A che età si inizia a camminare? Ecco cosa sapere per aiutare il bambino a muovere i primi passi

Valentina Montagna | Editor

Ultimo aggiornamento – 02 Ottobre, 2025

bimbo prova a tirarsi su

Quando camminano i bambini? Non esiste un calendario rigido da rispettare. La variabilità nei tempi e nei modi con cui i bambini imparano a camminare non è l'eccezione, ma la norma. Ciò che sappiamo, è che i primi passi del bambino segnano una fase di indipendenza motoria, esplorazione e scoperta.

La tempistica attesa: quando cammina un bambino?

Si sente dire che i bambini iniziano a camminare intorno ai 12 mesi, ma questa età rappresenta una media statistica, un punto di riferimento, e non una regola ferrea. Una "media" è il punto centrale di tante possibilità, tutte considerate normali. 

Il concetto scientificamente più accurato è quello del "range di normalità". Per quanto riguarda i primi passi, questo intervallo è molto più ampio di quanto si pensi.

Alcuni bambini possono muovere i primi passi già a 9 mesi, mentre altri possono impiegare molto più tempo, iniziando a camminare in modo del tutto normale a 17 o 18 mesi.

Questa finestra temporale dipende da più fattori interagenti tra loro:

  • la genetica: bambini i cui genitori hanno camminato tardi seguono un percorso simile;
  • la costituzione fisica: un bambino più robusto e pesante potrebbe aver bisogno di più forza e tempo per coordinare i movimenti necessari a sollevarsi e bilanciarsi;
  • il temperamento individuale: un bambino dal carattere più cauto e osservatore potrebbe preferire la sicurezza del gattonamento più a lungo, prima di lanciarsi; un bambino più impulsivo potrebbe tentare di alzarsi prima.

Quali sono i segnali del bambino pronto a camminare?

Prima che un bambino muova i suoi primi passi autonomi, mostra una serie di comportamenti che sono segnali da osservare per aiutarlo a progredire.

Tirarsi su in piedi

Quando un bambino inizia a tirarsi su in piedi con regolarità, sta attivamente preparando il suo corpo alla posizione eretta necessaria per camminare.

Già nei primissimi mesi di vita, se si tiene un neonato in posizione verticale, con i piedi appoggiati sulle proprie gambe, si può notare uno dei riflessi neonatali primari, il riflesso di marcia automatica, un piccolo scalciare che è un segno degli istinti motori innati del bambino.

Intorno ai 3-4 mesi, in posizione eretta su una superficie solida il bambino potrà spingere con le gambe per iniziare a esercitare la muscolatura e preparasi per le fasi successive.

La capacità del bambino di tirarsi su in piedi da solo, usando un mobile o le gambe di un genitore come appiglio, è uno dei segnali più chiari che precede la camminata.

Questo gesto dimostra che il bambino ha sviluppato una forza sufficiente nei muscoli delle gambe, della schiena e del tronco per sostenere il proprio peso contro la gravità. Indica anche un importante sviluppo della coordinazione motoria. 

Il "Cruising" o Cabotaggio

Poco dopo aver imparato a tirarsi su, molti bambini iniziano una fase chiamata "cruising" (che si può tradurre come "navigazione a cabotaggio" o, più semplicemente, "spostamento laterale appoggiato ai mobili").

Il bambino si tiene con le mani al divano, a un tavolino o a una sedia e si sposta lateralmente, passo dopo passo. Questo comportamento è un allenamento fondamentale per la camminata.

Durante il cruising, il bambino impara a trasferire il peso da un piede all'altro, a coordinare i movimenti delle gambe mentre il corpo è in posizione eretta e a sviluppare l'equilibrio dinamico, tutte abilità indispensabili per poter poi camminare in avanti senza supporto.

Brevi momenti di equilibrio

Un altro segnale molto incoraggiante si manifesta quando il bambino, dopo essersi tirato su, lascia la presa per qualche istante, rimanendo in equilibrio senza supporto prima di cadere (spesso atterrando morbidamente sul pannolino).

Questi brevi momenti, che gradualmente diventeranno sempre più lunghi, indicano che il suo sistema vestibolare e il suo cervello stanno imparando a gestire l'equilibrio in posizione verticale. È la prova che sta acquisendo la fiducia e la capacità fisica per stare in piedi da solo.

