I centri antiviolenza per donne rappresentano un presidio fondamentale nella tutela dei diritti e della sicurezza femminile.
Offrono supporto a chi ha subito violenza fisica, psicologica, sessuale o economica, garantendo accoglienza, protezione e percorsi di uscita dalla violenza.
Esploriamo il loro ruolo, il supporto offerto e come accedervi.
Cosa sono i centri antiviolenza per donne
I centri antiviolenza (CAV) sono strutture socio-assistenziali nate per accogliere donne vittime di maltrattamenti e aiutarle a riconquistare la propria autonomia.
Si basano sul principio dell’ascolto attivo, del rispetto della volontà della donna e della riservatezza assoluta.
Questi centri non sono semplici luoghi di accoglienza: svolgono una funzione chiave nel contrasto alla violenza di genere, offrendo supporto psicologico, assistenza legale, mediazione con i servizi sociali e protezione fisica per le vittime e i loro figli.
In Italia il funzionamento dei centri è regolamentato dalla Legge 119/2013, nota anche come “Legge sulla violenza domestica”, e da successive integrazioni previste dal Piano Strategico Nazionale sulla violenza maschile contro le donne; a livello locale, Regioni e Comuni possono definire linee guida operative.
I centri lavorano in sinergia con:
- ospedali e pronto soccorso;
- servizi sociali comunali;
- forze dell’ordine;
- scuole e centri educativi.
In molte province sono attivi protocolli d’intesa tra enti pubblici, centri antiviolenza e organizzazioni del terzo settore, per gestire in modo coordinato ogni caso.
Potrebbe interessarti anche:
- Mobbing, straining, violenza, molestie verso le donne nel mondo del lavoro: facciamo chiarezza con l’avvocata Stefania Crespi
- La giornata lavorativa della donna è più lunga di quella degli uomini. Sorpresi? State dimenticando il lavoro di cura
- La salute mentale ha un genere? Uomini, donne e il peso dei pregiudizi
Inoltre, regioni e comuni hanno un ruolo cruciale nel finanziare, monitorare e potenziare la rete dei CAV. Alcuni territori, come Emilia-Romagna e Toscana, rappresentano esempi virtuosi.
Chi può rivolgersi a un centro antiviolenza
I centri antiviolenza sono aperti a tutte le donne che vivono situazioni di maltrattamento, indipendentemente da età, nazionalità, religione, stato civile, orientamento sessuale o condizione socio-economica.
La violenza può essere:
- fisica: percosse, lesioni, minacce con armi;
- psicologica: umiliazioni, isolamento, controllo, insulti;
- sessuale: molestie, abusi, rapporti forzati;
- economica: privazione di risorse, controllo delle finanze.
Tutti i servizi offerti sono gratuiti e garantiscono l’anonimato e nessuna segnalazione viene fatta senza il consenso della donna, salvo i casi in cui siano coinvolti minori a rischio.
Infatti, in presenza di figli minori o familiari coinvolti il centro attiva un percorso di protezione integrata, in sinergia con tribunali minorili e servizi territoriali.
Quali servizi offrono i centri antiviolenza
Ecco una panoramica della tipologia di supporto che viene offerta:
Ascolto e accoglienza
Il primo passo è l’ascolto, che può avvenire via telefono, chat, o di persona. Il personale – formato in modo specifico – accoglie la donna senza giudizio, fornendo uno spazio sicuro.
Supporto psicologico e consulenza legale
I centri mettono a disposizione psicologhe, avvocate e assistenti sociali per accompagnare la donna in un percorso di consapevolezza, ricostruzione dell’autostima e tutela legale, ad esempio per l’ottenimento di misure cautelari.
Le donne possono ricevere:
- sostegno psicologico individuale e di gruppo;
- consulenza legale civile e penale;
- mediazione con i tribunali in caso di separazioni o affidi.
Orientamento al lavoro e reinserimento sociale
Molti centri prevedono programmi di empowerment economico, orientamento al lavoro e reinserimento abitativo per favorire l’indipendenza a lungo termine.
Infatti, molti centri offrono anche programmi di:
- orientamento professionale;
- formazione e inserimento lavorativo;
- supporto nella ricerca di casa e autonomia economica.
Centro antiviolenza e casa rifugio: due realtà complementari
Nel contrasto alla violenza di genere esistono diversi livelli di intervento, ciascuno con una finalità specifica. I centri antiviolenza e le case rifugio sono entrambi strumenti fondamentali, ma operano in modo differente e rispondono a bisogni diversi delle donne che subiscono violenza.
La casa rifugio è una struttura residenziale protetta e vi si accede quando la situazione della donna è talmente grave o pericolosa da richiedere l’allontanamento fisico immediato dal contesto violento.
Le principali caratteristiche sono:
- accoglie donne (e i loro figli) in pericolo di vita o in gravi condizioni di rischio;
- offre ospitalità in un luogo segreto e protetto, inaccessibile a terzi, per tutelare l’incolumità della donna;
- ha personale formato che garantisce assistenza h24;
- il soggiorno è temporaneo, ma può variare da alcune settimane a diversi mesi, a seconda della gravità e delle risorse disponibili;
- durante la permanenza si lavora su: recupero dell’autonomia, inserimento lavorativo, reinserimento sociale, supporto legale e psicologico continuativo;
- la casa rifugio può essere attivata dallo stesso centro antiviolenza, dai servizi sociali o dalle forze dell’ordine, previa valutazione del rischio.
