Kaizen: la filosofia giapponese per migliorarsi a piccoli passi

Arianna Bordi | Autrice e divulgatrice esperta in salute femminile, psicologia e salute del cervello
A cura di Arianna Bordi
Autrice e divulgatrice esperta in salute femminile, psicologia e salute del cervello

Data articolo – 01 Agosto, 2025

Ragazza riccia con gli occhiali seduta sul divano che pende appunti su un notebook color arancio

Nella cultura giapponese, esiste un concetto profondo e potente che può trasformare radicalmente il modo in cui affrontiamo la pigrizia e la procrastinazione: il Kaizen, il cui nome significa letteralmente "miglioramento continuo"; non si basa su sforzi eroici o cambiamenti drastici, ma sulla forza dei piccoli passi incrementali.

Vediamo in cosa consiste nel dettaglio.

In cosa consiste questa filosofia giapponese

Il termine Kaizen (改善), per cui Kai (改) significa "cambiamento", "miglioramento" e Zen (善) significa "buono", "benefico") è entrato a far parte del vocabolario giapponese negli anni '50, in un'epoca di profonda necessità e rinascita per il Paese; dopo la devastazione della Seconda guerra mondiale, il Giappone era impegnato in una difficile ricostruzione economica.

Il cuore di questa filosofia, applicato anche in ambito aziendale, è un concetto incredibilmente potente e democratico: ogni lavoratore, dal manager all'operaio in catena di montaggio, è una risorsa preziosa e a ciascuno viene riconosciuto il potere e la responsabilità di osservare, analizzare e proporre piccoli suggerimenti per ottimizzare il processo produttivo.

Come attuare la filosofia Kaizen

Non si tratta di grandi innovazioni, ma di una miriade di miglioramenti minimi che, sommati, generano un progresso straordinario.

Applicando il Kaizen nella vita quotidiana possiamo spezzare il ciclo della pigrizia e coltivare una mentalità orientata alla disciplina e alla crescita personale.

Riconoscere e accettare

Prima di poter cambiare un'abitudine dobbiamo prima vederla per ciò che è: il primo, cruciale passo del Kaizen è riconoscere e accettare la pigrizia come un'abitudine che ci sta limitando. 


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Ci sono routine o schemi di pensiero che ci bloccano? Dbbiamo identificare le aree specifiche in cui la pigrizia si manifesta.

L'arte dei piccoli obiettivi

Uno degli aspetti più liberatori del è l'approccio agli obiettivi: invece di fissare traguardi giganteschi che possono paralizzarci, la filosofia suggerisce di suddividere compiti complessi in passaggi minuscoli e facilmente gestibili.

Concentrandosi su micro-obiettivi, si ccrea un'inerzia positiva che ti permette di progredire costantemente, un passo dopo l'altro, senza sentirsi sopraffatti.

La tecnica del "Principio del minuto"

Per superare la procrastinazione il Kaizen ci offre una tecnica potentissima: il "principio del minuto".

L'idea è semplice: impegnarsi a dedicare un minuto al compito che si sta evitando, perché spesso la parte più difficile è semplicemente iniziare.

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Iniziando, infatti, si scoprirà che l'ostacolo non era il compito in sé, ma la paura di affrontarlo; una volta iniziato, continuare diventa molto più facile.

Costruire una routine di disciplina

La pigrizia prospera nel caos: per contrastarla è essenziale creare e mantenere una routine costante.

Si consiglia di stabilire orari specifici per le attività importanti: lavoro, esercizio fisico, momenti di relax, perché avere una struttura giornaliera o settimanale infonde disciplina e riduce il tempo che la nostra mente ha per negoziare o trovare scuse.

La routine agisce come una guida, trasformando l'azione da una scelta da fare ogni giorno a un'abitudine consolidata; e, con il tempo, l'azione diventa automatica, e la pigrizia perde la sua presa.

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