Rischio Parkinson più alto per chi vive vicino ai campi da golf: lo studio

Mattia Zamboni | Seo Content Specialist

Ultimo aggiornamento – 14 Maggio, 2025

Una madre e una figlia che giocano a golf

Stando a quanto emerso da uno studio pubblicato su JAMA Network Open, potrebbe esistere una connessione tra l’insorgenza del morbo di Parkinson e il  vivere vicino a un campo da golf.

Scopriamo di cosa si tratta.

Come si è arrivati ai risultati

Secondo il team di ricerca, a causare questo legame sarebbe l’ambiente che circonda il campo da golf stesso: per arrivare a questa conclusione, è stato analizzato il rischio associato alla distanza dai campi da golf e alla qualità dell'acqua.

Gli studiosi si sono basati sui dati sanitari provenienti dal Rochester Epidemiology Project – un database di cartelle cliniche di migliaia di persone in Minnesota e Wisconsin – esaminando quelli raccolti tra il 1991 e il 2015 su 419 casi di Parkinson e oltre 5.000 persone sane nella contea di Olmsted, Minnesota.

I ricercatori hanno incrociato queste informazioni con le mappe dei campi da golf e dei pozzi municipali della zona: le distanze tra la residenza delle persone e 139 campi nell’area di studio sono state calcolate basandosi sulla geolocalizzazione degli indirizzi a due/tre anni prima dell’insorgenza dei sintomi.

In parallelo, è stata valutata la vulnerabilità delle fonti idriche (pozzi privati e pubblici) alla contaminazione da pesticidi.

Le conclusioni

La ricerca, dunque, sottolinea come la possibilità di avere una diagnosi di Parkinson sia il doppio più alta se si vive entro 5 chilometri da un campo da golf.

Gli scienziati sospettano che questa associazione possa dipendere dall’esposizione a pesticidi utilizzati per mantenere curato il manto erboso: tali sostanze chimiche, infatti, possono infiltrarsi nelle falde acquifere e contaminare l’acqua potabile.

I pesticidi sotto accusa sarebbero:

  • maneb;
  • mcpp (acido metilclorofenossipropionico);
  • organofosfati;
  • clorpirifos;
  • acido diclorofenossiacetico;
  • composti organoclorurati.

Per ogni miglio (1,6 km) in più di distanza da un campo da golf, il rischio di Parkinson diminuiva del 9%.

In totale, sono stati identificati 450 casi di Parkinson – anche se, secondo i ricercatori, negli Stati Uniti l’uso di pesticidi nei campi da golf può essere fino a 15 volte superiore rispetto all’Europa (spiegando la maggiore incidenza osservata).

Nonostante alcuni limiti nel campione e nelle informazioni storiche sui pesticidi, i ricercatori hanno concluso che il lavoro apre nuovi orizzonti di ricerca. Il prossimo passo sarà replicare lo studio a livello nazionale.

Per quanto riguarda i terreni italiani, però, la Federazione Italiana Golf rende noto che "nessuno dei prodotti indicati come maggiormente a rischio è autorizzato in Italia da oltre 11 anni (inoltre, né il paraquat né il rotenone, tra i prodotti più pericolosi citati all'interno dello studi, sono mai stati autorizzati per l’uso su tappeti erbosi in Italia)".

Mattia Zamboni | Seo Content Specialist
Scritto da Mattia Zamboni | Seo Content Specialist

Ho conseguito la laurea in Scienze della Comunicazione con un particolare focus sullo storytelling. Con quasi un decennio di esperienza nel campo del giornalismo, oggi mi occupo della creazione di contenuti editoriali che abbracciano diverse tematiche, tra cui salute, benessere, sessualità, mondo pet, alimentazione, psicologia, cura della persona e genitorialità.

Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
Mattia Zamboni | Seo Content Specialist
Mattia Zamboni | Seo Content Specialist
in Salute

665 articoli pubblicati

Contenuti correlati
Una persona con in mano un cellulare
Astinenza da smartphone: lo studio dice come influisce sul cervello e sulla dipendenza

Uno studio rivela che ridurre l’uso dello smartphone può attivare recettori legati alla dipendenza, come accade con nicotina e alcol. Scopri i dettagli.

Due bicchieri di vino
Bere più di otto bicchieri di vino a settimana è associato a segni di Alzheimer

Bere più di otto drink a settimana potrebbe aumentare il rischio di lesioni cerebrali e segni dell’Alzheimer: ecco cosa ha scoperto lo studio su Neurology.