Impetigine nei bambini: cos'è, quali sono le cause e come si cura

Valentina Montagna | Editor

Ultimo aggiornamento – 07 Ottobre, 2025

Pediatra visita un bambino afroamericano in clinica

L'impetigine esordisce spesso in modo discreto, attraverso la comparsa di piccole macchie rosse e piane (tecnicamente chiamate macule eritematose) o di piccole piaghe rossastre sulla pelle.

Queste manifestazioni iniziali possono essere facilmente scambiate per una semplice irritazione, una puntura d'insetto o un brufoletto.

Ecco un approfondimento.

Tipologie di impetigine

Queste lesioni compaiono in zone specifiche del corpo del bambino, dove la pelle è più soggetta a umidità o a micro-lesioni: sul viso, intorno al naso e alla bocca, nelle pieghe del collo, nella zona del pannolino e nelle ascelle:

Impetigine non-bollosa

Questa è la forma più comune di impetigine, più frequente nei bambini un po' più grandi che nei neonati. Le iniziali macchie rosse si evolvono rapidamente in minuscole vescicole piene di siero.

Queste vescicole sono fragili, si rompono quasi subito e rilasciano il liquido interno. Nel punto in cui la vescicola si è rotta, si forma la lesione che dà il nome a questa forma: una crosta spessa, dal colore giallo-brunastro, descritta come "color miele". La pelle circostante può apparire arrossata e infiammata, e le lesioni possono essere pruriginose.

Impetigine bollosa

Questa è la forma che più interessa i neonati e i bambini al di sotto dei due anni. A differenza della forma non-bollosa, qui le lesioni sono molto più evidenti sin dall'inizio.

Si manifesta con la comparsa di bolle più grandi, flaccide e delicate, che possono raggiungere dimensioni fino a 2 cm di diametro. 


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Queste bolle sono ripiene di un liquido inizialmente chiaro che può poi diventare giallastro o torbido: sono molto fragili e si rompono con facilità, anche solo con il contatto dei vestiti. Una volta rotta la bolla, la pelle sottostante appare rossa, umida e "viva". Su questa base si forma rapidamente una crosta molto più sottile e lucida rispetto alla forma non-bollosa.

Nei neonati queste lesioni si localizzano per lo più nelle pieghe cutanee, come l'area del pannolino, il collo e le ascelle; un aspetto da monitorare è che i neonati con impetigine bollosa hanno una maggiore probabilità di manifestare sintomi sistemici, come febbre, irritabilità, malessere generale o diarrea; se succede questo, ci si deve rivolgere subito al pediatra.

Cause dell'impetigine

L'impetigine non è un indicatore di scarsa igiene o di una mancanza nelle cure. È un'infezione comune, causata da un incontro tra batteri molto diffusi e la pelle delicata del neonato.

L'impetigine si verifica quando questa barriera viene compromessa, anche in modo minimo: i batteri ne approfittano, penetrando e iniziando a proliferare.

Nei neonati le porte d'ingresso più comuni sono:

  • piccoli graffi: anche quelli che il bambino si provoca senza volerlo con le proprie unghiette;
  • punture di insetto che creano una piccola ferita e possono causare prurito, inducendo il bambino a grattarsi;
  • condizioni cutanee preesistenti: aree di pelle già irritate o infiammate, come nella dermatite da pannolino o nella dermatite atopica (eczema), sono più vulnerabili all'ingresso dei batteri.

I responsabili di questa infezione sono due batteri molto noti:

  • Staphylococcus aureus (stafilococco);
  • Streptococcus pyogenes (streptococco).

Questi microrganismi sono ubiquitari, ovvero si trovano nell'ambiente e sulla pelle, nel naso o nella gola di molte persone sane, senza causare alcun problema.

La loro semplice presenza non è sinonimo di malattia né, come sottolineato da fonti pediatriche autorevoli, un segnale di scarsa igiene. L'infezione si sviluppa solo quando questi batteri riescono a superare le difese naturali della pelle e a moltiplicarsi dove non dovrebbero.

Fattori di rischio: cosa rende un neonato più suscettibile all'impetigine?

L'impetigine non è il risultato di un singolo errore, ma piuttosto di una "tempesta perfetta" di fattori, molti dei quali sono legati alla fisiologia stessa del neonato e all'ambiente circostante. 

La ragione per cui i neonati sono più suscettibili a questa forma specifica risiede nella loro fisiologia: la pelle dei bambini è strutturalmente più immatura e delicata, e il loro sistema immunitario non ha ancora sviluppato pienamente la capacità di neutralizzare questa tossina; di conseguenza, i piccoli sono ospiti piuttosto vulnerabili a questo specifico meccanismo batterico.

