Ipertensione, OMS: un terzo degli italiani non sa di avere la pressione alta

Alessandra Familari | Editor

Ultimo aggiornamento – 24 Settembre, 2025

Un medico misura la pressione a un paziente.

L’ipertensione arteriosa rimane uno dei principali problemi di salute pubblica a livello globale. Secondo il Global Report on Hypertension 2025 dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), circa 1,4 miliardi di persone nel mondo convivono con la pressione alta, ma soltanto una minoranza riesce a tenerla sotto controllo.

In Italia, i numeri sono altrettanto significativi: si stima che 16,5 milioni di cittadini abbiano valori pressori elevati. Preoccupa soprattutto il fatto che una persona su tre non sia consapevole di soffrirne, con conseguente rischio di diagnosi tardiva e complicanze gravi.

Perché l’ipertensione è così pericolosa

L’ipertensione, comunemente nota come pressione alta, è definita come una condizione in cui i valori pressori superano stabilmente i 140/90 mmHg. Non sempre provoca sintomi evidenti, motivo per cui viene spesso chiamata “killer silenzioso”.

Il rapporto Oms sottolinea come la pressione alta rappresenti una delle cause principali di ictus, infarto e altre malattie cardiovascolari. Ogni anno milioni di persone muoiono a causa di eventi legati all’ipertensione e, come ribadito dal direttore generale Tedros Adhanom Ghebreyesus, “oltre mille vite vengono perse ogni ora per complicanze che nella maggior parte dei casi potrebbero essere evitate”.

Ipertensione: i dati globali e le sfide per la salute pubblica

Nonostante la disponibilità di farmaci efficaci e linee guida consolidate, meno del 20% dei pazienti ipertesi (circa 320 milioni nel mondo) riesce a mantenere i valori pressori sotto controllo.

Le ragioni sono molteplici:

  • diagnosi tardiva o mancante, dovuta all’assenza di sintomi;
  • scarsa aderenza alle terapie farmacologiche;
  • stili di vita poco salutari, come alimentazione ricca di sale, sedentarietà e consumo eccessivo di alcol;
  • difficoltà di accesso ai servizi sanitari in alcuni Paesi.

Per l’Oms è necessario integrare la gestione dell’ipertensione nei sistemi sanitari nazionali, garantendo screening diffusi, farmaci a basso costo e campagne di sensibilizzazione mirate. Investire su prevenzione e controllo significherebbe ridurre in modo sostanziale la mortalità cardiovascolare e migliorare l’aspettativa di vita globale.

Italia: consapevolezza e prevenzione ancora insufficienti

Nel nostro Paese, oltre 16 milioni di persone hanno valori pressori elevati, ma circa un terzo non lo sa. Questo significa che milioni di italiani non ricevono trattamenti adeguati e non adottano misure preventive.

Il controllo periodico della pressione, anche in assenza di sintomi, rappresenta quindi un passo fondamentale per la salute. Le principali raccomandazioni includono:

  • misurare regolarmente la pressione arteriosa;
  • seguire una dieta equilibrata, povera di sale e ricca di frutta e verdura;
  • praticare attività fisica con costanza;
  • ridurre il consumo di alcol;
  • abolire il fumo;
  • aderire con regolarità alle terapie prescritte.

L’ipertensione è una condizione clinica diffusa, che nella contemporaneità sembra iniziare a incarnare gli aspetti di una emergenza sanitaria globale. 

Le parole del direttore generale dell’OMS richiamano i governi e i sistemi sanitari a un impegno concreto: “Con volontà politica e investimenti mirati possiamo salvare milioni di vite e garantire una copertura sanitaria universale”.

La sfida dei prossimi anni sarà quindi quella di trasformare la consapevolezza in azione, promuovendo diagnosi precoci, terapie efficaci e soprattutto un cambiamento negli stili di vita quotidiani. 

Perché, come dimostrano i dati, l’ipertensione si può prevenire e controllare.


Fonti:

ANSA - Pressione alta per 1,4 miliardi di persone nel mondo: in Italia colpisce 16,5 milioni, 1 su 3 non sa di soffrirne


Alessandra Familari | Editor
Scritto da Alessandra Familari | Editor

Durante il percorso di studi in Lettere moderne ho avuto occasione di partecipare a diverse realtà editoriali che mi hanno introdotta nel mondo della scrittura web. Dopo tre anni di esperienza nel giornalismo, con particolare focus sulla sociologia e la psicologia sociale, ho cominciato a occuparmi di articoli sul benessere.

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