I segnali comportamentali del bambino che inizia a camminare

Un aspetto sottovalutato ma rilevante riguarda i cambiamenti nel comportamento del bambino. In questa fase di sviluppo motorio, il piccolo può manifestare irritabilità, maggiore ricerca di contatto fisico o cambiamento nei ritmi del sonno.

Questi comportamenti non sono "capricci", ma la manifestazione esterna di un enorme sforzo. Imparare a camminare è impegnativo per loro dal punto di vista cognitivo e fisico. Il cervello del bambino sta lavorando per creare nuove connessioni neurali, elaborare informazioni sensoriali e coordinare complessi schemi motori. 

I primi passi dei bambini quando iniziano a camminare

Bisogna distinguere l'evento dei "primi passi" dal "padroneggiare la camminata". I primi tentativi possono essere goffi e incerti.

In questa fase, l'andatura del bambino che inizia a camminare è a "base larga", con le gambe divaricate e le braccia aperte per cercare stabilità.

Questa fase di apprendimento richiede tempo. Il bambino deve affinare il senso dell'equilibrio, la coordinazione e la forza muscolare. È del tutto normale che per un po' di tempo alterni la camminata a cadute frequenti o a ritorni al più sicuro gattonamento.

La camminata più fluida si sviluppa gradualmente, maturando solo intorno ai 15-18 mesi di età. 

Le fasi dello sviluppo motorio

La capacità di camminare non compare all'improvviso, ma è piuttosto il punto di arrivo di un percorso di sviluppo motorio fatto di tappe che si succedono, coinvolgendo lo sviluppo coordinato della forza e del controllo dei muscoli di braccia, gambe e tronco.

Tra i 3 e i 4 mesi, il bambino inizia la spinta sulle braccia. Da prono solleva testa e torace, rafforzando i muscoli di collo, spalle e tronco. Questa tappa è fondamentale perché rappresenta la base per il controllo posturale.

Verso i 6-7 mesi raggiunge la posizione seduta autonoma, riuscendo a mantenere l’equilibrio senza supporto. In questo modo sviluppa la forza del corpo e libera le mani, che può utilizzare per esplorare e interagire con l'ambiente circostante.

Tra i 6 e i 9 mesi compare il gattonamento. Il bambino inizia a muoversi da solo e a sperimentare gli spostamenti. Questa fase insegna la coordinazione alternata tra il lato destro e il lato sinistro del corpo, schema motorio che precede la camminata.

Attorno ai 9 mesi si tira su in piedi utilizzando i supporti. Il bambino si solleva fino a raggiungere la posizione eretta, rafforzando in particolare i muscoli delle gambe e abituando piano piano il corpo alla posizione verticale.

Nella fascia dei 9-12 mesi inizia la fase del cosiddetto "cruising" o cabotaggio, ossia lo spostamento laterale tenendosi ai mobili. Questo passaggio abitua il piccolo a trasferire il peso da un piede all'altro.

Tra gli 11 e i 13 mesi e oltre, arrivano i primi passi autonomi. All'inizio l'andatura è incerta e caratterizzata da una base larga che, come abbiamo visto, serve per avere stabilità e acquisire sicurezza nel movimento.

La sequenza descritta non è un percorso obbligato. Alcuni bambini "saltano" la fase del gattonamento, passando direttamente dalla posizione seduta al tentativo di tirarsi in piedi, oppure possono sviluppare metodi di spostamento alternativi, come rotolare o strisciare all'indietro.

Anche tra i bambini che gattonano esistono stili diversi. C'è il gattonamento classico a quattro zampe, il "gattonamento dell'orso" con gambe e braccia tese, e lo stile "commando", in cui il bambino si trascina sulla pancia usando le braccia.

Nella maggior parte dei casi, l'assenza di una fase o la presenza di uno stile di movimento "insolito" non sono motivo di preoccupazione.

Attenzione ai bambini quando camminano muovendo i primi passi

Ci sono delle precauzioni da prendere per evitare possibili "imprevisti" che possono accadere quando camminano i bimbi in casa.

