Qual è il periodo peggiore per la depressione?

Mattia Zamboni | Seo Content Specialist

Ultimo aggiornamento – 30 Ottobre, 2025

Donna guarda fuori dalla finestra con la pioggia.

Sono in molti ad interrogarsi sull’esistenza di un periodo dell’anno in cui la depressione possa manifestarsi con maggiore intensità. Tuttavia, secondo le evidenze cliniche, la maggior parte dei disturbi depressivi non segue un andamento stagionale, e solo in casi specifici è possibile riscontrare un peggioramento ciclico.

Abbiamo deciso di analizzare assieme al Dr. Galia, psicologo, i principali fattori ambientali e stagionali che possono influenzare l’umore, le differenze tra depressione stagionale e distimia, e le strategie più efficaci, basate su evidenze scientifiche, per prevenire e gestire i momenti di maggiore difficoltà.

Ecco le domande che gli abbiamo posto.

Esiste davvero un “periodo peggiore” dell’anno per chi soffre di depressione?

No, non esiste un periodo peggiore in assoluto. Il disturbo depressivo maggiore così come codificato dal DSM-5-TR (American Psychiatric Association, 2022) non ha sempre stagionalità: solo in alcuni casi lo psicologo, nell’apporre la diagnosi, può decidere di aggiungere lo specificatore di ricorrenza “con andamento stagionale” per indicare la manifestazione ciclica degli episodi depressivi.

Nella maggioranza dei disturbi depressivi ad andamento stagionale, il periodo di esordio risulta essere quello autunnale-invernale, con solamente una piccola percentuale di casi – lo 0,57% – ad esordio primaverile-estivo.


Potrebbe interessarti anche:


Vorrei specificare inoltre che il concetto di disturbo affettivo stagionale (o SAD – Seasonal Affective Disorder) non rappresenta un’entità diagnostica riconosciuta: si tratta, piuttosto, di un termine storico che ha trovato largo utilizzo in contesti divulgativi e nel linguaggio comune, e che utilizzerò oggi per semplicità.

Quali fattori stagionali o ambientali possono contribuire a peggiorare la depressione?

Il disturbo affettivo stagionale può essere aggravato da diversi fattori ambientali:

  • riduzione delle ore di luce diurna: la diminuzione dell’esposizione solare altera i ritmi circadiani, riduce la produzione di serotonina e dopamina e favorisce invece un’eccessiva secrezione di melatonina, responsabile di apatia, letargia e ipersonnia;
  • latitudine di residenza: la prevalenza del disturbo aumenta progressivamente con la distanza dall’equatore, passando da circa l’1% nelle regioni equatoriali fino a oltre il 10% nei paesi nordici;
  • minore intensità luminosa giornaliera: anche a parità di ore di luce, la copertura nuvolosa o l’inquinamento atmosferico riducono la quantità di luce naturale percepita, con conseguente peggioramento del tono dell’umore;
  • freddo, umidità, bassa pressione atmosferica, rumore ambientale e urban stress (che include traffico, affollamento e mancanza di spazi verdi) risultano essere tutti fattori correlati a un peggioramento dello stato depressivo stagionale.

In cosa la depressione stagionale è diversa dalla depressione cronica?

Si tratta di due entità diagnostiche distinte: la prima, come abbiamo visto, è un disturbo depressivo maggiore con andamento stagionale, mentre la  depressione  cronica è ufficialmente nota come disturbo depressivo persistente, o distimia.

Le due diagnosi differiscono per i seguenti aspetti:

  • gravità dei sintomi: il SAD è un disturbo depressivo maggiore a tutti gli effetti, e i sintomi acuti tendono ad essere più invalidanti rispetto a quelli della depressione cronica;
  • decorso: la depressione stagionale tende a regredire spontaneamente nei mesi primaverili ed estivi, mentre la depressione cronica è una disfunzione più stabile, in cui l’individuo non è mai del tutto privo di sintomi per più di due mesi consecutivi;
  • rilevanza dei meccanismi fisiologici: la biologia acquisisce un ruolo di primo piano (benché non esclusivo) nella depressione stagionale, mentre nella depressione cronica subentrano fattori psicologici più preponderanti;
  • risposta alla terapia: il trattamento d’elezione per la depressione stagionale è la fototerapia, vale a dire l’esposizione a fonti luminose, mentre la distimia può essere trattata con la psicoterapia o la farmacoterapia.

