La pazienza è una virtù che non tutti possiedono allo stesso modo: è un dato di fatto che alcune persone sembrano essere naturalmente più pazienti di altre.
Secondo lo psicologo Geoffrey Gold ciò è in parte dovuto a specifici tratti della personalità che predispongono gli individui a gestire meglio l'incertezza e a essere più inclini a dare il beneficio del dubbio agli altri.
Approfondiamo l’argomento nel dettaglio.
La pazienza: una qualità innata o una competenza da sviluppare?
Sebbene la genetica e il temperamento possano giocare un ruolo, la pazienza non è una dote esclusivamente innata.
Al contrario, può essere coltivata e rafforzata nel tempo: Gold sottolinea che sviluppare la pazienza richiede l'acquisizione di specifiche competenze emotive.
Si tratta di imparare a tollerare e gestire sentimenti scomodi come la noia, la frustrazione e l'ansia.
Inoltre, questo processo di crescita emotiva si basa sulla consapevolezza di sé e sull'autocompassione, due pilastri fondamentali per sviluppare una maggiore resilienza di fronte alle difficoltà e all'attesa.
La pazienza è strettamente legata alla capacità di accettazione: spesso l'impazienza nasce dal desiderio di controllare ogni aspetto di una situazione.
Come spiega Fanny Tristan, psicoterapeuta a New York, le persone impazienti faticano ad accettare la realtà dei tempi necessari: non riescono a tollerare quanto tempo ci voglia per imparare una nuova abilità o quanto possa essere lungo un processo, e questo può sfociare in sentimenti di frustrazione, irrequietezza e persino rabbia.
Le persone che invece si mostrano più pazienti e riescono ad affrontare gli imprevisti con maggiore facilità tendono a essere più consapevoli e con i piedi per terra: hanno, infatti, una profonda comprensione del fatto che la vita è intrinsecamente complessa e che gli ostacoli sono inevitabili.
Non si tratta di amare o apprezzare le deviazioni di percorso, ma di imparare a gestirle senza che compromettano il proprio stato d'animo; un approccio mentale permette di affrontare con serenità un imprevisto come un guasto tecnico che manda all'aria la giornata lavorativa o l'attesa di una risposta da parte di qualcuno.
Alla base dell'impazienza si cela spesso ciò che Gold definisce l'"energia del protagonista": la tendenza a vedere il mondo dal proprio punto di vista, credendo che la vita di tutti debba procedere al proprio ritmo. In questo stato mentale, si fa fatica a uscire dalla propria prospettiva e a rendersi conto che anche gli altri hanno i propri ritardi, imprevisti e priorità.
Per questo motivo, oltre a coltivare l'accettazione, è fondamentale sviluppare l'empatia: prima di reagire con un sospiro esagerato, un borbottio passivo-aggressivo o uno scatto d'ira, si può provare a fermarsi e a riflettere su ciò che potrebbe accadere.
Spostare la prospettiva dal proprio "io" al "noi" aiuta a comprendere che la maggior parte degli inconvenienti quotidiani non sono rivolti personalmente, e di conseguenza, non valgono lo stress o il cattivo umore.
Come lavorare sulla propria pazienza
In un mondo frenetico rallentare può sembrare una scelta controintuitiva, specialmente quando ci si sente sopraffatti dagli impegni.
Accelerare i ritmi non fa altro che innescare una risposta di allerta nel nostro corpo e nella nostra mente, alimentando l'irritabilità, l'irrequietezza e l'ansia.
Come spiega Gold correre è come segnalare al nostro sistema che è in corso una crisi, e questo ci rende più suscettibili alla frustrazione.
Al contrario, rallentare fisicamente ha un effetto calmante sul nostro cervello: che si tratti di resistere all'impulso di superare i pedoni lenti sul marciapiede o di fare qualche respiro profondo prima di inviare un messaggio al corriere in ritardo, questi piccoli gesti inviano un segnale di calma al sistema nervoso.
Persino la semplice azione di prendersi più tempo per parlare, masticare il cibo o scrivere un messaggio può contribuire in modo significativo a sviluppare la pazienza.
Quando si impara a controllare il proprio corpo e a rallentare i movimenti, si acquisisce un senso di padronanza che permette di affrontare le situazioni stressanti con maggiore lucidità e grazia.
Come afferma Tristan, questa pratica aiuta a pensare in modo più chiaro e a rispondere agli imprevisti con calma anziché con reattività.
Inoltre, dato che, nonostante gli sforzi, l'impazienza può accumularsi fino a raggiungere un punto di rottura (una sort di energia repressa che può manifestarsi in scatti d'ira, sfuriate e momenti di cui ci si può pentire), come spiega Tristan, si potrebbe sentire il bisogno di liberarla in qualche modo.
In questi momenti una strategia efficace consiste nel distrarre la mente con attività fisiche o sensoriali perché sono azioni che aiutano a rimanere con i piedi per terra e a prevenire reazioni impulsive; tra le soluzioni pratiche si può considerare l'uso di uno spinner per le dita dopo un'interazione frustrante con un collega, o stringere una pallina antistress nel traffico.
Diventare più pazienti è un processo graduale che richiede un'esposizione costante all'incertezza e alla noia, senza cedere alla tentazione di lamentarsi o brontolare; una sfida non indifferente nella cultura moderna, sempre più frenetica, come sottolinea Gold.
Siamo, infatti, abituati a vivere le nostre giornate in un vortice di attività: dalla sveglia al lavoro, ogni momento sembra programmato. Per questo motivo dedicare intenzionalmente del tempo al semplice "essere" può avere un impatto sorprendente sulla nostra pazienza.
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Si può iniziare con piccoli passi, come lasciare libero il pomeriggio della domenica dopo un brunch con gli amici, senza programmare altre attività o commissioni; la flessibilità di rilassarsi e vedere dove porta la giornata è un esercizio potente.
Un altro approccio consiste nel dedicare 10 minuti al giorno a staccare completamente la spina da telefoni e schermi, permettendo alla mente di abituarsi a una quiete che all'inizio può sembrare imbarazzante.
Con la pratica queste pause insegnano al cervello una lezione fondamentale: che va bene non essere sempre impegnati e che a volte si ha del tempo libero; più si assimila questo concetto, meno gli inconvenienti e i ritardi avranno il potere di turbare la propria serenità.