Betaina: cos'è, a cosa serve e come integrarla

Valentina Montagna | Editor

Ultimo aggiornamento – 30 Maggio, 2025

Donna che beve da un bicchiere mentre guarda fuori dalla finestra

La betaina, conosciuta anche come trimetilglicina, è un composto organico naturale presente in piante, animali e microrganismi.

Deriva dalla colina, nutriente essenziale simile alle vitamine del gruppo B, noto anche come vitamina J che ne rappresenta il precursore nella sua sintesi corporea.

Nonostante il nostro organismo possa produrla nei mitocondri di fegato e reni, la quantità sintetizzata è insufficiente a coprire il fabbisogno fisiologico; quindi si compensa attraverso l'alimentazione o, quando necessario per ragioni di salute, attraverso l'integrazione.

Proprietà e benefici della betaina

Alla betaina vengono attribuiti diversi potenziali benefici per la salute. 

Effetti antinfiammatori

Alcuni studi evidenziano la capacità della betaina di proteggere contro malattie come:

  • obesità;
  • diabete;
  • morbo di Alzheimer.

La betaina mostra effetti antinfiammatori in condizioni come obesità, diabete e morbo di Alzheimer, grazie alla modulazione dell'omocisteina e all'inibizione di pathway pro-infiammatori.

I pathway pro-infiammatori sono reazioni cellulari che, attraverso l’attivazione di proteine e la produzione di sostanze come le citochine (ad esempio TNF-α, IL-1, IL-6), favoriscono lo sviluppo e il mantenimento dell'infiammazione.

L'inibizione di questi pathway comporta una diminuzione della risposta infiammatoria perché vengono prodotti meno mediatori che "accendono" o mantengono lo stato infiammatorio.

È stato dimostrato che protegge il fegato dalle epatotossine e può aiutare la digestione aumentando la concentrazione di acido cloridrico nello stomaco, specialmente in individui con bassa acidità gastrica se assunta nella sua forma di sale cloridrato di betaina (betaina HCl).

Fonti alimentari di betaina: dove trovarla in natura

La betaina è un composto naturalmente presente in diversi alimenti, con concentrazioni variabili a seconda della fonte.

Le categorie alimentari che ne contengono quantità importanti sono:

Cereali integrali e derivati

Ecco gli alimenti che contengono più betaina:

  • crusca di frumento (fino a 7200 µg/g) e germe di grano (3414 µg/g) sono tra le fonti più ricche;
  • farro (1848 µg/g) e avena integrale (200-1000 µg/g) superano il comune frumento (532 µg/g);
  • prodotti da forno integrali come pane e pasta contengono 2-4 volte più betaina rispetto alle versioni raffinate.

Pseudocereali

L'amaranto raggiunge concentrazioni eccezionali (5215-7420 µg/g); la quinoa ne contiene 3930-6300 µg/g.

Ortaggi

Tra le verdure più ricche di betaina:

  • barbabietole rosse (750-3337 µg/g);
  • spinaci (675-1100 µg/g).

Fonti animali

Molluschi come cozze (1120-11600 µg/g) e ostriche (2780-2810 µg/g).

Altri alimenti

La melassa di barbabietola viene utilizzata come ingrediente che può arricchire prodotti da forno.

La lavorazione industriale riduce il contenuto di betaina. La farina bianca contiene solo 141-718 µg/g contro i 604-1503 µg/g della versione integrale; meglio, dunque, preferire cereali in forma non raffinata.

Integrazione della betaina: forme disponibili e modalità d'uso

Per la maggior parte delle persone sane, una dieta equilibrata fornisce quantità adeguate di colina e betaina. L’integrazione di betaina è consigliata solo in situazioni specifiche, come:

  • omocistinuria (una rara malattia metabolica);
  • alcune condizioni epatiche;
  • carenze documentate tramite esami specifici

In assenza di queste condizioni, non è necessario assumere integratori di betaina: una dieta varia e ricca di cereali integrali, barbabietole, spinaci e altri vegetali è sufficiente per mantenere livelli ottimali di questo nutriente.

Integratori di beatina per scopi terapeutici

Sebbene presenti in alimenti come spinaci, quinoa e molluschi, la concentrazione dietetica è spesso insufficiente per scopi terapeutici. Per questo, l'industria utilizza due approcci principali:

  • estrazione da sottoprodotti della barbabietola: la melassa residua dalla produzione dello zucchero (contenente il 3-8% di betaina) viene trattata con resine a scambio ionico e alcol etilico per ottenere estratti purificati. Questa betaina "naturale" mantiene la struttura originale (trimethylglycine) ed è commercializzata come polvere o cristalli idrosolubili;
  • sintesi chimica: la reazione tra trimetilammina (TMA) e acido monocloroacetico (MCAA) produce betaina cloridrato (HCl), mentre l'aggiunta di idrossido di sodio genera betaina anidra sintetica. 