Quali strategie possono aiutare a gestire o prevenire i momenti di peggioramento della depressione durante l’anno?

Nel caso della depressione stagionale, la  fototerapia  rappresenta il gold standard: l’esposizione a fonti luminose al mattino (10.000 lux per 30-45 minuti) è in grado di migliorare i sintomi nel 60-80% dei casi.

Il trattamento, che può essere anche domiciliare, può essere effettuato mediante apposite lampade note come SAD lamp. La lampada va collocata a 30-60 cm di distanza e deve caratterizzarsi per una scarsa emissione di raggi UV.

È necessario, tuttavia, evitare il fai-da-te: la fototerapia deve essere necessariamente preceduta da una visita oculistica in cui si valuterà fotosensibilità dell’occhio e ci si assicurerà che non siano presenti condizioni oculari pre-esistenti (retinopatie e glaucoma in primis).

Donna seduta sul pavimento con le mani sulla testa.

In tutti gli altri casi risultano utili la psicoterapia e la farmacoterapia:

  • nel primo caso, l’obiettivo sarà la riattivazione comportamentale della persona, che include la pianificazione di attività, l’interruzione degli evitamenti (alzarsi dal letto, uscire, socializzare) e la ricerca di esperienze gratificanti (ad esempio un senso di realizzazione, un divertimento inatteso), in grado di migliorare il tono dell’umore;
  • nel secondo caso, si ricorrerà a molecole antidepressive, in particolar modo gli SSRI e il bupropione, che hanno mostrato una certa efficacia.

Più in generale, trascorrere del tempo all’aria aperta anche nelle giornate luminose, lavorare vicino alla finestra e rendere gli ambienti domestici e lavorativi più luminosi rappresentano strategie di sostegno per chi sta affrontando questa condizione.

Come riconoscere che un peggioramento stagionale della depressione richiede un intervento professionale?

Il peggioramento stagionale della depressione richiede sempre un intervento professionale, perché implica che l’individuo, o il clinico, abbiano riscontrato un andamento stagionale all’interno di un già documentato disturbo depressivo maggiore.

I sintomi sono i medesimi della depressione “comune”:

  • sentirsi tristi, vuoti o senza speranza quasi tutti i giorni;
  • riduzione dell’interesse e del piacere provato per la maggioranza delle attività;
  • rallentamento motorio o, al contrario, difficoltà a star fermi;
  • frequenti sensi di colpa e svalutazione di sé, eccessivi e inappropriati;
  • pensieri ricorrenti di morte;
  • riduzione o aumento dell’appetito o del peso corporeo;
  • insonnia o ipersonnia;
  • frequente senso di fatica o mancanza di energie;
  • ridotte capacità di pensiero, concentrazione e decision-making.

È importante rivolgersi a uno psicologo perché alcuni di questi sintomi tendono ad essere giustificati dal paziente depresso: ad esempio, quello che agli occhi di un clinico può sembrare un senso di colpa eccessivo e inappropriato, al paziente depresso può sembrare del tutto normale. 

Mattia Zamboni | Seo Content Specialist
Scritto da Mattia Zamboni | Seo Content Specialist

Ho conseguito la laurea in Scienze della Comunicazione con un particolare focus sullo storytelling. Con quasi un decennio di esperienza nel campo del giornalismo, oggi mi occupo della creazione di contenuti editoriali che abbracciano diverse tematiche, tra cui salute, benessere, sessualità, mondo pet, alimentazione, psicologia, cura della persona e genitorialità.

Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
Contenuti correlati
Un uomo, visto di spalle, sta in piedi sulla riva di un lago al tramonto.
Perché tanti uomini evitano i controlli medici? La risposta è culturale

Molti uomini evitano visite e controlli per paura di mostrarsi deboli. Ma la prevenzione è un atto di responsabilità e libertà, non di fragilità.


Una giovane donna stanca e frustrata davanti al computer portatile durante il periodo autunno-inverno
Quanto dura la depressione stagionale autunnale? Ecco cosa sapere

La depressione autunnale dura da poche settimane a diversi mesi. Scopri i fattori che influenzano la sua durata, i sintomi da non sottovalutare e quando è il momento di agire.