Giovani e meningite: c’è un fattore di rischio che passa inosservato

Emanuela Spotorno |  Autrice e divulgatrice esperta in salute, benessere femminile e medicina preventiva
A cura di Emanuela Spotorno
Autrice e divulgatrice esperta in salute, benessere femminile e medicina preventiva

Ultimo aggiornamento – 13 Novembre, 2025

giovani adolescenti seduto sulle scale in una scuola

Una recente indagine nazionale sugli stili di vita dei giovani italiani evidenziare un dato allarmante: gran parte degli adolescenti conosce poco o nulla sulla meningite meningococcica, un’infezione batterica rapida e aggressiva che, nonostante possa essere prevenuta, continua a rappresentare un rischio significativo per questa fascia d’età.

Da queste evidenze nasce una nuova campagna informativa, sviluppata per raggiungere i più giovani nei loro luoghi di socializzazione e sui canali digitali, utilizzando un linguaggio vicino alle loro abitudini e fondato sulle più recenti indicazioni scientifiche.

Un rischio sottovalutato ma concreto

La meningite da meningococco rientra tra le patologie infettive più temibili per velocità di diffusione e gravità delle conseguenze. Le stime epidemiologiche internazionali indicano una mortalità intorno al 10%, mentre circa il 20% dei sopravvissuti riporta esiti permanenti, tra cui problemi neurologici o amputazioni.

A rendere la malattia ancora più insidiosa contribuisce la trasmissione per via aerea, che avviene attraverso le goccioline respiratorie. La presenza di portatori sani, persone che ospitano il batterio senza manifestare sintomi, complica ulteriormente il riconoscimento precoce delle catene di contagio.

Gli adolescenti risultano tra i più esposti: stili di vita caratterizzati da frequentazione di luoghi affollati, contatti ravvicinati e attività di gruppo favoriscono la circolazione del batterio. 

Eppure, la consapevolezza del rischio resta limitata. Le indagini annuali promosse da Laboratorio Adolescenza e Istituto IARD evidenziano come molti ragazzi conoscano poco le modalità di trasmissione delle principali infezioni che riguardano la loro fascia d’età, mostrando un livello di informazione spesso frammentario o impreciso. 

Una tendenza confermata anche nelle più recenti rilevazioni dedicate alla salute, che mettono in luce una diffusa incertezza su come si diffonda la meningite meningococcica e su quali comportamenti possano favorirne la circolazione.

La campagna che parla la lingua dei giovani

Per colmare questo vuoto informativo nasce “Difendi le tue passioni”, un progetto promosso da Laboratorio Adolescenza in collaborazione con Pfizer. La campagna parte in Lombardia per poi estendersi ad altre regioni, con l’obiettivo di raggiungere i ragazzi nei luoghi da loro maggiormente frequentati: scuole, palestre, centri sportivi, consultori, studi medici e pediatrici.

Accanto alla distribuzione di poster e materiali informativi, un ruolo centrale viene affidato ai social media, considerati fonte di notizie sulla salute dal 69% degli adolescenti, come emerso dall’indagine nazionale. 

L’iniziativa combina due livelli di comunicazione: uno emotivo, che pone l’accento su musica, sport, amicizie e affetti da proteggere; e uno più razionale, che indirizza verso risorse utili per approfondire la conoscenza della malattia.

Attraverso QR code e brevi video, una giovane testimonial spiega in modo chiaro come avviene il contagio, quali comportamenti favoriscono la diffusione e quali strategie permettono di proteggere le attività quotidiane senza rinunce.


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La prevenzione come percorso condiviso

La campagna sceglie di non indicare subito il vaccino, pur rappresentando lo strumento di prevenzione più efficace contro la meningite meningococcica secondo le principali società scientifiche. 

Una scelta intenzionale, costruita sull’idea che un adolescente difficilmente possa attivarsi in autonomia per vaccinarsi: il percorso decisionale richiede quasi sempre il coinvolgimento di famiglia e medico, figure centrali nell’accompagnare i ragazzi verso scelte sanitarie informate.

Per questo motivo la comunicazione punta prima di tutto a stimolare il dialogo, invitando gli adolescenti a confrontarsi con il proprio medico di riferimento. È in quel contesto che il vaccino viene spiegato in modo approfondito, chiarendo perché la protezione in questa fase della vita sia particolarmente importante e quali benefici possa garantire nel lungo periodo.

Promuovere la capacità di riconoscere i rischi, rivolgersi a fonti qualificate e costruire un rapporto continuativo con i professionisti sanitari significa rafforzare una cultura della prevenzione che coinvolge non solo i giovani, ma anche le loro famiglie. Un passaggio decisivo per sviluppare, nel tempo, un approccio più consapevole e responsabile alla propria salute.

Fonti

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