Nel mondo animale esistono comportamenti che sfidano l’immaginazione umana, e uno tra i più curiosi è la capacità di dormire restando in piedi. Sebbene possa sembrare impossibile rilassare corpo e mente senza sdraiarsi, per molte specie questa è una condizione del tutto normale, spesso favorita da esigenze di sopravvivenza.
Dormire in piedi è una strategia evolutiva sviluppata principalmente da erbivori di grandi dimensioni, che vivono in ambienti aperti e devono restare costantemente vigili per sfuggire ai predatori. Ma non solo: anche alcuni uccelli hanno sviluppato sofisticati meccanismi per dormire mantenendo l’equilibrio.
Perché alcuni animali riescono a dormire restando in piedi
Negli animali che dormono in piedi, questo comportamento è reso possibile da strutture muscolo-scheletriche particolari. Nei mammiferi, ad esempio, l’“apparato di stazionamento” consente di bloccare le articolazioni delle zampe posteriori senza sforzo muscolare, riducendo al minimo il consumo energetico e permettendo al corpo di restare in posizione eretta anche durante il riposo.
Tuttavia, è importante distinguere tra sonno leggero, che può avvenire in piedi, e sonno profondo o REM, che nella maggior parte degli animali richiede una posizione distesa, seppur per periodi brevi.
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Cavalli, zebre e mucche: il sonno dell’attenzione costante
Cavalli, zebre e bovini rientrano tra i mammiferi che più comunemente dormono in piedi. Tutti e tre condividono una condizione anatomica che consente loro di “bloccare” le gambe durante il riposo, evitando di cadere.
Questi animali, prede nella catena alimentare, hanno evoluto questa capacità per poter reagire rapidamente ai segnali di pericolo. In branco, spesso dormono a turno, in modo che almeno alcuni individui restino vigili.
Il sonno in piedi è funzionale alla sopravvivenza, anche se brevi episodi di sonno profondo avvengono da sdraiati, solo in condizioni di massima sicurezza.
Giraffe: dormire in piedi è una questione di vulnerabilità
Anche le giraffe rientrano tra gli animali che dormono in piedi. Questo comportamento è osservabile soprattutto in natura, dove il rischio predatorio è elevato.
La loro struttura fisica, caratterizzata da arti lunghi e un collo imponente, rende il processo di sdraiarsi e rialzarsi lento e pericoloso.
In condizioni di tranquillità – ad esempio in ambienti protetti o in cattività – le giraffe possono sdraiarsi brevemente per entrare nella fase REM, spesso piegando il collo all’indietro e appoggiandolo sul dorso.
Tuttavia, nella maggior parte dei casi, optano per un sonno leggero e intermittente in posizione eretta.
Elefanti: sonno breve e funzionale
Anche gli elefanti adottano una strategia simile. In natura dormono pochissimo, mediamente due ore al giorno, spesso in piedi. Il loro sonno è suddiviso in brevi episodi e non sempre raggiunge la fase REM.
Solo in contesti particolarmente sicuri, come nei parchi o in cattività, si concedono il sonno profondo da sdraiati.
Le dimensioni corporee degli elefanti giocano un ruolo importante: sdraiarsi a lungo può comportare problemi circolatori e di compressione degli organi interni.
Uccelli e equilibrio: dormire su una zampa
Diversi uccelli, tra cui fenicotteri, cicogne, anatre e rapaci notturni, sono in grado di dormire in piedi, spesso su una sola zampa. Questo comportamento è reso possibile da un meccanismo tendineo passivo che consente di mantenere le dita contratte attorno a un ramo o al suolo senza alcuno sforzo muscolare.
Nel caso dei fenicotteri, dormire su una zampa aiuta a conservare il calore corporeo, mentre per gli uccelli arboricoli dormire in equilibrio riduce il rischio di cadute, anche durante il sonno profondo.
Dormire in piedi è una soluzione evolutiva adottata da molte specie animali per motivi di sicurezza, efficienza e adattamento ambientale. Cavalli, giraffe, elefanti, zebre e numerosi uccelli hanno sviluppato strategie fisiologiche complesse per riposare senza esporsi ai pericoli del sonno disteso.