Il sovrappeso in età pediatrica incarna un’emergenza sanitaria che si mostra sempre più attuale ed evidente.
In Italia, già all’età di 9 anni, circa un bambino su tre mostra un eccesso di peso, e uno su dieci presenta una condizione di obesità conclamata.
Mentre, a livello globale, Secondo i dati diffusi da Organizzazione Mondiale della Sanità e Unicef, il numero di bambini e adolescenti con obesità ha ormai superato quello dei coetanei affetti da malnutrizione.
Si tratta di una dinamica che mostra come l’obesità non sia il risultato di scelte individuali superficiali, ma una malattia vera e propria che necessita di diagnosi e cure tempestive.
Obesità infantile e malattie metaboliche: il convegno di Verona
A Verona, in occasione di un convegno coordinato da Claudio Maffeis, direttore della Uoc Pediatria B del Centro Regionale di Diabetologia pediatrica, Un gruppo di esperti ha discusso delle principali sfide metaboliche che riguardano bambini e adolescenti: obesità e diabete di tipo 1.
Gli specialisti hanno evidenziato che l’obesità deriva da un’alterazione dei meccanismi che regolano appetito e senso di sazietà. Fattori biologici a cui si sommano elementi ambientali come la disponibilità di cibi ad alta densità calorica e la riduzione dell’attività fisica.
Vediamo ora cosa è emerso in ambito di prevenzione e cure.
Obesità infantile: prevenzione precoce e limiti degli interventi tradizionali
Contrastare l’obesità è possibile, ma occorre intervenire sin dalle prime fasi della vita, inclusa la gravidanza. Nei casi più gravi, la genetica può offrire strumenti aggiuntivi grazie a test specifici che identificano predisposizioni particolari.
Tuttavia, una ricerca pubblicata su The Lancet ha dimostrato che i programmi preventivi rivolti esclusivamente ai genitori non bastano a ridurre il rischio nei figli. Per essere realmente efficaci, le strategie devono coinvolgere attivamente tutta la famiglia e creare ambienti favorevoli a stili di vita più sani.
La ricerca ha messo a disposizione farmaci innovativi prescrivibili già a partire dai 12 anni.
Queste terapie, oltre a favorire una perdita di peso significativa, migliorano parametri correlati come pressione sanguigna, profilo lipidico e metabolismo del glucosio. Si tratta di un progresso importante, che amplia le possibilità di intervento terapeutico in età adolescenziale.
Diabete di tipo 1: diagnosi prima dei sintomi
L’altra patologia al centro del dibattito è il diabete di tipo 1, che colpisce circa un giovane ogni 800 nella fascia 0-18 anni. La gestione tradizionale prevede somministrazioni quotidiane di insulina e monitoraggio costante della glicemia.
Oggi però la diagnosi può arrivare in anticipo, prima della comparsa dei sintomi, grazie a un semplice esame del sangue. Per i bambini con esito positivo sono disponibili terapie con anticorpi monoclonali in grado di rallentare l’evoluzione della malattia. Non eliminano la necessità dell’insulina, ma offrono un miglior controllo clinico a lungo termine.
Il supporto tecnologico ha trasformato la gestione quotidiana del diabete pediatrico. I moderni dispositivi indossabili consentono la somministrazione continua di insulina regolata da algoritmi che interpretano in tempo reale i dati glicemici.
Come ricorda Maffeis, l’obesità infantile «è una malattia neuroendocrina con base genetica, non una semplice questione di stile di vita». E lo stesso vale per il diabete di tipo 1, «una patologia autoimmune che può comparire in qualunque giovane e che non è collegata al consumo di zuccheri o dolci».
Fonti:
ANSA - Un bambino su dieci soffre di obesità infantile: diagnosi precoci e terapie mirate per invertire la tendenza