Cincillà domestico: come prendersene cura e cosa sapere

Mattia Zamboni | Seo Content Specialist

Ultimo aggiornamento – 17 Giugno, 2025

Cincillà sul divano

Il cincillà è un animale che non passa inosservato: con il suo aspetto buffo, il manto soffice e una natura riservata, negli ultimi anni ha conquistato molti amanti degli animali esotici.

Si tratta davvero di un esemplare adatto a una vita domestica? Scopriamo cosa significa prendersi cura di un essere tanto delicato quanto affascinante.

I cincillà: origini e caratteristiche

Il cincillà (Chinchilla lanigera) è originario delle Ande sudamericane, dove vive tra i 3.000 e i 5.000 metri di altitudine.

È un roditore notturno, longevo e dotato di una pelliccia tra le più dense al mondo: ogni follicolo pilifero contiene circa 60/80 peli, mentre nel cane o nel gatto il rapporto è di 1 a 1.

Questa caratteristica, che in passato ha attirato l’interesse (spesso predatorio) dell’industria della pelliccia, oggi rappresenta uno dei motivi per cui molte persone si innamorano del cincillà.

Tuttavia, è anche il motivo per cui non può vivere all’aperto né essere lavato con l’acqua: in natura, infatti, si rotola nella polvere vulcanica per pulirsi.

Tale abitudine andrebbe mantenuta anche in cattività, usando sabbia specifica per cincillà.

Molti acquistano un cincillà domestico pensando che possa essere docile e affettuoso, ma si tratta di un errore di prospettiva: si tratta di un animale curioso, intelligente e attivo, ma anche estremamente indipendente.

Non ama essere preso in braccio, né accarezzato a lungo, e può diventare stressato o aggressivo se costretto a interazioni troppo ravvicinate.

Tuttavia, con pazienza e costanza, il cincillà può imparare a riconoscere la voce del proprietario, avvicinarsi spontaneamente e persino arrampicarsi su una spalla.

Non è un animale facile da gestire, ma può diventare un compagno affascinante, silenzioso e pieno di sorprese.

Alimentazione del cincillà

La dieta del cincillà domestico è uno degli aspetti più delicati della sua gestione: trattandosi di un erbivoro con un apparato digerente molto sensibile, ha bisogno di un’alimentazione povera di zuccheri, ma ricchissima di fibre.

Il fieno di ottima qualità (come quello di fleolo, o di erba medica per i più giovani) deve essere sempre disponibile.

Può essere integrato con piccole quantità di pellet specifico per cincillà, ma è importante che sia privo di:

  • semi oleosi;
  • frutta secca;
  • coloranti artificiali.

Bisogna, inoltre, evitare:

  • frutta fresca;
  • verdure;
  • snack per roditori.

Anche solo un piccolo eccesso di questi alimenti può provocare diarrea o gonfiori intestinali, spesso letali.

Molti proprietari, poi, sottovalutano l’importanza dell’acqua fresca: meglio usare un beverino a goccia che una ciotola, per evitare contaminazioni e sprechi.

Spazio vitale e salute: come curare un cincillà domestico

A differenza di altri piccoli animali da compagnia, il cincillà non ha bisogno di una gabbia bassa e ampia, bensì alta e ben strutturata, perché ama saltare, arrampicarsi e muoversi in verticale.

L’ideale sarebbe una gabbia di almeno 1,2 metri di altezza, con più piani collegati da rampe o piattaforme.

La temperatura dell’ambiente deve essere stabile, tra i 15 e i 22 °C – e mai troppo umida o calda, dal momento che i cincillà non sudano e soffrono terribilmente il caldo.

Una temperatura superiore ai 26 °C può essere fatale, per questo è bene evitare l’esposizione diretta al sole e preferire luoghi freschi, asciutti e silenziosi.

Ma il cincillà quanto vive? Se ben curato, questo animale può vivere anche oltre i 15 anni, tuttavia, ha alcune vulnerabilità tipiche:

  • malocclusione dentale: i denti, come in tutti i roditori, crescono continuamente e devono essere consumati masticando legno non trattato (ad esempio, rami di melo o nocciolo);
  • problemi digestivi: in assenza di usura adeguata dei denti, si possono sviluppare sporgenze dolorose che rendono difficile l’alimentazione;
  • patologie da stress: rumori forti, manipolazioni eccessive o improvvisi cambi di routine possono compromettere il benessere psicofisico dell’animale. In alcuni casi, può persino arrivare ad autodepilarsi (fur chewing) o manifestare apatia.

I cincillà sono animali sociali, ma non sempre vanno d'accordo: due maschi adulti, se introdotti senza gradualità, possono diventare aggressivi, mentre le femmine sono spesso dominanti e molto territoriali durante il calore. L’accoppiamento può avvenire anche in cattività, ma non va mai incentivato senza una preparazione adeguata: la gestazione dura circa 111 giorni e comporta rischi per la madre.

Chi desidera avere più esemplari dovrebbe procurarsi una gabbia molto spaziosa, osservare un periodo di quarantena prima dell’introduzione e seguire con attenzione le dinamiche di gruppo. In caso di litigi, è fondamentale avere una gabbia di riserva per la separazione.

Detto questo, occorre ricordare che il cincillà domestico non è un gadget, né un peluche da regalare a Natale: è un essere vivente con bisogni complessi, abitudini specifiche e una vita potenzialmente lunga.

Prima di accoglierne uno in casa, è indispensabile informarsi, leggere fonti affidabili (come le linee guida della Associazione Italiana Veterinari Esotici) e, se possibile, confrontarsi con proprietari esperti.

Il cincillà è adatto ai bambini?

No, nonostante l’aspetto “da peluche”, il cincillà non è un animale adatto ai bambini piccoli.

È molto sensibile alla pressione fisica, tende a mordere se si sente in pericolo e ha abitudini crepuscolari o notturne che mal si sposano con la routine familiare diurna.

Questo non significa che non possa vivere in una casa con bambini, ma va sempre gestito da un adulto consapevole, che sappia educare i più piccoli al rispetto dell’animale e dei suoi tempi.

Come nel caso dei rettili o degli uccelli, il cincillà richiede una forma di relazione basata sull’osservazione, non sulla manipolazione.


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Quanto costa un cincillà?

Acquistare un cincillà può costare dai 60 ai 150 euro, a seconda dell’allevamento e della varietà, ma il vero investimento è a lungo termine.

Si può arrivare a spendere diverse centinaia di euro all’anno tra:

  • gabbia adeguata;
  • alimentazione di qualità;
  • sabbia per bagni;
  • cure veterinarie esotiche;
  • accessori vari.

A ciò si aggiunge l’impegno quotidiano:

  • pulizia del fondo gabbia;
  • rifornimento di fieno;
  • controllo dell’acqua;
  • bagnetto nella sabbia;
  • osservazione del comportamento.

È un animale che chiede poco in termini di affetto diretto, ma molto in termini di cura.

Mattia Zamboni | Seo Content Specialist
Scritto da Mattia Zamboni | Seo Content Specialist

Ho conseguito la laurea in Scienze della Comunicazione con un particolare focus sullo storytelling. Con quasi un decennio di esperienza nel campo del giornalismo, oggi mi occupo della creazione di contenuti editoriali che abbracciano diverse tematiche, tra cui salute, benessere, sessualità, mondo pet, alimentazione, psicologia, cura della persona e genitorialità.

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