Discalculia: perché i "cervelloni" falliscono con i numeri (e tu potresti essere uno di loro)

Valentina Montagna | Editor

Ultimo aggiornamento – 15 Ottobre, 2025

bambino fa i compito con un pallottoliere davanti

Cos'è la discalculia e in cosa si differenzia da una più generica difficoltà nell'apprendimento della matematica?

Molti la liquidano come "essere negati per la matematica", ma questa definizione è riduttiva e fuorviante. In alcuni casi queste difficoltà vengono interpretate come pigrizia, disattenzione o, peggio, come una prova di scarsa intelligenza. 

Ma la discalculia è molto più specifica e profonda di una generica difficoltà. Non è come avere semplicemente un'avversione per la matematica o difficoltà nella comprensione della materia, che può dipendere dal metodo di studio o dall'ambiente scolastico.

E soprattutto non ha nulla a che vedere con l’intelligenza. Le difficoltà con i numeri non riflettono una mancanza di intelligenza. Anzi, spesso le persone, bambini, adolescenti e adulti, con discalculia hanno un punteggio superiore alla media nei test del QI ed eccellono in ambiti artistici, nel pensiero laterale e nella risoluzione di problemi complessi non numerici. 

La discalculia è un Disturbo Specifico dell’Apprendimento (DSA) a origine neurobiologica, deriva da particolari modalità di funzionamento e sviluppo delle reti neuronali, soprattutto nelle aree cerebrali coinvolte nell'elaborazione numerica e nel calcolo, come il lobo parietale.

Quali sono i sintomi della discalculia nelle diverse fasce d'età?

I sintomi della discalculia non sono statici; si evolvono e cambiano con l'età, trasformandosi da difficoltà nell'apprendimento dei primi concetti numerici a prove di vita quotidiana e professionale.

La discalculia nei bambini piccoli 

Nei bambini piccoli (fino alla scuola materna), i sintomi possono manifestarsi in questi modi: 

  • difficoltà nell'imparare a contare: il bambino fatica a memorizzare la sequenza dei numeri che ripete in modo disordinato;
  • mancata associazione numero-quantità: difficoltà a capire che il simbolo "4" corrisponde a un gruppo di quattro oggetti;
  • problemi nel riconoscere numeri e simboli matematici: il bambino non riesce a identificare e nominare i numeri scritti;
  • difficoltà nell'ordinare, classificare e raggruppare oggetti in base a criteri come dimensione, forma o colore, abilità precursori del pensiero logico-matematico;
  • organizzare i numeri (dal più grande al più piccolo).

Il bambino mostra scarso interesse o evita attivamente giochi che richiedono di contare, riconoscere numeri o usare concetti quantitativi.

La discalculia nei bambini in età scolare 

È durante la scuola primaria che i sintomi della discalculia diventano più evidenti e problematici, creando un divario crescente con i compagni. La Consensus Conference italiana sui DSA sottolinea che, alla fine della prima classe, un bambino dovrebbe aver acquisito abilità di base come il riconoscimento di piccole quantità e la lettura e scrittura dei numeri entro il 10; la loro assenza è un segnale importante.

I segnali da osservare:

  • uso prolungato delle dita per contare anche piccole somme, a differenza dei coetanei che iniziano a fare i calcoli a mente;
  • difficoltà a memorizzare le tabelline;
  • difficoltà a contare all'indietro;
  • confusione tra unità, decine e centinaia, che porta a errori sistematici nell'incolonnare i numeri per le operazioni scritte (riconoscere lo stesso problema matematico con numeri o simboli in ordine diverso);
  • difficoltà nel comprendere i problemi con testo: il bambino fatica a "tradurre" il testo di un problema nell'operazione matematica corretta, non riuscendo a identificare i dati rilevanti e la domanda.

