Sintomi dell'appendicite nei bambini: ecco come riconoscerli per evitare complicanze

Valentina Montagna | Editor

Ultimo aggiornamento – 28 Ottobre, 2025

Figlia preadolescente che avverte dolore nella parte inferiore destra dell'addome, bambina malata che racconta alla madre preoccupata di avere fastidio allo stomaco e sintomi di appendicite.

L'appendice è un piccolo tratto dell'intestino che si trova all'inizio del colon: quando si infiamma, se la condizione lo richiede, può essere necessario un intervento chirurgico; quanto prima si riconoscono i sintomi, tanto minore è il rischio di complicanze.

Scopriamo di più.

Sintomi dell'appendicite nei bambini

Il sintomo primario si manifesta attraverso il dolore addominale che inizia attorno all’ombelico e migra verso la parte inferiore destra dell’addome localizzandosi in fossa iliaca destra, intensificandosi sempre di più e peggiorando con alcuni movimenti (tosse, salti o anche con il semplice camminare).

Il dolore si può accompagnare ad altri sintomi:

  • febbre (valori elevati fino a 40°C possono indicare perforazione);
  • perdita di appetito;
  • disturbi gastrointestinali: nausea, vomito, inappetenza, diarrea mucosa o stipsi.

Altri sintomi da non trascurare possono essere:

  • addome gonfio o disteso;
  • nei più piccoli: difficoltà a camminare o a stare in posizione eretta.

Nei bambini più piccoli il rischio di complicanze è maggiore, perché non riescono a esprimere con precisione ciò che provano. Questa difficoltà può ritardare la diagnosi e rendere l'appendicite più pericolosa.

Quali sono le cause dell'appendicite nei bambini?

All'origine dell’appendicite c'è quasi sempre un'ostruzione dell’apertura interna dell'appendice.

Quando il passaggio si blocca, i batteri rimangono intrappolati, si moltiplicano rapidamente e innescano un processo fatto di infiammazione, gonfiore e accumulo di pus.

Vediamo le casi più frequenti:

Feci dure o fecalomi 

Sono dei pezzetti di feci molto indurite che possono accumularsi nell'appendice; si possono paragonare a dei sassolini (di feci) che bloccano l'appendice, aumentando il rischio che i batteri proliferino e causino un'infezione.

Linfonodi intestinali o appendicolari ingrossati 

I linfonodi fanno parte del sistema immunitario e possono ingrossarsi in risposta a infezioni o infiammazioni intestinali. 

In questo caso la loro pressione può comprimere l'appendice e contribuire alla sua ostruzione, aumentando il rischio di appendicite.

Infezioni da parassiti, virus o altri agenti del tratto digerente 

Microorganismi come vermi intestinali, virus o batteri possono causare gonfiore e infiammazione dell'appendice, oppure produrre muco e altro materiale che blocca il passaggio interno, facilitando la comparsa di appendicite.

Ostruzioni da muco denso o masse endoluminali 

Il muco è una sostanza viscosa prodotta dall'intestino; se si accumula in modo molto consistente (denso) o se si formano piccoli grumi all'interno dell'appendice, questi possono bloccare l'organo, favorendo la crescita batterica e l'infiammazione.

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Malattie infiammatorie croniche intestinali

Disturbi come il morbo di Crohn o altre malattie che provocano infiammazione prolungata dell'intestino possono alterare le pareti dell'appendice, renderle più gonfie e predisporle all'ostruzione e conseguente infezione.

Quali sono i fattori di rischio?

Non esistono fattori noti che si possono prevenire, ma ce ne sono alcuni che è bene considerare come possibili fattori che aumentano il rischio di appendicite:

  • età pari o superiore a 10 anni;
  • familiarità per appendicite (diversi studi indagano su questa complementarità) ;
  • fibrosi cistica (alcuni studi evidenziano un'associazione).

Cosa succede se l'appendicite non viene trattata?

Se non trattata, l'appendice può perforarsi diffondendo infezioni in tutto l'organismo, che possono essere anche fatali, come la peritonite (infezione della cavità addominale) e la sepsi (infezione del sangue):

  • perforazione: fuoriuscita di materiale settico in cavità addominale;
  • peritonite;
  • ascesso (raccolta purulenta);
  • sepsi;
  • occlusione intestinale (addome gonfio, distensione, assenza evacuazioni).

Diagnosi dell'appendicite nei bambini

La diagnosi può essere complessa perché i sintomi possono imitare altre condizioni (gastroenterite, calcoli renali, polmonite, infezioni urinarie).