Prima di tutto, è bene chiarire che il girello, considerato un aiuto nelle fasi di apprendimento della camminata, in realtà può essere foriero di infortuni. Perché il bambino in un girello può muoversi a una velocità sorprendente, raggiungendo in un attimo zone pericolose come scale, porte aperte o fonti di calore.

E poi, i girelli possono interferire con il corretto sviluppo motorio:

  • il supporto fornito dalla struttura impedisce al bambino di sviluppare l'equilibrio e la forza del tronco;
  • il bambino non può vedere i propri piedi;
  • nel girello, il bambino deve spingere con le punte dei piedi, un movimento scorretto che non favorisce lo sviluppo di un'andatura normale e può anzi richiedere tempo per essere corretto.

Attenzione anche agli oggetti in casa, come prese elettriche non protette, spigoli vivi di mobili, cavi elettrici penzolanti, oggetti pesanti o instabili che possono essere tirati giù, prodotti per la pulizia lasciati a portata di mano.

Per i bimbi che imparano a camminare, meglio i piedi nudi o le scarpine?

Una delle domande più frequenti tra i neo-genitori riguarda l'uso delle scarpe. Meglio con o senza? Ebbene, per imparare a camminare in casa, la soluzione migliore è lasciare il bambino a piedi nudi.

Il mito secondo cui i bambini avrebbero bisogno di scarpe rigide per "sostenere" la caviglia e formare l'arco plantare è stato smentito. Anzi, al suo posto oggi si sa che camminare scalzi permette ai muscoli del piede e della caviglia di svilupparsi in modo naturale e armonioso, rafforzandosi attraverso l'esercizio.

Perché camminare a piedi nudi?

Il vantaggio più grande del camminare a piedi nudi risiede nella stimolazione sensoriale. La pianta del piede è ricca di terminazioni nervose che inviano al cervello informazioni sull'ambiente, la consistenza della superficie, la sua inclinazione, la temperatura.

Questo flusso di informazioni, noto come propriocezione, è essenziale per lo sviluppo dell'equilibrio e della coordinazione. Una scarpa, soprattutto se rigida, diventa  un filtro che attutisce queste sensazioni, privando il cervello di dati preziosi. Lasciare che il bambino "senta" il pavimento con i piedi nudi lo aiuta a sviluppare un'andatura più sicura e stabile.

Quando servono le scarpe per i bambini che iniziano a camminare?

Le scarpe hanno una funzione specifica, ovvero quella di proteggere i piedi quando il bambino cammina all'aperto, su superfici irregolari, sporche o potenzialmente pericolose. Quando si sceglie il primo paio di scarpe, è importante cercare caratteristiche precise. La suola deve essere flessibile per non ostacolare il movimento naturale del piede, i materiali devono essere leggeri e traspiranti e la punta deve essere abbastanza ampia da permettere alle dita di muoversi liberamente.

Quando consultare il pediatra

Il consiglio è di contattare il medico se un bambino, pur avendo raggiunto tutte le tappe motorie precedenti (come stare seduto, tirarsi su e fare cruising), non cammina ancora in modo autonomo intorno ai 18 mesi di età.

Non ci si deve allarmare se questo accade, specialmente se il bambino è attivo, curioso e si muove con disinvoltura in altri modi. Ma una valutazione approfondita da parte del pediatra, che potrà verificare lo sviluppo neuromotorio, può essere un elemento di rassicurazione o anche l'occasione per ricevere consigli utili.

A prescindere dall'età, ci sono altri segnali che possono spingere a consultare il pediatra. Per esempio, in presenza di una marcata asimmetria nei movimenti (se il bambino usa sempre e solo un lato del corpo per muoversi o per fare forza), una marcata rigidità muscolare o, al contrario, un'eccessiva "fiacchezza" (ipotonia) che rende difficili i movimenti.

Valentina Montagna | Editor
Scritto da Valentina Montagna | Editor

La mia formazione comprende una laurea in Lingue e Letterature Straniere, arricchita da una specializzazione in Web Project Management. La mia esperienza nel campo si estende per oltre 15 anni, nei quali ho collaborato con nutrizionisti, endocrinologi, medici estetici e dermatologi, psicologi e psicoterapeuti e per un blog di un'azienda che produce format televisivi in ambito alimentazione, cucina, lifestyle.

a cura di Dr. Giuseppe Pingitore
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