La liquirizia può influenzare la pressione? Questa domanda nasce sullo sfondo di un apparente paradosso perché da un lato la liquirizia viene consigliata come rimedio naturale per chi soffre di pressione bassa. Dall'altro, le avvertenze mediche ne sconsigliano il consumo a chi soffre di ipertensione.
Questa contraddizione genera confusione e rende difficile capire come regolarsi. Vediamo qual è il legame pressione e liquirizia, e chi deve prestarvi maggiore attenzione.
La liquirizia abbassa o alza la pressione?
La comunità scientifica risponde in modo diretto e inequivocabile: la liquirizia alza la pressione. Il consumo di liquirizia, soprattutto se regolare e in quantità abbondanti, può aumentare la pressione sanguigna.
Perché la liquirizia può alzare la pressione?
Il responsabile dell'aumento della pressione arteriosa è un principio attivo specifico contenuto nella radice della pianta Glycyrrhiza glabra: l'acido glicirrizico, noto anche come glicirrizina.
Questa sostanza ha un potere dolcificante straordinario, dalle 30 alle 50 volte superiore a quello dello zucchero comune, ed è la causa principale sia del sapore caratteristico della liquirizia, sia dei suoi effetti sulla pressione.
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Un elemento da considerare nel rapporto pressione e liquirizia è la variabilità della concentrazione di glicirrizina nei diversi prodotti.
Nella radice essiccata, la sua percentuale può variare dal 2.5 al 10% (mediamente 4–5%); estratti fino a 20–24%Questa ampia forbice rende difficile calcolare la quantità esatta assunta, trasformando un consumo apparentemente innocuo in una potenziale fonte di rischio nascosto.
Ecco come la liquirizia fa alzare la pressione
La liquirizia contiene questa sostanza chiamata glicirrizina, che può influenzare il modo in cui funzionano i reni. Nei reni c'è un enzima che trasforma il cortisolo, l'ormone dello stress, in una forma inattiva. Quando subentra la glicirrizina, questo enzima viene bloccato e il cortisolo rimane attivo, accumulandosi.
Se diventa troppo, il cortisolo inizia ad attivare gli stessi recettori che rispondono all’aldosterone, l'ormone che regola acqua e sali nel corpo. I reni reagiscono come se ci fosse un eccesso di aldosterone, un meccanismo che può portare all'aumento della pressione sanguigna e a una condizione di squilibrio dei sali minerali.
Sotto l'effetto di questa alterazione ormonale, i reni iniziano a funzionare in modo diverso dal normale. Da una parte trattengono più sodio e acqua, e questo porta all'accumulo di liquidi nel corpo (ritenzione idrica). Più liquidi nel sangue significano più volume che scorre nei vasi, con il risultato di un aumento della pressione arteriosa.
Dall'altra parte, i reni espellono più potassio del normale. Il calo dei livelli di potassio nel sangue, una condizione chiamata ipokaliemia, può causare stanchezza, debolezza muscolare e, nei casi più seri, anche aritmie.
Questi effetti spiegano perché la liquirizia aumenta la pressione, oltre ad avere conseguenze più ampie sull'organismo e risultare rischiosa se combinata con farmaci che agiscono con gli stessi meccanismi.
Liquirizia e ipertensione: quanta mangiarne per essere sicuri?
Tenendo conto del rapporto "liquirizia e pressione alta", vediamo quale è la dose considerata sicura per non rischiare effetti collaterali.
La questione della "dose sicura" è un po' complessa in quanto la risposta dipende da fattori individuali e dalla durata del consumo. Esistono, però, linee guida e dati scientifici che aiutano a orientarsi per un consumo sicuro e consapevole.
L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e l'Unione Europea (UE) hanno suggerito che un'assunzione giornaliera inferiore o uguale a 100 mg di acido glicirrizico possa essere considerata sicura per persone in buone condizioni di salute.
La ricerca più recente mette in discussione anche questa soglia. Studi clinici hanno dimostrato che anche dosi di 100 mg al giorno, consumate per poche settimane, possono causare un aumento della pressione sanguigna anche in persone giovani e sane.
Un recente studio svedese ha confermato che anche un basso dosaggio giornaliero di liquirizia influisce sui sistemi ormonali che regolano la pressione.
Il vero pericolo non risiede tanto nell'abbuffata occasionale, quanto nel consumo abituale e inconsapevole. L'effetto della glicirrizina, infatti, è cumulativo.
Dati clinici indicano che consumare circa dai 57 grammi di liquirizia nera al giorno per sole due settimane è sufficiente a causare problemi di salute rilevanti, comprese aritmie cardiache.
Altri studi mostrano una relazione lineare tra consumo e aumento della pressione già dopo due settimane di assunzione costante.
Non esiste, dunque, una quantità sicura per tutti. Per i soggetti che già soffrono di ipertensione, anche piccole quantità consumate tutti i giorni possono essere dannose e vanificare le terapie farmacologiche.
Come riconoscere i sintomi di un consumo eccessivo di liquirizia per la pressione
Il corpo invia segnali quando l'equilibrio viene alterato. Segnali che possiamo utilizzare come sintomi, la maggior parte dei quali non è causata direttamente dall'aumento della pressione, ma dalla sua conseguenza più immediata e pericolosa: la perdita di potassio (ipokaliemia).
Il potassio è un elettrolita vitale per la corretta funzione dei nervi e dei muscoli, compreso il muscolo cardiaco. Quando i suoi livelli nel sangue scendono al di sotto della soglia di normalità (generalmente 3.5 mmol/L), possono manifestarsi diversi disturbi.