Per diagnosticare l'appendicite nei bambini il medico inizia con una valutazione clinica. L'anamnesi, cioè la raccolta dei sintomi e della storia recente del piccolo paziente, e l'esame obiettivo dell'addome.

Questa prima osservazione viene integrata da alcuni esami di laboratorio, come l'emocromo. Un aumento dei globuli bianchi (leucocitosi) può infatti essere un segnale di infezione.

Si esegue poi un esame delle urine, utile per escludere altre cause di dolore addominale come infezioni urinarie o calcoli.

Infine, si ricorre agli esami di imaging. L'ecografia addominale viene eseguita come primo esame in età pediatrica.

In casi dubbi o complessi, si procede con TAC e risonanza magnetica (RMN). In situazioni particolari, può essere utile anche una radiografia dell'addome o del torace.

Le procedure diagnostiche si basano su diversi esami:

  • esame obiettivo e anamnesi;
  • esami del sangue (emocromo): la presenza di leucocitosi può indicare un’infezione;
  • esame delle urine, utile per escludere infezioni urinarie o calcoli;
  • esami di imaging: ecografia addominale (prima scelta in età pediatrica), TAC, risonanza magnetica (RMN) o, in casi particolari, radiografia dell'addome o del torace.

Indicazioni prima del trattamento:

  • digiuno precauzionale in vista di chirurgia;
  • idratazione endovenosa in caso di vomito o febbre.

Qual è il trattamento per appendicite?

Il trattamento non chirurgico dell’appendicite, quando indicato, prevede un protocollo specifico:

Fasi iniziali

Nelle fasi iniziali dell'appendicite o nelle forme più lievi, si inizia con la somministrazione di antibiotici per via endovenosa in ospedale, seguita da una terapia antibiotica orale di circa sette giorni a casa (questo evita l'intervento chirurgico, per un recupero più rapido, permettendo al bambino di tornare presto alle sue attività quotidiane.

Questa terapia può essere impiegata come soluzione temporanea anche nei bambini con appendice perforata, per contenere l'infezione prima di procedere con la rimozione chirurgica.

Se il primo approccio non funziona

Se la terapia non risulta efficace o in caso di recidiva, sarà necessario ricorrere comunque all'appendicectomia, ovvero la rimozione chirurgica dell’appendice eseguita con tecnica laparoscopica mini-invasiva.

La laparoscopia per appendicectomia consiste in 2-3 piccole incisioni addominali, attraverso cui vengono inseriti microcamera e strumenti chirurgici, utilizzando gas per distendere l'addome e migliorare la visualizzazione.


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Questa tecnica è considerata mini-invasiva perché le cicatrici sono ridotte, il recupero è più rapido, il dolore post-operatorio è contenuto, e anche il rischio inferiore di infezioni rispetto alla chirurgia tradizionale a cielo aperto (laparotomia), che prevede un'unica incisione più ampia; una procedura viene riservata ai casi più complessi o in presenza di complicazioni.

FAQ - Domande frequenti sui sintomi dell'appendicite nei bambini

Ecco alcuni dubbi ricorrenti in merito:

Quando andare al pronto soccorso per sospetta appendicite?

È consigliato andare immediatamente se il dolore addominale è intenso e continuo, se peggiora con i movimenti, se il bambino rifiuta di camminare o piegare le gambe, o se compaiono febbre alta, vomito ripetuto o addome molto teso.

Quali sono i tempi di recupero dopo l'operazione chirurgica per rimuovere l'appendicite?

I bambini tornano alle normali attività in pochi giorni o settimane, a seconda che l'appendicite fosse semplice o complicata (ad esempio con perforazione).

Si può prevenire l'appendicite nei bambini?

Non esistono modi di prevenzione specifiche, perché l'appendicite è legata a cause improvvise come ostruzioni del lume appendicolare da feci indurite, muco o linfonodi gonfi. Una diagnosi precoce e un pronto intervento sono i mezzi più efficaci per ridurre il rischio di complicanze.

Fonti:

Valentina Montagna | Editor
Scritto da Valentina Montagna | Editor

La mia formazione comprende una laurea in Lingue e Letterature Straniere, arricchita da una specializzazione in Web Project Management. La mia esperienza nel campo si estende per oltre 15 anni, nei quali ho collaborato con nutrizionisti, endocrinologi, medici estetici e dermatologi, psicologi e psicoterapeuti e per un blog di un'azienda che produce format televisivi in ambito alimentazione, cucina, lifestyle.

a cura di Dr. Giuseppe Pingitore
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