La piramide dei bisogni di Maslow: ecco un approfondimento

Arianna Bordi | Editor

Ultimo aggiornamento – 04 Luglio, 2025

Primo piano di una donna che scrivere su un quaderno con la penna, con accanto una tazza di caffè

La Piramide di Maslow, o Gerarchia dei Bisogni, sebbene sia nata in ambito psicologico, ha trovato vasta applicazione anche in settori come il management, il marketing e la crescita personale.

Esploriamo in dettaglio i vari livelli della piramide e le sue implicazioni pratiche in diversi contesti, nonché le critiche e le teorie che hanno ampliato il concetto di partenza. 

Cos'è la piramide di Maslow

La piramide di Maslow, conosciuta anche come Piramide dei bisogni di Maslow, è la rappresentazione grafica di una teoria psicologica sviluppata dallo psicologo statunitense Abraham Maslow nel 1943.

Presentata per la prima volta nell'articolo A Theory of Human Motivation e approfondita nel testo Motivation and Personality del 1954, la teoria propone una gerarchia di bisogni umani che motivano il comportamento individuale.

Si tratta di un modello visivo a forma di piramide che classifica i bisogni in cinque livelli principali: fisiologici, sicurezza, appartenenza, stima e autorealizzazione.

Chi era Abraham Maslow

Abraham Maslow (1908-1970) è considerato uno dei principali esponenti della psicologia umanistica, un approccio che si concentra sul potenziale positivo degli individui, in contrasto con le correnti dominanti dell'epoca quali il comportamentismo e la psicoanalisi, che si focalizzavano maggiormente sui disturbi e sui meccanismi di condizionamento.

Secondo Maslow l'essere umano ha una serie di bisogni che devono essere soddisfatti in modo gerarchico, partendo dai più elementari fino a quelli più complessi; in quest’ottica, per poter soddisfare i bisogni di un livello superiore, è necessario aver soddisfatto, almeno in parte, quelli del livello inferiore.

La sua visione positiva dell'essere umano e l'enfasi sull'autorealizzazione hanno influenzato non solo la psicologia, ma anche campi come l'educazione, il management e il marketing.

I cinque livelli della piramide di Maslow

La piramide dei bisogni di Maslow è composta da cinque livelli principali, disposti in ordine gerarchico:

Bisogni fisiologici

Alla base della piramide si trovano i bisogni fisiologici, ovvero quelli indispensabili per la sopravvivenza: respirare, mangiare, bere, dormire, mantenere una temperatura corporea adeguata.

Ad esempio, stando a questa prima formulazione della teoria, una persona che non ha soddisfatto il bisogno indotto dalla fame non può concentrarsi su aspetti sociali o professionali finché questo bisogno primario non viene soddisfatto.

Bisogni di sicurezza

Una volta soddisfatti i bisogni fisiologici, emergono i bisogni legati alla sicurezza: protezione, stabilità economica, salute, sicurezza sul lavoro e nell'ambiente domestico.

Un esempio pratico è il bisogno di avere un contratto di lavoro stabile o un'assicurazione sanitaria.

Bisogni di appartenenza e amore

Il terzo livello riguarda i bisogni di appartenenza, amore e relazioni interpersonali che includono l'amicizia, la famiglia, l'integrazione in un gruppo sociale o comunitario. Le relazioni affettive e sociali diventano, quindi, fondamentali per il benessere psicologico dell'individuo.

Bisogni di stima

I bisogni di stima includono il rispetto per sé stessi, l'autostima, il riconoscimento da parte degli altri, il successo personale e la fiducia.

La mancanza di stima, infatti, può portare a sentimenti di inferiorità o insicurezza; un esempio è il desiderio di essere apprezzati sul lavoro o di ricevere un premio per i propri risultati.

Bisogni di autorealizzazione

Al vertice della piramide di Maslow si collocano i bisogni di autorealizzazione: il desiderio di realizzare il proprio potenziale, sviluppare creatività, vivere esperienze significative e raggiungere obiettivi personali.

Evoluzione della teoria: i bisogni aggiuntivi

Successivamente Maslow ampliò il modello introducendo ulteriori livelli, trasformando la classica piramide a 5 stadi in una versione più articolata.