Quali sintomi osservare:
- sintomi muscolari: debolezza generale, stanchezza profonda (astenia), crampi, sensazione di gambe pesanti e, nei casi più gravi, paralisi muscolare flaccida;
- sintomi cardiaci: palpitazioni (sensazione di battito cardiaco accelerato o irregolare) e aritmie. Queste alterazioni del ritmo cardiaco sono rischiose per chi ha già patologie cardiache preesistenti;
- sintomi sistemici e renali: gonfiore (edema) a causa della ritenzione di liquidi, mal di testa, aumento della frequenza urinaria (poliuria) e sete intensa (polidipsia), dovute all'impatto della carenza di potassio sulla funzione renale;
- affaticamento cardiaco: un consumo cronico ed eccessivo può aumentare i livelli ematici di un marcatore chiamato NT-proBNP, che indica uno sforzo anomalo del cuore, costretto a pompare contro una pressione più alta e in un contesto di squilibrio elettrolitico.
Liquirizia e pressione: chi deve prestare maggiore attenzione?
Partendo dal presupposto che un consumo eccessivo di liquirizia può essere dannoso per chiunque, alcune persone sono più vulnerabili ai suoi effetti, e dovrebbero evitarne il consumo o limitarlo:
- persone con ipertensione o malattie cardiache: il gruppo a più alto rischio. La liquirizia può peggiorare la loro condizione di base e anche annullare l'efficacia dei farmaci antipertensivi;
- persone di oltre 40 anni: con l'avanzare dell'età, aumenta la probabilità di avere condizioni cardiovascolari non ancora diagnosticate o una maggiore sensibilità agli squilibri elettrolitici;
- persone con patologie renali: i reni sono il principale bersaglio della glicirrizina. Una loro funzione già compromessa riduce la capacità del corpo di gestire gli squilibri di sodio e potassio, amplificando gli effetti negativi;
- donne in gravidanza e allattamento: l'uso è sconsigliato. Alcuni studi suggeriscono che un consumo eccessivo potrebbe aumentare il rischio di parto prematuro e influire sullo sviluppo del feto. Mancano inoltre dati certi sulla sua sicurezza in queste fasi delicate.
- persone con patologie epatiche: il fegato è coinvolto nel metabolismo di molte sostanze, una sua disfunzione potrebbe alterare la gestione della glicirrizina;
- bambini e adolescenti: per precauzione e per assenza di dati di sicurezza specifici per questa fascia d'età, il consumo è sconsigliato.
Liquirizia: dove si trova?
La liquirizia si trova anche in alimenti e bevande. Ecco perché è importante imparare a leggere le etichette:
- tisane e infusi: è un ingrediente comune in molte miscele vendute come "digestive", "detox", "rilassanti" o speziate (come il tè chai), dove viene usata sia per le sue proprietà che come dolcificante naturale;
- bevande e liquori: in molti liquori digestivi, amari, grappe aromatizzate e persino alcune birre artigianali e bevande analcoliche;
- dolci e prodotti da forno: oltre alle classiche caramelle, la liquirizia può essere presente in gelati, biscotti, torte e altri prodotti dolciari;
- integratori alimentari: molti sciroppi per la tosse, pastiglie per la gola e integratori per la funzione digestiva utilizzano l'estratto di liquirizia.
Liquirizia deglicirrizinata per un consumo sicuro anche prolungato
Per coloro che amano la liquirizia, sia per il gusto che per le sue proprietà benefiche, esiste una soluzione sicura: la liquirizia deglicirrizinata (DGL). Un prodotto fitoterapico con indicazioni d'uso specifiche, mirate alla salute dell'apparato digerente.
Come suggerisce il nome, la DGL è un estratto di liquirizia processato per rimuovere la quasi totalità dell'acido glicirrizico, il composto responsabile degli effetti collaterali cardiovascolari. Questa alternativa è sicura anche per un uso prolungato e per le persone che appartengono alle categorie a rischio.
Mantenendo intatti altri composti benefici come i flavonoidi, la DGL ha queste proprietà:
- protegge la mucosa gastrica: stimola la produzione di muco, creando una barriera protettiva contro l'acidità e aiutando a prevenire e curare gastriti e ulcere;
- allevia il bruciore di stomaco e il reflusso: grazie alla sua azione lenitiva e antinfiammatoria, può dare sollievo ai sintomi del reflusso gastroesofageo.
La DGL si trova solitamente in forma di compresse masticabili o capsule da assumere prima dei pasti.
La liquirizia abbassa la pressione?
Vediamo qual è il rapporto tra liquirizia e pressione bassa. L'uso della liquirizia come rimedio per l'ipotensione (pressione bassa) ha un fondamento scientifico.
Il meccanismo attraverso cui alza la pressione è quello descritto poco sopra: la glicirrizina induce ritenzione di sodio e acqua, aumentando il volume sanguigno e, di conseguenza, la pressione arteriosa.
Per chi soffre di cali di pressione occasionali, specialmente durante la stagione calda, un pezzetto di liquirizia pura può rappresentare un aiuto rapido e temporaneo. Un rimedio di cui non abusare, in ogni caso, perché usare la liquirizia per gestire l'ipotensione senza un controllo medico potrebbe portare a squilibri elettrolitici e ad un innalzamento eccessivo e non controllato dei valori pressori.