Che cosa significa iscrivere i bambini come anticipatari alla scuola primaria? Esiste una norma legislativa che regola la cosiddetta "primina" e se sì, cosa prevede? Quali sono i pro e i contro di questa scelta e come fare a capire se il proprio figlio, o la propria figlia, sia pronto o pronta per la scuola elementare? Ecco cosa ci serve sapere.
Bambini anticipatari alla scuola primaria: sì o no?
L'anticipo scolastico è una possibilità prevista dalla legge italiana, la quale, prima con la norma 53/2003, poi con il successivo Decreto legislativo numero 59 del 2004, ha chiarito le modalità che caratterizzano l'anticipo della prima elementare. Possono accedere a questa opportunità i bambini di cinque anni e mezzo che compiono i sei anni entro il 30 aprile dell'anno scolastico di riferimento.
La platea degli interessati è ampia, infatti, sono molti i genitori che riflettono attentamente su questa scelta, domandandosi se sia valido o meno iscrivere i propri figli alla scuola primaria con un anno di anticipo. Quali vantaggi può comportare questa opzione in termini di sviluppo cognitivo e, al contrario, quali sono i punti deboli?
In genere i genitori iniziano a considerare questa possibilità se riscontrano che il bambino è interessato alla scrittura, alla lettura o ai numeri fin dall'asilo.
Bambini curiosi, autonomi, fortemente attratti dalle competenze didattiche e desiderosi di ampliare le loro conoscenze sono considerati i candidati ideali.
Tuttavia, oltre a queste caratteristiche e alla volontà di inserirsi precocemente in un contesto scolastico alternativo, occorre ponderare anche altri elementi al fine di effettuare la scelta più appropriata.
Tra questi si evidenziano certamente il conseguimento un buon livello di autonomia, la capacità di mantenere prolungata la concentrazione e una buona regolazione emotiva, affrontando e gestendo ansia e frustrazione senza il costante intervento dell'adulto.
È importante considerare, tuttavia, che l'anticipo all’ingresso nella scuola primaria priva i bambini di un intero anno di esperienze e della possibilità di sviluppare e affinare maggiormente le proprie potenzialità ed abilità.
Questo significa che un bambino anticipatario si troverà inserito in una classe con compagni che hanno avuto più tempo per formarsi e svilupparsi, creando così un confronto impari che potrebbe, in alcuni casi, influenzare negativamente la sua autostima.
Anticipare l'ingresso a scuola richiede uno sforzo maggiore e comporta la rinuncia a un anno di innocente divertimento e spensieratezza. Tuttavia è importante notare che esistono anche numerosi casi di bambini che affrontano questa situazione senza particolari difficoltà.
Il periodo compreso tra i cinque e i sei anni riveste un'importanza cruciale nello sviluppo cognitivo dei bambini, poiché le nozioni apprese a livello astratto acquisiscono improvvisamente una concretezza più tangibile.
Pertanto, oltre a riflettere in merito può rivelarsi utile confrontarsi con gli insegnanti della scuola dell'Infanzia, al fine di di ottenere una prospettiva più ampia e articolata arricchendo così il quadro complessivo ed offrendo una pluralità di punti di vista a riguardo. Tale approccio favorisce una comprensione più approfondita delle dinamiche coinvolte nel processo educativo dei bambini in età prescolare.
Primina: cosa dice la normativa
L'ingresso anticipato alla scuola primaria è una possibilità prevista dalla legge 53/2003, la quale stabilisce che possano essere iscritti alle elementari i bambini che compiono sei anni entro il 30 aprile dell'anno scolastico di riferimento.
Per accedere a questa opportunità è richiesto unicamente il consenso della famiglia, la quale deve compiere l'azione di inoltrare formalmente la richiesta di ammissione precoce durante il periodo designato per le registrazioni.
Secondo la normativa, la richiesta avanzata dalla famiglia è subordinata a:
- disponibilità dei posti e a eventuali specifici criteri già deliberati dall'istituto scolastico.
- esaurimento di un'eventuale lista d'attesa.
- disponibilità di locali e ambienti scolastici idonei.
- valutazione psicologica e didattica messa a punto dal consiglio dei docenti.
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Come capire se il bambino è pronto per l'anticipo scolastico
L’anticipazione dell’ingresso scolastico a 5 anni anziché a 6, rappresenta per numerosi genitori un'opportunità la quale potrebbe, in futuro, favorire l'ingresso nel mondo dell'Università o del lavoro del proprio figlio.
L'idea è, infatti, quella di "fargli guadagnare un anno", affinché in seguito il bambino possa beneficiare di più tempo per orientarsi nelle scelte educative o per affrontare l'Università con maggior calma.
La cosiddetta "primina" si configura come un'opzione valutabile, specialmente se il minore mostra un’evidente inclinazione per l’ambiente della scuola primaria. Quali sono, tuttavia, i segnali ed indicatori da tenere in considerazione al fine di capire se si tratta del momento giusto?
A quali elementi prestare attenzione, oltre all'interesse nei confronti della lettura, la scrittura e i numeri?
- l'autonomia personale. Tale competenza riveste un ruolo estremamente importante ed in genere comincia a essere pienamente sviluppata proprio tra i 4 e i 6 anni di età. Essa implica non solo le abilità pratiche, come ad esempio vestirsi da soli, allacciarsi le scarpe, tagliare il cibo, ma anche la gestione e la cura del materiale scolastico, la capacità di completare i compiti che vengono assegnati senza l’ausilio costante dell'adulto;
- l'attenzione. per affrontare la scuola primaria è imprescindibile mantenere un buon grado di concentrazione per periodi prolungati, necessari all’esecuzione di compiti o esercizi. le lunghe ore trascorse seduti ad ascoltare le lezioni potrebbero rivelarsi eccessivamente faticoso per un bambino piccolo;
- la corretta gestione delle emozioni. Un’ulteriore elemento da tenere presente è la capacità del bambino di autoregolare le sue emozioni, nonché la sua competenza nel gestire la frustrazione. Se queste due componenti non sono ancora pienamente sviluppate, è preferibile posporre la primina;
- il desiderio di imparare cose nuove. L'essere aperto agli stimoli, un approccio ricettivo e pronto a mettersi alla prova con argomenti e compiti nuovi e diversi rispetto a quelli della scuola dell'Infanzia si rivelano buoni indicatori promettenti dell’adeguatezza del bambino all’ambiente della scuola primaria.
Primina: i segnali da considerare
Esistono dei segnali pratici da considerare quando ci si trova a considerare, e quindi valutare, la possibilità o meno di far accedere il proprio figlio alla primina?
Ecco qualche consiglio da tenere presente:
- il bambino gioca volentieri da solo e riesce a mantenere focalizzata l'attenzione su un compito a lungo;
- Vi è dell’entusiasmo nell'esplorare concetti nuovi e la predisposizione a imparare e adattarsi a situazioni differenti da quelle già conosciute nell'ambito prescolastico;
- ha una buona immaginazione: inventa storie e attua il gioco simbolico;
- non richiede continuamente l'intervento dell'adulto;
- sa ascoltare le richieste e sa rispettare le regole;
- ha una buona autoregolazione emotiva;
- partecipa alla gestione della vita domestica;
- ha un buon sviluppo cognitivo e si dimostra interessato a numeri e lettere;
- va d'accordo con gli altri;
- sa gestire la separazione dai genitori;
- sa condividere e collaborare con i compagni.