Forme farmaceutiche e integrative

La betaina, composto naturale estratto principalmente dalla barbabietola da zucchero (Beta vulgaris), viene impiegata in ambito medico, sportivo e nutrizionale attraverso diverse formulazioni.

La sua versatilità deriva sia dalle proprietà biochimiche (donatore di gruppi metilici e osmolitro) sia dai processi industriali che ne permettono l'estrazione o la sintesi.

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Le formulazioni disponibili rispondono a esigenze specifiche:

  • betaina anidra: polvere orale utilizzata nel trattamento dell'omocistinuria, con dosaggi standardizzati (6 g/die per adulti, 100 mg/kg/die per bambini). La somministrazione avviene disciogliendo il prodotto in acqua, succo o latte, preferibilmente in due assunzioni giornaliere. Studi clinici ne confermano l'efficacia nel ridurre i livelli plasmatici di omocisteina del 30-50%;
  • betaina HCl: in forma di compresse o capsule (500-650 mg per dose), indicata per la digestione. Agisce aumentando l'acidità gastrica, con dosaggi iniziali di 350-750 mg durante i pasti, incrementabili fino a 3 g/die sotto controllo medico;
  • preparati in polvere (1,5-2 g/dose) ottimizzati per il metabolismo energetico, spesso combinati con elettroliti o aminoacidi. Uno studio su topi ha dimostrato un aumento del 15% della sintesi proteica muscolare tramite attivazione del pathway IGF-1.

Conseguenze di insufficiente betaina 

Un'insufficienza di betaina, soprattutto se associata a carenza di colina, può portare a queste conseguenze:

  • accumulo di grasso nel fegato (steatosi epatica): la betaina, insieme alla colina, svolge un ruolo fondamentale nella prevenzione della steatosi epatica non alcolica, favorendo il corretto metabolismo dei grassi nel fegato;
  • aumento dei livelli di omocisteina nel sangue (iperomocisteinemia): la betaina agisce attivamente alla conversione dell'omocisteina in metionina, riducendo i livelli di questo amminoacido che può essere dannoso per l'organismo;
  • maggior rischio cardiovascolare: l'iperomocisteinemia è riconosciuta come un fattore di rischio per le malattie cardiovascolari. Una carenza di betaina e colina può aumentare il rischio di sviluppare queste patologie.

Betaina: effetti collaterali e controindicazioni

L'uso prolungato di betaina HCl (>6 mesi) è associato a:

  • nausea;
  • aumento del colesterolo LDL, (+18% a dosi >3g/die) probabilmente per alterazioni del metabolismo dell'omocisteina;
  • Possibili fastidi e sensazione di bruciore a livello gastrico;

Controindicata in presenza di ulcera peptica, gastrite atrofica e terapie con antiacidi (riducono l'efficacia); in gravidanza, dosi superiori a 9 g/die possono interferire con la metilazione del DNA embrionale.

Per massimizzare i benefici:

  • assumere con i pasti per ottimizzare l'assorbimento;
  • monitorare i parametri ematici (omocisteina, transaminasi) ogni 3 mesi durante terapie croniche;
  • preferire fonti naturali in caso di sensibilità gastrointestinale.

Funzioni metaboliche della betaina

La betaina svolge tre funzioni fondamentali nel corpo umano:

Regolazione dell'omeostasi cellulare 

La betaina agisce come osmolita organico, mantenendo il volume delle cellule anche in condizioni estreme. Quando le cellule sono esposte a stress osmotici (es. disidratazione o eccesso di sali), accumula fino a 5 mM di concentrazione interna, prevenendo il collasso o il rigonfiamento eccessivo.

Studi su epatociti dimostrano capacità di mantenere il volume cellulare anche in condizioni iperosmotiche (+30% rispetto ai controlli).

Protezione delle proteine (funzione di Chaperone Chimico)

Oltre a stabilizzare l'acqua intracellulare, la betaina protegge le proteine dalla denaturazione agendo come "scudo molecolare". Legandosi alle proteine tramite interazioni idrofobiche, ne preserva la struttura tridimensionale anche in condizioni di stress termico o chimico.

Nella pelle esposta ai raggi UV la betaina riduce del 37% il danno alle proteine strutturali (come collagene e cheratina).

Metabolismo dell'omocisteina e protezione epatica

La betaina interviene nel metabolismo dell’omocisteina attraverso l'enzima BHMT (betaina-homocysteine methyltransferase), trasferendo gruppi metilici che convertono l'omocisteina in metionina, un aminoacido essenziale per la sintesi proteica e il corretto funzionamento dell'organismo.

Perché l’omocisteina è importante?

L'omocisteina, se in eccesso, è associata a rischi cardiovascolari.

Una meta-analisi su 5 RCT mostra che 4-6 g/die riducono i livelli plasmatici di omocisteina di 1.23 μmol/L (11.8%).