Tra i nuovi livelli troviamo:

  • bisogni cognitivi: lo studioso osservò che, una volta soddisfatti i bisogni più urgenti, molte persone sentivano nascere dentro di sé un’esigenza più intellettuale: quella di conoscere, esplorare, imparare. Non si tratta di un lusso, ma di una necessità autentica. L’essere umano ha bisogno di comprendere il mondo in cui vive, di interrogarsi, di nutrire la propria curiosità. È un desiderio di conoscenza si manifesta in tanti modi: nel bambino che fa domande su tutto, nello studente appassionato, nell’adulto che legge, viaggia, si forma, sperimenta;
  • bisogni estetici: non si limita alla fruizione dell’arte, ma può riguardare anche il piacere per la natura, la cura dell’abbigliamento, la disposizione degli oggetti nella propria casa. È il desiderio di vivere in un mondo che “ha senso” anche visivamente, esteticamente. Per Maslow non si tratta di vanità, è un bisogno che parla all’anima: una stanza ben illuminata, un paesaggio armonioso, un’opera d’arte commovente possono restituire equilibrio e pace interiore;

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  • autotrascendenza: Maslow comprese che l’autorealizzazione non era sempre il punto di arrivo. Alcune persone sembravano spingersi ancora oltre, animate da un bisogno di superare i confini del proprio ego, per entrare in relazione con qualcosa di più grande: l’umanità, la natura, il divino, o una causa superiore. Lo psicologo definì questa necessità un motore che porta alcune persone a dedicarsi agli altri, alla giustizia, alla cura dell’ambiente, o a vivere esperienze mistiche. È il desiderio di dare senso alla vita, non solo alla propria.

A cosa serve la piramide di Maslow

La teoria dei bisogni trova numerose applicazioni pratiche in vari settori:

Psicologia e crescita personale

La piramide di Maslow aiuta a comprendere le motivazioni individuali e a identificare le aree su cui lavorare per migliorare il benessere psicologico

Può essere d’aiuto inoltre a validare i bisogni di chi ritiene di aver avuto tanto dalla vita e di non potersi concedere ulteriore sofferenza, che risulta invece giustificata dalla mancata soddisfazione dei bisogni di livello più elevato.


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In ambito terapeutico può essere utilizzata per definire gli obiettivi di un percorso di crescita personale.

Risorse umane e leadership

Nel contesto aziendale la piramide dei bisogni di Maslow è uno strumento utile per comprendere cosa motiva i dipendenti.

Ad esempio, la sicurezza economica e il riconoscimento professionale sono bisogni che, se soddisfatti, migliorano la produttività e la fidelizzazione.

Marketing e comunicazione

Nel marketing la piramide di Maslow viene utilizzata per analizzare i desideri dei consumatori.

Una pubblicità che punta al senso di appartenenza (es. "entra a far parte della nostra community") risponde ai bisogni del terzo livello, mentre un brand di lusso mira ai bisogni di stima.

Esempi pratici della piramide di Maslow

Vediamo alcune applicazioni pratiche di questa metodologia:

Motivazione sul posto di lavoro

Un'azienda che offre benefit, formazione e riconoscimento soddisfa diversi livelli della piramide. Ad esempio, un programma di mentorship risponde ai bisogni di autorealizzazione.

Strategie pubblicitarie basate sui bisogni

Un brand sportivo che promuove lo slogan "diventa la tua versione migliore" punta direttamente all'autorealizzazione.

Crescita personale

Un individuo che decide di cambiare carriera per inseguire una passione nonostante l'incertezza economica può essere un esempio di priorità data all'autorealizzazione.

Teorie che ampliano la Piramide di Maslow

Alcune teorie hanno cercato di superare questi limiti, tra cui:

Teoria ERG di Alderfer

Proposta da Clayton Alderfer nel 1969, questa teoria riformula la gerarchia di Maslow in tre categorie più flessibili:

  • esistenza (existence): include i bisogni fisiologici e di sicurezza;
  • relazione (relatedness): comprende i bisogni di appartenenza e relazioni sociali;
  • crescita (growth): corrisponde ai bisogni di stima e autorealizzazione.

A differenza di Maslow, lo psicologo sostiene che i bisogni non sono rigidamente sequenziali: le persone possono cercare di soddisfare più bisogni contemporaneamente o tornare a bisogni precedenti se quelli superiori non vengono soddisfatti (principio di regressione-frustrazione).

Teoria dei due fattori di Herzberg

Ideata da Frederick Herzberg negli anni '50, questa teoria è particolarmente rilevante in ambito lavorativo.

Lo psicologo distingue tra:

  • fattori igienici: condizioni di lavoro, salario, sicurezza, politiche aziendali. La loro assenza causa insoddisfazione, ma la loro presenza non genera necessariamente motivazione;
  • fattori motivanti: riconoscimento, responsabilità, avanzamento di carriera, realizzazione personale. Questi fattori sono i veri motori della motivazione e della soddisfazione professionale.

Secondo la sua visione, infatti, è necessario garantire condizioni di base e allo stesso tempo creare opportunità di crescita per motivare realmente i dipendenti.

