bambino ha una forma irregolare, schiacciata da un lato, oppure leggermente più sporgente dietro: tale condizione prende il nome di plagiocefalia posizionale e nella maggior parte dei casi è benigna.
Nei primi mesi di vita, il bambino trascorre molto tempo in posizione supina (sdraiato sulla schiena), per prevenire il rischio di SIDS (sindrome della morte improvvisa del lattante). Tuttavia, se tende a poggiare sempre la testa dallo stesso lato, si può formare una lieve asimmetria.
Il cranio, ancora modellabile, si adatta alla pressione esterna. Questa condizione si risolve spesso spontaneamente con la crescita, ma può essere utile alternare le posizioni durante il sonno, favorire il tummy time (tempo a pancia in giù durante la veglia), o consultare un osteopata pediatrico qualificato per valutare la mobilità cranica.
Deformazioni da parto
Anche il parto può influire temporaneamente sulla forma della testa: come detto, durante il passaggio nel canale del parto, le ossa del cranio si spostano e si modellano per facilitare l’uscita.
In caso di parti lunghi, difficili o con uso di ventosa o forcipe, è possibile notare leggere irregolarità, che tendono a ridursi nelle settimane successive.
Come cambiano le dimensioni del cranio e tempistiche fisiologiche
Il cranio del neonato non si salda tutto insieme nello stesso momento. Le suture craniche e le fontanelle si chiudono gradualmente nei primi anni di vita.
- la fontanella posteriore si chiude in genere entro il terzo mese;
- la fontanella anteriore può restare aperta fino ai 18/24 mesi;
- le suture craniche si chiudono più lentamente, seguendo lo sviluppo del cervello.
Questi tempi sono variabili da bambino a bambino, e non è raro che la fontanella anteriore sia ancora palpabile anche dopo i due anni. Ciò che conta è che il medico controlli regolarmente lo sviluppo durante i bilanci di salute.
Anche la dimensione del cranio di un neonato non è definitiva:
- alla nascita, la circonferenza cranica media è di circa 34/36 cm, ma nei primi due anni si assiste a un’accelerazione sorprendente;
- entro i 6 mesi, il cranio può crescere anche di 2 centimetri al mese, raggiungendo i 44/46 cm;
- intorno all’anno, la crescita rallenta, ma continua fino ai 5/6 anni, periodo in cui il cranio raggiunge circa il 90% della dimensione adulta.
- intorno ai 12 anni si completa del tutto, con la saldatura definitiva delle suture craniche.
Questa espansione progressiva accompagna lo sviluppo cerebrale e varia leggermente da bambino a bambino.
Un’accelerazione o un rallentamento anomalo, tuttavia, può essere il segnale di una condizione sottostante.
Ossa del cranio nel neonato: quando preoccuparsi
In rari casi, le ossa del cranio si saldano troppo presto, impedendo la normale crescita del cervello: questa condizione si chiama craniosinostosi.
Può interessare una o più suture e comportare un’anomalia nella forma del capo.
I segnali che meritano attenzione sono:
- forma della testa chiaramente anomala e rigida;
- crescita del perimetro cranico molto lenta o assente;
- fontanelle già chiuse nei primi mesi;
- tensione visibile o palpabile nelle suture.
In questi casi è fondamentale rivolgersi a un neurochirurgo pediatrico per una valutazione. La diagnosi precoce è importante, anche se molti casi possono essere corretti con interventi chirurgici mirati e tempestivi.
La crescita del cranio del neonato: monitoraggio e prevenzione
Nei primi due anni di vita, il cervello dei neonati raddoppia di volume: il cranio deve accompagnare questa crescita senza ostacolarla. Per questo motivo, durante le visite pediatriche, il medico misura regolarmente la circonferenza cranica, confrontandola con le curve di crescita di riferimento.
Un aumento troppo rapido o troppo lento può essere il segnale di un problema neurologico o cranico da approfondire. Ma nella maggior parte dei casi, queste misurazioni servono semplicemente a monitorare lo sviluppo e rassicurare i genitori.
Cosa può fare il genitore per monitorare la situazione?
Toccare con delicatezza
Non bisogna avere paura di accarezzare il cranio dei neonati. Le fontanelle non sono punti deboli da evitare, ma aree naturalmente predisposte alla crescita.
Con mani pulite e delicate, il contatto è anche un modo per rassicurare e creare legame.
Variare le posizioni
Favorire il tempo a pancia in giù, cambiare lato di appoggio durante il sonno e quando si tiene il bambino in braccio, stimolare l’interazione visiva e motoria da più direzioni: tutto questo aiuta a bilanciare le pressioni sul cranio e prevenire asimmetrie.
Consultare i professionisti giusti
Se si notano anomalie evidenti, asimmetrie persistenti o rigidità, è bene parlarne con il pediatra.
In alcuni casi, può essere utile il supporto di un fisioterapista pediatrico, un osteopata infantile o, più raramente, uno specialista in neurochirurgia pediatrica.
Il cranio del neonato è un organo dinamico, plastico, che segue lo sviluppo di ciò che protegge, ovvero il cervello. Comprendere la sua evoluzione aiuta a guardare con più fiducia anche quei piccoli segnali che inizialmente possono generare ansia.
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Cranio nel neonato: quando intervenire e come gestirle
Esistono diverse anomalie della forma e crescita del cranio che richiedono un’osservazione clinica accurata.
Le principali sono:
Craniosinostosi
Come accennato, è una condizione in cui una o più suture craniche si saldano prematuramente. Può causare una crescita anomala del cranio e compressione del cervello.
Il trattamento, in questi casi, è quasi sempre chirurgico, e va eseguito entro il primo anno di vita per ottimizzare i risultati.
Plagiocefalia e brachicefalia
Oltre alla plagiocefalia (testa asimmetrica), può verificarsi la brachicefalia, con appiattimento della parte posteriore della testa e fronte più prominente.
Nella maggior parte dei casi, sono condizioni posizionali e reversibili, gestibili con tecniche conservative: fisioterapia, osteopatia, correzione posturale e, solo in casi selezionati, l'uso di caschi ortesici su indicazione medica.
Macrocefalia e microcefalia
La macrocefalia è un cranio insolitamente grande, che può essere benigno (macrocefalia familiare) oppure legato a condizioni neurologiche, come l’idrocefalo.
La microcefalia, invece, indica un cranio più piccolo del normale e può derivare da alterazioni dello sviluppo cerebrale. In entrambi i casi, è necessario uno studio approfondito con neuroimaging e monitoraggio multidisciplinare.
Gestire queste condizioni significa affidarsi a un’équipe che coinvolge pediatri, neurochirurghi, genetisti, fisioterapisti e, quando necessario, psicologi dell’età evolutiva. L’intervento precoce, guidato da una diagnosi accurata, permette nella maggior parte dei casi di sostenere lo sviluppo del bambino con efficacia e sicurezza.