#SkinnyTok, un hashtag che asseconda i disturbi alimentari, è stato eliminato dalla barra di ricerca della piattaforma

Arianna Bordi | Editor

Ultimo aggiornamento – 09 Giugno, 2025

Ragazza che scrolla sul cellulare preoccupata mentre è seduta sul divano

Il panorama digitale odierno è costellato di tendenze che, seppur apparentemente innocue, celano potenziali pericoli, soprattutto per le fasce più giovani e vulnerabili.

#SkinnyTok, la nicchia della piattaforma in cui ci si motiva vicendevolmente a perdere peso, con consigli estremi e giudizi sulla forma fisica e le abitudini alimentari altrui, è l’ultimo trend che ha scatenato diverse polemiche.

Scopriamo di più in questo approfondimento.

Quando il dimagrimento diventa indottrinamento

L'hashtag #skinnytok ha destato particolare preoccupazione: associato a oltre mezzo milione di post, come rilevato dalla National Alliance for Eating Disorders statunitense, propone contenuti che, a un primo sguardo, potrebbero sembrare orientati verso un sano stile di vita, offrendo ad esempio ricette ipocaloriche.

In realtà, l'organizzazione ha evidenziato come la realtà sia ben diversa: lungi dal promuovere la salute, esalterebbe la magrezza e denigrerebbe l'aumento di peso, incoraggiando di fatto disturbi del comportamento alimentare.

La nutrizionista Carole Copti ha sottolineato l'enorme influenza di piattaforme come TikTok, affermando che i pazienti risultano "completamente indottrinati" e che una consulenza settimanale di 45 minuti è insignificante rispetto alle ore trascorse quotidianamente sul social.

La deriva pericolosa di questo hashtag ha generato un forte allarme in Francia, dove gli esperti hanno messo in guardia sui rischi che i social media possono rappresentare per i giovani vulnerabili, spingendoli a sviluppare disturbi alimentari.

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La decisione di TikTok di rimuovere la possibilità di cercare contenuti associati a #SkinnyTok giunge anche a seguito delle aspre critiche mosse dal governo francese, il quale aveva denunciato i rischi per la salute fisica e mentale, in particolare di ragazze e giovani donne, target della maggior parte dei video correlati all'hashtag.

La questione era stata portata all'attenzione dell'Unione Europea, responsabile della regolamentazione digitale negli stati membri, e dell'Autorità di regolamentazione della comunicazione audiovisiva e digitale (Arcom) francese.

È importante sottolineare, però, che l'azione di TikTok è stata autonoma e non è derivata da un'imposizione legale; inoltre, la piattaforma ha specificato che continuerà a limitare la diffusione di video provenienti da account di adolescenti e che fornirà informazioni utili in materia di salute se nella barra di ricerca dell’app si digita l’hashtag in questione.

Non è la prima volta che questo social media è costretto a intervenire su contenuti che sollevano preoccupazioni relative all'immagine corporea: già a marzo, la piattaforma aveva bloccato i cosiddetti "chubby filters”, uno strumento virale che alterava l'aspetto delle persone facendole apparire in sovrappeso.

Ecco perché si tratta di un approccio tossico al benessere fisico

Emily Van Eck, dietista, ha categorizzato la bolla "skinnytok" come un approccio "pericoloso" ed "estremo" alla perdita di peso e alla salute; a suo avviso, "elogiare la magrezza come indicatore di moralità, salute o disciplina è dannoso per il benessere fisico, emotivo e mentale".

Viene inoltre evidenziato come la dieta, specie se intrapresa in giovane età, sia un significativo fattore di rischio per i disturbi alimentari e che la presenza di adolescenti e giovani adulti in questi video accresce ulteriormente la preoccupazione.

Un ulteriore segnale d'allarme è rappresentato dalla denigrazione di macronutrienti essenziali, in particolare carboidrati e grassi, nonostante il corpo umano ne abbia un assoluto bisogno per il suo corretto funzionamento.


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Lindsie Meek, fondatrice di HumanMend, ha sottolineato come tale tendenza perpetui una cultura della dieta dannosa, celebrando la magrezza estrema e promuovendo standard corporei irrealistici.

In particolare, i contenuti del tipo “What I eat in a day” ("Cosa mangio in un giorno") sono considerati particolarmente dannosi, poiché suggeriscono che tutti gli organismi abbiano le stesse esigenze nutrizionali.

Si tratta, infatti, di contenuti che non tengono in considerazione fattori individuali come la genetica e le specifiche esigenze di salute di ciascun individuo.

Il cambiamento comportamentale che favorisce la salute si inserisce in una routine di cura di sé più ampia: è un percorso caratterizzato da flessibilità e nutrimento, scevro da imposizioni dettate da paura o senso di colpa.

Al contrario, i disturbi alimentari si manifestano spesso attraverso rigide regole alimentari, sensi di colpa persistenti legati al cibo e un controllo ossessivo sul proprio corpo e sulla propria alimentazione.

Qualora si manifestino sintomi come ansia in caso di deviazioni da un piano alimentare, il salto dei pasti per procurarsi cibo, o un pensiero costante e pervasivo riguardo al cibo e al proprio corpo, è fondamentale riconoscere che si tratta di un disturbo, anche se tali comportamenti potrebbero essere percepiti come "normali" nel contesto online.

Arianna Bordi | Editor
Scritto da Arianna Bordi | Editor

Dopo la laurea in Letteratura e Lingue straniere, durante il mio percorso di laurea magistrale mi sono specializzata in Editoria e Comunicazione visiva e digitale. Ho frequentato corsi relativi al giornalismo, alla traduzione, alla scrittura per il web, al copywriting e all'editing di testi.

Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
Arianna Bordi | Editor
Arianna Bordi | Editor
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