Critiche alla Gerarchia dei Bisogni

Nonostante la sua diffusione, la teoria presenta limiti e ha ricevuto diverse critiche; tra le principali vi sono: mancanza di validazione empirica, rigidità del modello, approccio occidentale-centrico.

In particolare, la rigidità gerarchica non rispecchia sempre la realtà: alcune persone, ad esempio, perseguono l'autorealizzazione pur vivendo in condizioni economiche precarie.

Approfondiamo uno studio di critica nello specifico:

Lo studio di Max-Neef e altri studiosi

L’approccio di Max-Neef è stato formalizzato nel libro Human Scale Development: An Option for the Future, pubblicato nel 1991, dopo la prima pubblicazione su una rivista nel 1986.

In quest’opera l'economista e i suoi collaboratori, tra cui anche il sociologo cileno Antonio Elizalde e il filosofo cileno Martin Hopenhayn, delineano un modello alternativo di sviluppo.

Il concetto chiave è che lo sviluppo autentico si realizza quando le persone riescono a soddisfare i propri bisogni fondamentali, che sono universali ma possono essere soddisfatti in modi diversi secondo il contesto culturale.

Lo studio di Max-Neef e collaboratori si oppone alla teoria dei bisogni di Maslow sotto diversi aspetti fondamentali: innanzitutto, mentre Maslow propone una visione gerarchica dei bisogni, disposti in una piramide che va dai più basilari fino all’autorealizzazione, Max-Neef rifiuta questa struttura verticale e propone invece una rete orizzontale di bisogni fondamentali, che sono pochi, finiti, universali e invariabili nel tempo e nelle culture.

Non esiste, infatti, secondo lui, una progressione obbligata nella loro soddisfazione: bisogni come affetto, comprensione, identità o partecipazione sono tutti simultaneamente presenti e interdipendenti.

Un’altra differenza cruciale riguarda la distinzione tra bisogni e mezzi per soddisfarli: Max-Neef introduce infatti il concetto di "soddisfatori", ovvero i modi concreti (culturali, storici, personali) attraverso cui si tenta di rispondere a un bisogno.

Tali soddisfatori possono essere efficaci o meno, e talvolta possono addirittura ostacolare altri bisogni; ad esempio, un sistema autoritario può soddisfare (in parte) il bisogno di ordine, ma violare quelli di libertà e partecipazione.

Infine, mentre la teoria di Maslow ha un focus prevalentemente individuale, Max-Neef adotta una prospettiva più ampia, che considera anche le dimensioni sociale e ambientale.

La soddisfazione dei bisogni, infatti, avviene secondo lui a diversi livelli: personale, comunitario e sistemico, e i soddisfatori efficaci sono quelli che generano sinergie e benessere diffuso, non solo individuale.

In sintesi, il modello di Max-Neef si configura come una critica radicale alla visione lineare e centrata sull'individuo proposta da Maslow, a favore di un approccio più relazionale e contestuale.

I bisogni non sono gerarchici come nella piramide di Maslow, ma interrelati e simultanei; l’attenzione è posta sulle soddisfazioni (satisfiers), ovvero i mezzi concreti o simbolici per appagare i bisogni, che possono essere sinergici o distruttivi. Il modello promuove, dunque, un approccio partecipativo, centrato sulle comunità locali.

Il modello di Max-Neef è stato applicato principalmente in contesti di sviluppo comunitario, educazione e pianificazione locale, soprattutto in America Latina; ha influenzato progetti in ambito urbano e rurale, guidati da criteri di sostenibilità e partecipazione.

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È usato anche per analizzare come le politiche pubbliche influenzano la soddisfazione (o la frustrazione) dei bisogni umani, fungendo anche da strumento per diagnosticare e trasformare le realtà locali.

Dunque, questa tassonomia fa emergere la visione universalistica di Maslow, che trascura le condizioni materiali e storiche che impediscono a molti individui di accedere a qualunque livello della piramide.

Nonostante le critiche, tuttavia, la Piramide dei Bisogni continua a essere ampiamente citata nei testi di psicologia, HR e marketing come utile spunto di riflessione per comprendere i propri bisogni e priorità, migliorando in tal modo le scelte personali e professionali.

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Scritto da Arianna Bordi | Editor

Dopo la laurea in Letteratura e Lingue straniere, durante il mio percorso di laurea magistrale mi sono specializzata in Editoria e Comunicazione visiva e digitale. Ho frequentato corsi relativi al giornalismo, alla traduzione, alla scrittura per il web, al copywriting e all'editing di testi.

a cura di Dr. Alberto Galia
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