Ecco perché la forma bollosa è così caratteristica in questa fascia d'età. I principali fattori di rischio sono:

  • sistema immunitario immaturo: le difese immunitarie di un neonato sono ancora in fase di sviluppo e non sono efficienti come quelle di un adulto nel combattere le infezioni batteriche;
  • pelle fragile: la barriera cutanea di un neonato è più sottile e permeabile, quindi più facile da danneggiare;
  • clima caldo e umido: l'estate è la stagione in cui si registra un picco di casi. Calore e umidità creano un ambiente ideale per la proliferazione dei batteri sulla pelle;
  • contatto stretto: l'infezione si diffonde facilmente attraverso il contatto pelle a pelle, motivo per cui è comune negli asili e tra i membri della stessa famiglia.

Diagnosi di impetigine

Una diagnosi corretta è importante per iniziare la terapia giusta e per escludere altre condizioni.

Nella stragrande maggioranza dei casi, la diagnosi di impetigine è clinica: ciò significa che il medico è in grado di riconoscere l'infezione semplicemente osservando l'aspetto caratteristico delle lesioni cutanee descritte in precedenza. L'esperienza del pediatra o del dermatologo permette di identificare facilmente le tipiche bolle o le croste color miele.

In circostanze particolari, come nel caso di infezioni molto estese, di mancata risposta alla prima terapia o di episodi ricorrenti, il medico potrebbe ritenere di dover approfondire.

In questi casi, può essere prelevato un piccolo campione del liquido contenuto nelle bolle o del pus tramite un tampone per un esame colturale che permette di identificare con esattezza il batterio responsabile e di testare a quali antibiotici è più sensibile, guidando così una terapia più mirata.

Distinguere le lesioni da altre condizioni cutanee neonatali

La pelle di un neonato può presentare diverse manifestazioni, molte delle quali del tutto benigne e transitorie. 

Vediamo quali sono:

  • crosta lattea (dermatite seborroica): la crosta lattea si presenta con squame o croste giallastre e untuose, localizzate per lo più sul cuoio capelluto ma a volte anche su viso, sopracciglia e pieghe cutanee. La differenza fondamentale è l'assenza delle bolle piene di liquido e delle lesioni umide tipiche dell'impetigine. La dermatite seborroica è un'infiammazione, non un'infezione batterica;
  • sudamina (miliaria): la miliaria è un'eruzione cutanea causata dall'ostruzione dei dotti sudoripari, comune in condizioni di caldo e umidità. Si manifesta con minuscoli puntini rossi o piccole vescicole trasparenti ("a capocchia di spillo"). Non forma mai le grandi bolle piene di pus o le spesse croste gialle dell'impetigine;

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  • acne neonatale: l'acne neonatale compare nelle prime settimane di vita ed è caratterizzata da piccoli brufoli rossi o bianchi (papule e pustole), simili a quelli dell'acne giovanile, localizzati su guance, naso e fronte. Non sono presenti le grandi bolle flaccide né le croste estese;
  • dermatite atopica (eczema): la dermatite atopica è una condizione cronica che si manifesta con chiazze di pelle secca, arrossata e molto pruriginosa. La pelle eczematosa, essendo infiammata e spesso ferita per il continuo possibile grattarsi, è più a rischio di sviluppare un'impetigine secondaria (sovrainfezione), ma in questo caso le lesioni primarie dell'eczema non sono né bollose né purulente.

Quando contattare il pediatra

È importante rivolgersi al pediatra in presenza di alcuni segnali, tra cui: 

  • l'infezione si sta diffondendo rapidamente o interessa una vasta area del corpo del bambino;
  • compare la febbre,
  • il bambino appare sonnolento, irritabile o rifiuta di alimentarsi;
  • la pelle intorno alle lesioni diventa molto rossa, gonfia, calda e dolente al tatto (questi sono i segni di una possibile cellulite, un'infezione più profonda della pelle);
  • il bambino appare sofferente o in uno stato di malessere generale;
  • non si nota alcun miglioramento dopo 48-72 ore dall'inizio della terapia antibiotica prescritta.

Come si cura l'impetigine bollosa nei bambini?

Una volta confermata la diagnosi, il pediatra prescriverà una terapia mirata a eliminare i batteri, favorire la guarigione della pelle e prevenire la diffusione del contagio.

La scelta del trattamento dipende dall'estensione e dalla gravità dell'infezione. 

Terapie topiche 

Per i casi di impetigine lieve e localizzata in una piccola area del corpo, il trattamento standard è un antibiotico topico, ovvero una pomata o una crema da applicare direttamente sulla pelle che agisce localmente.
 
Gli antibiotici prescritti in forma topica sono la mupirocina o l'acido fusidico da applicare sulle lesioni 2 o 3 volte al giorno, per un periodo di circa 7-10 giorni (ma queste sono indicazioni di massima che il medico potrà precisare).

