La cistite è un'infiammazione della vescica, spesso causata da un'infezione batterica. È una condizione estremamente comune, che colpisce milioni di persone in tutto il mondo, manifestandosi con sintomi tipici come bruciore durante la minzione (disuria), bisogno frequente di urinare (pollachiuria), urgenza minzionale e dolore o fastidio al basso ventre.
Per molte donne, la cistite rappresenta una sfida ricorrente che impatta significativamente sulla qualità della vita, spingendo la ricerca verso approcci terapeutici e preventivi più innovativi e sostenibili.
Incidenza e fattori di rischio: un fenomeno diffuso
Le ITU sono la terza infezione più comune a livello globale e la seconda causa di infezioni batteriche. Si stima che oltre il 50-60% delle donne sperimenta almeno un episodio di cistite nel corso della propria vita. Le recidive sono purtroppo frequenti, circa il 25% delle donne va incontro a ITU ricorrenti.
Tra i principali fattori di rischio che contribuiscono allo sviluppo di infezioni delle vie urinarie troviamo: immunosoppressione, età avanzata, uso di dispositivi (es. cateteri), precedenti infezioni urogenitali, l'uso prolungato di antibiotici e condizioni sistemiche come il diabete.
Perché la cistite è più ricorrente in estate?
L'estate, con le sue temperature elevate e le attività ricreative tipiche, può creare un ambiente più favorevole allo sviluppo della cistite:
- disidratazione: l'aumento della sudorazione e un insufficiente apporto di liquidi concentrano le urine, riducendo l'effetto di "lavaggio" e favorendo la proliferazione batterica;
- abbigliamento umido: costumi da bagno bagnati indossati per lungo tempo creano un ambiente caldo-umido ideale per la crescita batterica nel tratto genitale;
- aumento dell'attività sessuale: può facilitare la risalita batterica nell'uretra.
Il microbioma urinario
La prospettiva sul tratto urinario è radicalmente cambiata. Se un tempo si considerava sterile, oggi, grazie alle moderne tecniche di sequenziamento, sappiamo che le vie urinarie ospitano un proprio microbioma (urobioma).
- microbioma sano: In individui sani, l'urobioma è caratterizzato dalla presenza di diversi generi batterici. Nelle donne, le specie di Lactobacillus sono predominanti, contribuendo a mantenere un ambiente protettivo. Si trovano anche altri batteri come Prevotella e Shigella;
- microbioma in caso di ITU: In presenza di un'infezione, il panorama microbico urinario cambia significativamente. Si registra una marcata diminuzione dei Lactobacillus, accompagnata da una maggiore abbondanza di uropatogeni tipici come Escherichia coli (UPEC), Enterococcus e Staphylococcus. Anche le specie di Gardnerella sono frequentemente associate alle infezioni.
L'asse intestino-urogenitale: una connessione cruciale
La salute del microbiota intestinale è intrinsecamente legata a quella del tratto urogenitale. L'asse intestino-urogenitale descrive il flusso bidirezionale di microrganismi e metaboliti tra questi distretti. I batteri uropatogeni, spesso residenti nell'intestino, possono facilmente traslocare dalla regione perianale all'uretra e risalire verso la vescica, innescando l'infezione.
Una disbiosi intestinale può quindi fungere da serbatoio costante per le recidive.
La dieta come potente alleato nella prevenzione e gestione della cistite
L'alimentazione gioca un ruolo fondamentale nella modulazione del microbiota e, di conseguenza, nella prevenzione delle ITU e nella gestione delle recidive. Adottare abitudini alimentari consapevoli può rafforzare le difese dell'organismo:
- idratazione adeguata: Un maggiore apporto di acqua è la strategia più semplice ed efficace. Diluisce le urine e favorisce un flusso urinario costante, aiutando a "lavare via" i batteri dalla vescica, prevenendo la loro adesione e proliferazione;
- dieta ricca di antiossidanti e fibre: L'adozione di una dieta abbondante in frutta, verdura e cereali integrali fornisce antiossidanti che combattono lo stress ossidativo e fibre che nutrono un microbiota intestinale sano. Una dieta ricca di fibre e povera di zuccheri raffinati contribuisce a ridurre la disbiosi intestinale, che a sua volta influisce positivamente sul microbiota urogenitale;
- mirtilli rossi: Il consumo di alcuni frutti, come i mirtilli rossi (cranberries) è stato associato a una riduzione del rischio di ITU. I mirtilli rossi sono una fonte unica di polifenoli, inclusi flavonoidi e proantocianidine (PACs). Le PACs agiscono specificamente bloccando o inibendo l'adesione degli uropatogeni (specialmente E. coli) alle cellule uroepiteliali della vescica. Questa azione anti-adesiva è cruciale perché impedisce ai batteri di colonizzare e iniziare l'infezione. Alcuni studi indicano che un estratto di PACs ad alto dosaggio può ridurre significativamente le ITU sintomatiche in donne con una storia di infezioni meno frequenti;
- vitamina D: La carenza di vitamina D è correlata a un maggior rischio di ITU. La vitamina D svolge un ruolo chiave nella modulazione immunitaria e livelli adeguati di questo nutriente possono rafforzare le difese immunitarie contro gli uropatogeni, la supplementazione di vitamina D potrebbe essere una potenziale strategia preventiva.
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Il ruolo dei probiotici e di altri integratori
L'interesse verso approcci non antibiotici per la prevenzione e gestione delle ITU è in forte crescita, e i probiotici sono in prima linea grazie alla loro capacità di influenzare positivamente il microbiota:
- probiotici: La supplementazione probiotica, in particolare con ceppi di Lactobacillus è fondamentale per aiutare a ripristinare e mantenere l'equilibrio del microbiota vaginale e intestinale. Questi batteri benefici agiscono attraverso diversi meccanismi: esclusione competitiva: Competono con i patogeni per i siti di adesione e i nutrienti. produzione di sostanze antimicrobiche: Sintetizzano acido lattico, perossido di idrogeno e batteriocine che inibiscono la crescita dei patogeni. immunomodulazione: Influenzano positivamente la risposta immunitaria dell'ospite. Meta-analisi recenti hanno confermato l'efficacia di specifici ceppi probiotici nel ridurre i tassi di ricorrenza delle ITU;
- D-mannosio: Questo zucchero semplice, non metabolizzato dall'organismo, è un anti-adesivo meccanico. Si lega alle fimbrie dei batteri (principalmente E. coli), impedendo loro di aderire alle cellule uroepiteliali. I batteri vengono poi eliminati con il flusso urinario. È particolarmente efficace nella prevenzione delle recidive;
- N-Acetilcisteina (NAC): Il NAC è un precursore del glutatione, con proprietà antiossidanti e, soprattutto, anti-biofilm. I biofilm sono strati protettivi che i batteri possono formare sulla superficie della vescica, rendendoli difficili da eliminare per antibiotici e sistema immunitario. Il NAC può aiutare a disgregare questi biofilm, esponendo i batteri e facilitandone l'eradicazione.
Conclusione: verso un approccio integrato e centrato sul microbiota
La gestione moderna della cistite, specialmente nelle sue forme ricorrenti, richiede un approccio che superi la visione tradizionale basata solo sull'antibiotico. Comprendere l'importanza dell'asse intestino-urogenitale e il ruolo cruciale del microbiota è il primo passo.
Adottare strategie che includano un'adeguata dieta, la supplementazione mirata con probiotici, D-mannosio e uno stile di vita attento, rappresenta la chiave per modulare il microbiota, rafforzare le difese dell'organismo e prevenire efficacemente le recidive.