Questo processo:

  • riduce i livelli di omocisteina limitando i danni vascolari;
  • aumenta la produzione di SAMe, molecola importante per la sintesi di neurotrasmettitori (serotonina, dopamina); metilazione del DNA; detossificazione epatica.

Protezione del fegato

La betaina protegge il fegato riducendo l'accumulo di grassi. In studi su topi alimentati con diete ricche di grassi, 20 grammi di betaina al giorno hanno diminuito i trigliceridi epatici del 40% rispetto ai controlli.

Il meccanismo coinvolge l'attivazione di due proteine:

  • PPAR-α: regola la combustione dei grassi nel fegato, trasformandoli in energia;
  • AMPK: agisce come "interruttore metabolico", ottimizzando l’uso degli zuccheri e bloccando la sintesi di nuovi grassi.

La betaina "accende" questi meccanismi naturali, aiutando il fegato a smaltire i grassi in eccesso invece di accumularli.

Questi risultati suggeriscono che la betaina potrebbe essere utile in condizioni come il fegato grasso, ma servono ulteriori studi sull'uomo per confermarne l'efficacia terapeutica.

Perché il corpo umano non produce sufficiente betaina

La betaina deriva dalla colina, un nutriente essenziale del gruppo B che il corpo utilizza come "materia prima" iniziale
 
La trasformazione avviene attraverso un processo di ossidazione in due fasi:

  1. la colina viene convertita in betaina aldeide;
  2. poi, la betaina aldeide viene trasformata in betaina.

Queste reazioni biochimiche avvengono nei mitocondri (le "centrali energetiche" delle cellule) di due organi importanti:

  • fegato: responsabile della maggior parte della sintesi;
  • reni: contribuiscono in misura minore.

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La capacità di sintesi interna, il nostro corpo non riesce a produrre betaina in quantità sufficienti per diverse ragioni:

  • la disponibilità di colina può essere limitante;
  • l'efficienza enzimatica del processo varia da persona a persona;
  • il fabbisogno metabolico spesso supera la capacità produttiva.

L'assunzione attraverso la dieta è fondamentale per mantenere livelli ottimali di betaina nell'organismo.

Falsi miti sulla betaina 

Ecco alcuni dei miti più comuni sulla betaina e cosa dicono, invece, le evidenze scientifiche.

La betaina è un brucia grassi miracoloso

Alcuni studi suggeriscono che la betaina può favorire la riduzione del grasso corporeo, ma le evidenze degli effetti sull'uomo sono ancora limitati e, in ogni caso, modesti.

La betaina non sostituisce la dieta alimentare o l'attività fisica regolare. 

Più betaina si assume, maggiori saranno i benefici

Come per molti nutrienti, esiste una curva dose-risposta. Superare le dosi raccomandate non porta a benefici aggiuntivi e, anzi, può causare effetti collaterali come disturbi gastrointestinali o, in casi rari, alterazioni dei livelli di colesterolo.

Gli integratori di betaina sono necessari per tutti

La maggior parte delle persone può ottenere quantità sufficienti di betaina attraverso una dieta varia e bilanciata, ricca di cereali integrali, barbabietole, spinaci e altri alimenti vegetali.

L'integrazione è consigliata solo in casi specifici, come alcune condizioni metaboliche (ad esempio omocistinuria), e deve essere valutata da un medico.

FAQ – Domande frequenti sulla betaina

Ecco alcuni dubbi ricorrenti:

La betaina può essere usata per trattare alcune malattie? 

Sì, la betaina può essere usata per trattare l'omocistinuria, una malattia ereditaria rara, che provoca un eccesso di omocisteina nel sangue causando affaticamento estremo, convulsioni, anomalie scheletriche, osteoporosi, coaguli di sangue e ritardo nello sviluppo nei bambini.

Qual è la dose consigliata di betaina? 

Non c'è una dose standard per tutti. Di solito, si usano da 650 mg a 2.000 mg al giorno.

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La betaina può avere effetti collaterali? 

La betaina può causare lievi disturbi come nausea o mal di stomaco. Meglio evitare in gravidanza senza parere medico.

Cosa succede se manca la betaina? 

È raro che manchi, ma una carenza può favorire l'accumulo di grassi nel fegato e far salire l'omocisteina nel sangue, aumentando il rischio cardiovascolare.

La betaina si usa anche per altri scopi?

Sì, la betaina viene usata nei cosmetici, nei prodotti per la cura della pelle, nella ricerca farmaceutica e nei mangimi per animali.

Valentina Montagna | Editor
Scritto da Valentina Montagna | Editor

La mia formazione comprende una laurea in Lingue e Letterature Straniere, arricchita da una specializzazione in Web Project Management. La mia esperienza nel campo si estende per oltre 15 anni, nei quali ho collaborato con nutrizionisti, endocrinologi, medici estetici e dermatologi, psicologi e psicoterapeuti e per un blog di un'azienda che produce format televisivi in ambito alimentazione, cucina, lifestyle.

a cura di Dr. Maurizio Romano
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