Formaggio di capra e colesterolo: ecco cosa sapere

Emanuela Spotorno | Editor

Ultimo aggiornamento – 27 Giugno, 2025

Formaggio di capra su un tagliere

Il formaggio di capra è spesso percepito come un’alternativa più digeribile e salutare rispetto ad altri formaggi di origine vaccina, tuttavia, in un contesto di benessere cardiovascolare, è fondamentale chiarire il rapporto tra formaggio di capra e colesterolo.

Questo prodotto, amato per il sapore delicato e la consistenza cremosa, è davvero più adatto a chi deve tenere sotto controllo i livelli lipidici nel sangue? E, soprattutto, quanto formaggio di capra si può mangiare al giorno senza compromettere la salute?

Analizzare questi aspetti permette di fare scelte alimentari più consapevoli, tenendo conto sia dei benefici nutrizionali che delle possibili controindicazioni.

Il profilo nutrizionale del formaggio di capra

Il formaggio di capra si ottiene dal latte caprino, noto per una composizione leggermente diversa da quello vaccino. Rispetto al latte di mucca, il latte di capra contiene globuli di grasso più piccoli e una maggiore quantità di acidi grassi a catena media, elementi che favoriscono una digestione più rapida. 


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Dal punto di vista proteico, il formaggio di capra fornisce proteine di alta qualità, ricche di amminoacidi essenziali.

In termini di micronutrienti, apporta buone quantità di calciofosforovitamina A, riboflavina (vitamina B2) zinco. Tuttavia, anche se spesso considerato più leggero, il formaggio di capra contiene colesterolo e grassi saturi, componenti che richiedono attenzione, specialmente in presenza di ipercolesterolemia o rischio cardiovascolare.

Il formaggio di capra contiene colesterolo?

Sì, come tutti i prodotti derivati da latte animale, anche il formaggio di capra contiene colesterolo. In media, 100 grammi di formaggio caprino stagionato apportano circa 70-90 mg di colesterolo, a seconda del tipo e del grado di stagionatura. A titolo comparativo, la stessa quantità di formaggio vaccino stagionato (come il parmigiano reggiano o il pecorino) può contenere tra 90 e 105 mg di colesterolo, mentre i formaggi freschi vaccini (come la mozzarella) si attestano intorno ai 50-60 mg per 100 grammi.

Dal punto di vista del contenuto in grassi saturi, il formaggio di capra presenta valori simili a quelli di molti formaggi vaccini, con una percentuale che può variare dal 18% al 25% in base al tipo di lavorazione. Tuttavia, il formaggio di capra tende a contenere una maggiore quantità di acidi grassi a catena media (come caprilico e caprico), che vengono metabolizzati più rapidamente rispetto a quelli a catena lunga, risultando più facilmente digeribili.

Nonostante ciò, in termini di impatto sui livelli di colesterolo plasmatico, l'effetto dei grassi saturi rimane simile, indipendentemente dalla fonte animale. Per questo motivo, è consigliabile moderare il consumo sia di formaggi caprini che vaccini in presenza di ipercolesterolemia o rischio cardiovascolare, valutando con attenzione le porzioni e la frequenza settimanale.

Caprino e colesterolo

Il caprino, una delle tipologie più diffuse di formaggio di capra, viene spesso considerato più "leggero" rispetto ad altri formaggi, anche per la sua consistenza cremosa e il gusto delicato. Tuttavia, dal punto di vista nutrizionale, è necessario valutarne il contenuto lipidico.

Un caprino fresco da banco, in genere, presenta un contenuto di grassi che può variare tra il 20% e il 30%, con una quota di grassi saturi significativa. In quanto prodotto derivato dal latte intero, contiene colesterolo, anche se in misura inferiore rispetto a formaggi stagionati o molto grassi.

Formaggio di capra sul tavolo

Per questo motivo, pur potendo essere inserito in una dieta equilibrata, va consumato con moderazione, in particolare da parte di chi ha familiarità con problemi cardiovascolari.

Colesterolo e ricotta di capra: un’opzione più leggera

La ricotta di capra è spesso considerata una scelta più salutare rispetto ai formaggi tradizionali. Si tratta, in effetti, di un latticino ottenuto non dalla cagliata del latte, ma dal siero, con un contenuto di grassi generalmente inferiore. Tuttavia, anche la ricotta contiene colesterolo: circa 50 mg ogni 100 grammi, valore più basso rispetto ai formaggi stagionati, ma comunque da considerare nel bilancio quotidiano.

La presenza di colesterolo nella ricotta di capra è dovuta al fatto che il siero da cui deriva conserva una parte della frazione lipidica del latte. Tuttavia, il contenuto ridotto di grassi saturi e la maggiore digeribilità rendono la ricotta di capra una valida alternativa in caso di necessità di contenere l’apporto lipidico totale, sempre nel contesto di un’alimentazione varia e controllata.

FAQ – Domande Frequenti sul formaggio di capra e colesterolo

Vediamo quali sono i dubbi più frequenti riguardo la presenza di colesterolo nel formaggio di capra.

Quanto formaggio di capra si può mangiare al giorno?

Non esiste una regola universale valida per tutti, poiché il quantitativo giornaliero raccomandato dipende da diversi fattori: età, livello di attività fisica, stato di salute generale e profilo lipidico individuale. Tuttavia, per chi non presenta problematiche legate al colesterolo, un consumo di circa 30-50 grammi al giorno di formaggio di capra fresco può essere considerato adeguato all’interno di una dieta equilibrata. Una valida opzione potrebbe essere quella di inserirlo in una colazione salata o in uno spuntino post allenamento.

In presenza di colesterolo alto o patologie cardiovascolari, si consiglia di ridurre la frequenza a 1-2 volte alla settimana, privilegiando prodotti freschi e a basso contenuto di grassi, come la ricotta di capra o altri formaggi magri a minor contenuto di lipidi, e facendo attenzione al totale di grassi saturi e colesterolo assunti nella giornata.

Il formaggio di capra è più salutare di quello vaccino?

Da un punto di vista scientifico, è corretto affermare che il formaggio di capra può risultare più digeribile, grazie alla diversa composizione lipidica e proteica. Tuttavia, non è privo di grassi saturi né di colesterolo, motivo per cui non può essere definito “più salutare” in senso assoluto. Piuttosto, rappresenta una valida alternativa per chi ha difficoltà a digerire i latticini vaccini o desidera variare la propria alimentazione.

La maggiore tollerabilità digestiva e la presenza di alcuni acidi grassi benefici, come l’acido caprico e l’acido caprilico, sono elementi positivi, ma non compensano completamente l’impatto del colesterolo e dei grassi saturi sul sistema cardiovascolare, soprattutto in caso di consumo frequente o abbondante.

Meglio ricotta di capra o formaggio di capra in caso di colesterolo alto?

In presenza di colesterolo alto, la ricotta di capra rappresenta un'opzione più leggera rispetto ai formaggi caprini stagionati, grazie al contenuto inferiore di grassi saturi e colesterolo (circa 50 mg per 100 g). Tuttavia, anche la ricotta contiene una quota lipidica da considerare. Si consiglia di scegliere versioni magre, consumare porzioni controllate e valutare l’inserimento nella dieta in base alle esigenze individuali.

Emanuela Spotorno | Editor
Scritto da Emanuela Spotorno | Editor

Amo da sempre i libri e la lettura e negli ultimi anni mi sono appassionata a tematiche legate al benessere, all'alimentazione e al mondo Pet. Finalmente su Pazienti.it posso scrivere di argomenti che mi coinvolgono ed appassionano.

a cura di Dr. Maurizio Romano
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