La discalculia negli adolescenti e negli adulti

Con l'adolescenza e l'età adulta, i sintomi si spostano dall'ambito prettamente scolastico a quello della vita pratica, con un impatto importante sull'autonomia e sulla gestione quotidiana:

  • l'uso della calcolatrice diventa indispensabile anche per calcoli banali che la maggior parte delle persone esegue a mente;
  • difficoltà nella gestione del denaro: calcolare un resto, dare la mancia, fare un budget o confrontare i prezzi al supermercato diventano compiti stressanti e fonte di errori;
     scarsa capacità di stima: è difficile stimare il tempo necessario per un tragitto, le distanze, o le quantità (ad esempio, gli ingredienti per una ricetta);
  • difficoltà a leggere l'orologio analogico: la conversione delle posizioni delle lancette in un formato orario digitale è un processo non automatico e faticoso;
  • problemi di orientamento: confusione frequente tra destra e sinistra e una generale difficoltà a orientarsi nello spazio o a seguire indicazioni stradali;
  • difficoltà a memorizzare i numeri: si dimenticano facilmente sequenze numeriche come PIN, numeri di telefono, date di compleanno o codici.

Quali sono gli impatti emotivi e sociali della discalculia?

I sintomi della discalculia non si limitano agli errori su un foglio di carta. L'impatto più profondo e doloroso è spesso invisibile. È una ferita emotiva che si manifesta sotto forma di ansia, vergogna e un'autostima erosa da anni di insuccessi e incomprensioni. 

Un esempio classico di tensione già in tenera età è il bambino che arriva a evitare volontariamente giochi di gruppo se implicano contare o fare calcoli.

Ansia per la Matematica

Molte persone con discalculia sviluppano quella che la ricerca scientifica definisce Ansia per la Matematica (dall'inglese Math Anxiety), una vera e propria reazione di paura e tensione che si scatena di fronte a qualsiasi compito che coinvolga i numeri. Non è un semplice nervosismo, ma una condizione che ha manifestazioni precise:

  • cognitive: la mente viene invasa da pensieri negativi e catastrofici, che sabotano la concentrazione e la memoria di lavoro;
  • fisiologiche: il corpo reagisce come di fronte a una minaccia reale. Si possono manifestare tachicardia, sudorazione, nausea, mal di stomaco o mal di testa al solo pensiero di dover affrontare un calcolo;
  • comportamentali: la strategia più comune diventa l'evitamento. Si evitano situazioni che potrebbero scatenare l'ansia. Si rinuncia a un corso di studi, si evitano giochi da tavolo, si lascia che altri paghino al ristorante per non dover dividere il conto.

Questa ansia è la conseguenza della discalculia e allo stesso tempo potente amplificatore. La ricerca dimostra che l'ansia consuma preziose risorse cognitive, in particolare la memoria di lavoro, essenziale per eseguire calcoli (ad esempio, per tenere a mente i numeri mentre si esegue un'operazione).

Si crea così un circolo vizioso. La difficoltà di base genera ansia, e l'ansia, a sua volta, peggiora la prestazione matematica, confermando la convinzione di essere incapaci. 

La discalculia, un disturbo neurobiologico 

Ufficialmente, la discalculia è classificata come un Disturbo Specifico dell'Apprendimento (DSA), riconosciuto in Italia dalla Legge 170 del 2010. Si tratta di un disturbo di origine neurobiologica che riguarda le abilità di numero e di calcolo.

Il cervello di una persona con discalculia elabora le informazioni numeriche in modo diverso rispetto a un cervello neurotipico.

Il disturbo è definito come una difficoltà "inattesa" che si manifesta in persone con un'intelligenza generale perfettamente nella norma (o anche superiore), che hanno ricevuto un'istruzione adeguata e non presentano deficit sensoriali (come problemi di vista o udito) o altri disturbi neurologici che possano giustificare tali difficoltà.

Non è un problema di impegno o di esposizione all'insegnamento; è una differenza intrinseca nel modo in cui il cervello è "cablato" per la matematica.

Da diverse ricerche di neuroimaging emerge un coinvolgimento del lobo parietale, area cerebrale responsabile dell'elaborazione numerica.

La discalculia è legata all'intelligenza?

No, la discalculia non influisce direttamente sull'intelligenza. Avere la discalculia non significa automaticamente essere meno intelligenti o avere altre disabilità intellettive. 

Come premesso, succede spesso il contrario, ovvero che le persone con discalculia abbiano un punteggio superiore alla media nei test del QI e che anche siano dotate di eccellenti abilità in altre aree, in particolare in quelle creative (come le arti) e nel problem-solving. 

