Food noise: quando il cibo diventa un "rumore" ricorrente nella nostra mente

Arianna Bordi | Editor

Ultimo aggiornamento – 20 Giugno, 2025

Donna dubbiosa seduta al tavolo con davanti un piatto di broccoli e in mano un broccolo e un muffin

Una ricerca di maggio 2025 condotta da studiosi della Pennsylvania State University ha stabilito che il "food noise" si configura come una persistente e intrusiva attenzione al cibo, che può evolvere in un vero e proprio disturbo.

Si tratta di una condizione per cui è presente una preoccupazione assillante riguardo a cosa mangiare, la quale, pur non essendo dettata dalla fame fisica, si manifesta come una ricerca incessante e quasi primordiale di cibo; talvolta, persino stimoli esterni quali una pubblicità o un odore possono scatenare un desiderio irrefrenabile di mangiare.

Tale dinamica può sfociare in una difficoltà nel percepire sazietà o soddisfazione dopo i pasti, portando a pensare incessantemente al pasto successivo già durante o immediatamente dopo averne consumato uno.

Ecco un approfondimento.

Food noise: come agisce

L'ossessione per il cibo è stata descritta dagli studiosi come una condizione di pensieri intrusivi che hanno la capacità di interferire con le normali attività quotidiane e le relazioni interpersonali.

L'intensità e le ripercussioni del food noise si manifestano lungo un continuum: per alcuni individui questo "rumore alimentare" si configura come un incessante monologo interiore riguardo al cosa, quando e quanto mangiare, divenendo fonte di distrazione e profonda angoscia.

Esistono diverse manifestazioni o ossessioni alimentari, tra cui spicca l'ortoressia nervosa: in questo specifico caso si osserva una fissazione continua per l'alimentazione sana, che può degenerare in restrizioni alimentari estreme.

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Ciò include l'esclusione di interi gruppi alimentari, con conseguenti potenziali carenze nutrizionali, nonché l'insorgenza di stress e isolamento sociale dovuti all'inflessibilità delle proprie regole alimentari.

Come illustrato da Susan Albers, psicologa clinica presso la Cleveland Clinic e autrice, è utile concepire il tempo dedicato al pensiero del cibo come una porzione di un grafico a torta; per coloro che presentano significative problematiche alimentari, tale percentuale può raggiungere l'80-90% della giornata.

Infatti, le implicazioni di un food noise pronunciato possono essere considerevoli, influenzando negativamente il riposo notturno, generando sentimenti di colpa o vergogna legati al cibo, e innescando stati ansiosi.

Rachel Goldman, psicologa specializzata in comportamento alimentare e assistente clinico di psichiatria, sottolinea: "L'ossessione per il cibo è comune al giorno d'oggi perché la cultura della dieta ci circonda e riceviamo messaggi su ciò che è giusto mangiare e ciò che non lo è".


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Si evidenzia, inoltre, che "molte persone non si rendono conto di quanto spazio occupi [il cibo] nel loro cervello finché non iniziano a perdere peso", suggerendo che la riduzione del peso corporeo possa talvolta portare a una maggiore consapevolezza dell'ingombro mentale precedentemente occupato da tali pensieri.

A sostegno di ciò, un rapporto congiunto del 2024 di Weight Watchers e STOP Obesity Alliance ha rivelato che "più della metà delle persone che vivono in sovrappeso o in obesità sperimentano il food noise", un fattore che, a detta di molti, rende più arduo aderire a un regime alimentare sano o a un piano di attività fisica; altri soggetti particolarmente vulnerabili a questa condizione includono coloro che soffrono di disturbi alimentari o che presentano schemi alimentari disordinati.

Goldman chiarisce che: "Se si limita l'alimentazione o si saltano i pasti, è probabile che il food noise sia maggiore: il nostro corpo ci sta dando segnali per mangiare di più", suggerendo un meccanismo di risposta fisiologica.

Infine, Albers evidenzia le ripercussioni psicologiche e sociali del food noise, affermando che "c'è molta vergogna e condanna, può avere un impatto sulle relazioni, portando al ritiro sociale, e ridurre l'impegno delle persone in altre aree della loro vita.”

Come provare a contrastare il food noise

Anche in assenza dell'assunzione di farmaci agonisti del GLP-1 o di altri trattamenti farmacologici per la gestione del peso, esistono strategie efficaci che possono essere adottate per mitigare il food noise.

Un approccio iniziale, suggerito dagli esperti, consiste nell'esaminare attentamente le proprie abitudini quotidiane, includendo il sonno, i pattern alimentari, l'idratazione, l'attività fisica e le modalità di gestione dello stress.

Per identificare schemi e fattori scatenanti può risultare vantaggioso tenere un registro o un diario alimentare; una volta individuati tali elementi, Goldman consiglia di "prendere provvedimenti per ridurli. Se i 'rumori del cibo' sono molto forti quando si sta cinque ore senza mangiare, allora è meglio limitarsi a tre o quattro ore", suggerendo una modulazione proattiva degli intervalli tra i pasti.

@mounjaromates Replying to @Top Cat THIS is food noise! Mounjaro takes that away for most people. Food noise is the obsession with food. How many people can relate? . . . #foodnoise #mounjaro #mounjarojourney #mounjaromen #glp1 ♬ original sound - Grant

Parallelamente, è consigliabile impegnarsi in un'alimentazione regolare, privilegiando pasti che siano non solo nutrizionalmente completi ma anche psicologicamente gratificanti.

Albers evidenzia un aspetto sorprendente: "Quando le persone si danno il permesso di mangiare ciò che vogliono ciò può avere un effetto sorprendente sulla riduzione del rumore alimentare". Aggiunge inoltre che "la restrizione e il senso di privazione contribuiscono al rumore del cibo", sottolineando l'importanza di un approccio non restrittivo.

Durante i pasti, rallentare e praticare un'alimentazione consapevole può aiutare a "prestare attenzione alle proprietà sensoriali del cibo", come suggerito da Albers; si tratta di una pratica che favorisce un maggiore apprezzamento del cibo consumato. 

Anche l'attività fisica regolare o l'impegno in attività piacevoli che stimolino il rilascio di dopamina, quali la lettura o l'ascolto di musica, possono contribuire a placare il food noise.

È fondamentale, tuttavia, riconoscere che si tratta di un disagio comune e non dovrebbe essere fonte di scoraggiamento: al contrario, Goldman invita a un atteggiamento di indulgenza verso se stessi.

Arianna Bordi | Editor
Scritto da Arianna Bordi | Editor

Dopo la laurea in Letteratura e Lingue straniere, durante il mio percorso di laurea magistrale mi sono specializzata in Editoria e Comunicazione visiva e digitale. Ho frequentato corsi relativi al giornalismo, alla traduzione, alla scrittura per il web, al copywriting e all'editing di testi.

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Arianna Bordi | Editor
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