Spesso i due servizi fanno parte della stessa rete territoriale antiviolenza, e collaborano in modo integrato:
- il centro antiviolenza valuta il caso e, se necessario, attiva l’ingresso in casa rifugio;
- una volta garantita la sicurezza fisica, si prosegue con il percorso di aiuto nel costruirsi una propria autonomia e di fuoriuscita dalla violenza, sempre con il supporto del centro;
- alcune case rifugio sono gestite direttamente dagli stessi enti o associazioni che si occupano dei CAV.
Dunque, entrambe le strutture lavorano in sinergia: spesso, una donna accede prima al centro antiviolenza, e da lì, se necessario, viene inserita in una casa rifugio.
Come contattare un centro antiviolenza in Italia
Vediamo le modalità di contatto di un centro antiviolenza sul territorio italiano:
Numero nazionale 1522
Il 1522 è il numero verde antiviolenza e stalking, attivo 24 ore su 24, gratuito e multilingue.
Gestito dal Dipartimento per le Pari Opportunità, mette in contatto con i centri antiviolenza più vicini tramite operatrici qualificate.
Rete D.i.Re – Donne in Rete contro la violenza
Si tratta di un'associazione nazionale italiana che riunisce oltre 80 organizzazioni di donne attive nella lotta contro la violenza di genere.
Fondata nel 2008, D.i.Re si impegna a:
- sostenere i centri antiviolenza: fornisce supporto e risorse ai centri antiviolenza in tutta Italia, promuovendo la condivisione di buone pratiche e la formazione delle operatrici;
- promuovere politiche di contrasto alla violenza di genere: l'associazione si batte per l'implementazione di politiche efficaci a livello nazionale e locale, collaborando con istituzioni e altre organizzazioni;
- sensibilizzare l'opinione pubblica: organizza campagne di sensibilizzazione per informare e educare sulla violenza di genere, contrastando stereotipi e pregiudizi;
- tutela dei diritti delle donne: l'associazione si batte per la tutela dei diritti delle donne vittime di violenza, fornendo supporto legale e psicologico;
- rappresentanza e advocacy: rappresenta le istanze dei centri antiviolenza a livello nazionale e internazionale, partecipando a tavoli di lavoro e forum.
L'associazione adotta una prospettiva femminista, centrata sull'esperienza delle donne e sulla lotta contro le disuguaglianze di genere; è, inoltre, un'associazione indipendente, non legata a partiti politici o istituzioni.
La sua struttura a rete permette di collegare centri antiviolenza in tutto il paese, favorendo la condivisione di esperienze e risorse.
Mappa dei centri sul territorio
In Italia esistono oltre 350 centri antiviolenza e case rifugio, distribuiti su tutto il territorio. La lista aggiornata, suddivisa per regione e provincia, è disponibile sul sito dedicato al numero anti violenza e stalking.
Contatti regionali e locali
Molte regioni, comuni e associazioni locali gestiscono CAV in collaborazione con enti pubblici e privati.
È possibile trovare i contatti sui siti delle regioni, degli assessorati alla pari opportunità o attraverso sportelli sociali comunali.
App Where Are U
Non è una modalità per contattare direttamente un centro anti violenza, ma si tratta di un'applicazione per smartphone, progettata per le chiamate di emergenza, che rappresenta uno strumento che potrebbe rivelarsi fondamentale in situazioni di pericolo.
È stata sviluppata dalla Regione Lombardia in collaborazione con AREU (Azienda Regionale Emergenza Urgenza) e permette di inviare automaticamente la propria posizione geografica ai soccorritori.
Ecco le caratteristiche principali di questa applicazione:
- chiamata di emergenza geolocalizzata: quando si effettua una chiamata di emergenza tramite l'app, la centrale operativa riceve automaticamente le coordinate GPS del chiamante, consentendo un intervento più rapido e preciso;
- interfaccia semplificata: è progettata per essere utilizzata facilmente anche in situazioni di stress o panico;
- accessibilità: è disponibile gratuitamente per smartphone Android e iOS;
- numeri di emergenza europei: permette di contattare i numeri di emergenza europei.
L'app è particolarmente utile in situazioni in cui:
- la persona che chiama è in difficoltà e non conosce la propria posizione;
- l'emergenza si verifica in un luogo isolato o poco conosciuto;
- è necessario un intervento rapido dei soccorsi.
In sintesi, è uno strumento prezioso per migliorare l'efficacia dei soccorsi in caso di emergenza, fornendo ai soccorritori informazioni cruciali sulla posizione del chiamante.
I centri antiviolenza per donne in Italia, quindi, rappresentano un punto di riferimento fondamentale per uscire dal silenzio e intraprendere un percorso di libertà; con l’informazione, la rete di supporto e la solidarietà collettiva, è possibile contrastare la violenza di genere e offrire nuove prospettive a chi ha subìto abusi.