Le linee guida MIM raccomandano di valorizzare le competenze alternative attraverso strategie didattiche inclusive.

La discalculia può presentarsi insieme ad altre condizioni?

Sì, la discalculia si può manifestare insieme ad altre condizioni: disturbi dell'apprendimento e problemi di salute mentale. 

Condizioni che possono coesistere con la discalculia sono: 

  • disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD);
  • dislessia (disturbo dell'apprendimento che influenza la lettura);
  • disgrafia e disturbi dell'apprendimento non verbali;
  • disturbi dell'elaborazione sensoriale;
  • disturbo dello spettro autistico

Le persone con discalculia hanno un rischio maggiore di sviluppare disturbi come ansia (inclusa l'ansia da test), attacchi di panico, depressione e disturbi comportamentali.

L'ansia da matematica può emergere già alle elementari, condizionando la partecipazione e l'autostima.

Qual è la differenza tra discalculia “sviluppata” e “acquisita”?

La discalculia "sviluppata" o "tipica" è un disturbo dell'apprendimento che di solito si manifesta nell'infanzia, con sintomi che diventano evidenti quando i bambini iniziano a imparare la matematica di base. 

La causa esatta è sconosciuta, ma ci sono prove che i disturbi dell'apprendimento possano essere ereditari e sono associati a differenze nello sviluppo e nella connettività delle cellule cerebrali nelle aree coinvolte nel calcolo. 

La "discalculia acquisita", invece, si sviluppa più tardi nella vita e non è considerata un disturbo dell'apprendimento. 

È causata da danni cerebrali alle aree responsabili delle abilità matematiche. Questa forma può avere trattamenti specifici in base alla causa e si manifesta solitamente in età maggiori.

Può comparire dopo ictus, traumi cranici o altre lesioni neurologiche.


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Come viene diagnosticata la discalculia?

La discalculia non può essere diagnosticata con esami di laboratorio o di imaging. 

La diagnosi si basa sull'osservazione delle difficoltà matematiche persistenti che soddisfano criteri specifici del Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM-5), come difficoltà nel padroneggiare il senso del numero, i fatti numerici o il calcolo, o difficoltà nel ragionamento matematico, per almeno sei mesi, anche con un supporto esperto. 

Le diagnosi devono essere rilasciate da équipe multidisciplinari autorizzate dalle ASL o enti accreditati.

Si eseguono test specifici per valutare le abilità matematiche e per escludere altre cause, come problemi di vista o udito. 

Per gli adulti, esistono liste di controllo di autovalutazione come quella di Steve Chinn, ma una valutazione diagnostica formale da parte di un valutatore esperto è l'unico modo per confermare la diagnosi.

La discalculia può essere curata o trattata? 

La discalculia non ha una "cura" standard che può farla scomparire essendo questa una condizione neurologica che dura tutta la vita. 

Ciò nonostante è una condizione trattabile, specialmente nei bambini, attraverso programmi di apprendimento individualizzati e incentrati sui sintomi. 

Il cervello dei bambini è ancora in via di sviluppo, dunque possono apprendere abilità e strategie per adattarsi alla condizione e limitarne l'impatto. Ecco perché è bene iniziare il trattamento il prima possibile. 

Negli adulti, la situazione cambia. La discalculia avanzata non è considerata trattabile allo stesso modo, in quanto il loro cervello è già completamente sviluppato. 

L'attenzione si concentra sull'aiutarli a compensare le difficoltà utilizzando tecnologie come calcolatrici parlanti, app didattiche e mappe concettuali possono essere di aiuto.

Come premesso, per la discalculia acquisita i trattamenti dipendono dalla causa del danno cerebrale.

Valentina Montagna | Editor
Scritto da Valentina Montagna | Editor

La mia formazione comprende una laurea in Lingue e Letterature Straniere, arricchita da una specializzazione in Web Project Management. La mia esperienza nel campo si estende per oltre 15 anni, nei quali ho collaborato con nutrizionisti, endocrinologi, medici estetici e dermatologi, psicologi e psicoterapeuti e per un blog di un'azienda che produce format televisivi in ambito alimentazione, cucina, lifestyle.

a cura di Dr. Christian Raddato
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