Antibiotico orale (per bocca)

Il pediatra potrebbe consigliare un antibiotico da somministrare per bocca (terapia sistemica) in situazioni specifiche, quando la sola crema potrebbe non essere sufficiente. 
 
 I criteri per la prescrizione di un antibiotico orale sono:

  • lesioni molto estese o presenti in più parti del corpo;
  • presenza di impetigine bollosa, che nei neonati viene trattata per via sistemica per la sua natura tossinica;
  • mancata risposta alla terapia topica dopo 2-3 giorni di trattamento;
  • presenza di sintomi sistemici, come la febbre;

Il pediatra sceglierà l'antibiotico più sicuro e adatto all'età e al peso del neonato, come ad esempio farmaci appartenenti alla classe delle cefalosporine o l'amoxicillina con acido clavulanico.

Attenzione ai disinfettanti e ad altri rimedi

L'istinto di un genitore potrebbe essere quello di utilizzare disinfettanti per "pulire a fondo" le lesioni. È importante, però, agire con cautela: una detersione delicata è parte della cura, ma l'uso di potenti antisettici come terapia principale non è supportato da prove scientifiche sufficienti e non è raccomandato.

Alcuni prodotti sono controindicati nei neonati, come per esempio lo iodopovidone (il comune disinfettante a base di iodio). Sono da evitare i "rimedi casalinghi" e i prodotti non specificamente consigliati dal medico.

Consigli su come gestire l'impetigine bollosa nei bambini

Una corretta igiene delle zone colpite aiuta a rimuovere i batteri, a prevenire la formazione di nuove croste e a favorire la rigenerazione della pelle;

  • lavaggio: lavare le zone interessate 2 o 3 volte al giorno con acqua tiepida e un sapone neutro e delicato, specifico per la pelle dei neonati;
  • rimozione delle croste: non forzare mai la rimozione delle croste. Per ammorbidirle, si possono fare impacchi di acqua tiepida per qualche minuto. Le croste si staccheranno da sole man mano che la pelle guarisce;
  • come asciugare la pelle: tamponare la pelle con un asciugamano morbido e pulito, senza strofinare. Idealmente, usare un asciugamano dedicato solo al bambino da cambiare ogni giorno;
  • igiene delle mani: lavare sempre accuratamente le mani con acqua e sapone prima e dopo aver toccato le lesioni del bambino o applicato la pomata antibiotica.

Come prevenire il contagio dell'impetigine

L'impetigine è contagiosa. Il periodo di massima infettività dura fino a quando le lesioni non si sono seccate e incrostate, o fino ad almeno 48 ore dopo l'inizio di una terapia antibiotica efficace. Ecco quali misure adottare per evitare il contagio:

  • evitare il contatto stretto con altri bambini fintantoché non si è più contagiosi;
  • lavaggio della biancheria: lavare separatamente e ad alte temperature (almeno 60°C) vestiti, lenzuola, asciugamani e peluche del bambino che sono entrati in contatto con le lesioni;
  • non condividere asciugamani, accappatoi, spugne o altri oggetti per l'igiene personale;

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  • coprire le lesioni: dove possibile, coprire le lesioni con una garza leggera e non adesiva. Questo serve per assorbire eventuali secrezioni e impedire al bambino di toccare le lesioni, diffondendo i batteri su altre parti del corpo o nell'ambiente;
  • mantenere le unghie corte: il prurito può essere un sintomo fastidioso di impetigine. Grattarsi è il principale veicolo di diffusione dell'infezione ad altre aree del corpo del bambino (un processo chiamato autoinoculazione) e può aumentare il rischio di cicatrici.

L'impetigine può tornare?

È possibile che un bambino, soprattutto nei primi anni di vita, presenti più di un episodio di impetigine. Una recidiva non deve essere interpretata come un segno di un sistema immunitario debole o difettoso.

Semplicemente, i bambini piccoli sono più esposti a graffi e piccole ferite e il loro sistema immunitario è ancora in fase di maturazione.

La migliore prevenzione per le recidive consiste nel mantenere buone pratiche igieniche e nel curare qualsiasi futura lesione cutanea, come tagli, escoriazioni o punture d'insetto, pulendola e coprendola per evitare che diventi una nuova porta d'ingresso per i batteri.

Valentina Montagna | Editor
Scritto da Valentina Montagna | Editor

La mia formazione comprende una laurea in Lingue e Letterature Straniere, arricchita da una specializzazione in Web Project Management. La mia esperienza nel campo si estende per oltre 15 anni, nei quali ho collaborato con nutrizionisti, endocrinologi, medici estetici e dermatologi, psicologi e psicoterapeuti e per un blog di un'azienda che produce format televisivi in ambito alimentazione, cucina, lifestyle.

a cura di Dr. Giuseppe Pingitore
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