I farmaci per dormire senza ricetta sono disponibili senza prescrizione medica e servono per combattere l'insonnia transitoria; possono aiutare a prendere sonno più facilmente o a ridurre i risvegli notturni in situazioni come un jet lag o nei periodi di stress.
Approfondiamo nel dettaglio.
Cosa sono i farmaci per insonnia senza ricetta?
Dormire bene è importante per mantenere la salute, eppure l'insonnia è un problema molto frequente: in Italia circa 1 adulto su 4 soffre di insonnia transitoria o cronica.
Si cerca sollievo immediato ricorrendo a sonniferi senza ricetta, prodotti che si possono acquistare liberamente in farmacia o parafarmacia.
Questi rimedi sono pensati per l’insonnia occasionale o disturbi del sonno leggeri, e non richiedono la prescrizione di un medico: hanno un’azione più blanda, possono aiutare a dormire, ma con efficacia moderata e un profilo di sicurezza diverso dai farmaci con prescrizione.
Tra questi le benzodiazepine e i cosiddetti farmaci "Z" (come zolpidem o zopiclone) agiscono con forti effetti sedativi e potenziali dipendenze, ma richiedono la ricetta medica.
Farmaci per l'insonnia senza ricetta aiutano a dormire
Esistono tre grandi categorie di sedativi senza ricetta che aiutano a dormire, e che non hanno bisogno della prescrizione:
Antistaminici sedativi
I farmaci antiallergici di prima generazione che, oltre a contrastare allergie, hanno come effetto collaterale la sonnolenza; sfruttando questo effetto, principi attivi come la difenidramina o la doxilamina vengono usati come sonniferi da banco.
Possono aiutare ad addormentarsi più in fretta e ridurre i risvegli, ma l’effetto può essere solo temporaneo. La tolleranza ai loro effetti sedativi può svilupparsi in pochi giorni di uso continuativo, rendendoli meno efficaci col tempo; sono indicati per insonnia saltuaria, ad esempio durante periodi di stress acuto, ma non per un uso prolungato.
Melatonina
Un ormone naturale prodotto dalla ghiandola pineale che regola il ciclo sonno-veglia: si trova come integratore (compresse o gocce) e viene utilizzata per rieducare l'orologio biologico. La melatonina è utile nei disturbi del ritmo circadiano, ad esempio per mitigare il jet lag o per chi fa turni di lavoro notturno.
L'effetto della melatonina è quello di ridurre il tempo necessario ad addormentarsi e migliorare la qualità del sonno in alcuni casi. L'effetto è mite e varia da persona a persona.
Uno studio del 2024 ha analizzato 26 trial clinici sulla melatonina, individuando che la dose ottimale per promuovere il sonno sarebbe di 4 mg assunta circa 3 ore prima di coricarsi (anziché i classici 2 mg 30 minuti prima).
Formulazioni a rilascio prolungato di melatonina (ad esempio compresse da 2 mg prescrivibili a pazienti over 55) hanno mostrato benefici più consistenti nell'insonnia rispetto alla melatonina ad immediato rilascio. La melatonina è ben tollerata e i suoi effetti collaterali sono lievi (può dare un po' di mal di testa, nausea o sonnolenza diurna in alcuni soggetti);
Rimedi erboristici e naturali
Valeriana (Valeriana officinalis), melissa, passiflora, luppolo e lavanda sono piante note per le proprietà sedative e ansiolitiche lievi.
Si trovano in compresse, tisane o gocce per dormire senza ricetta o favorire il rilassamento prima di dormire. Ad esempio, la valeriana viene tradizionalmente utilizzata per ridurre l'ansia e facilitare il sonno.
Alcuni studi clinici su estratti di valeriana hanno riscontrato un miglioramento della latenza del sonno. Le evidenze scientifiche sull'efficacia di questi rimedi naturali sono però contrastanti; in alcuni casi, l’effetto benefico è più simile ad un effetto placebo.
I vantaggi sono che hanno pochi effetti collaterali (possono causare al più lieve mal di testa, vertigini o disturbi gastrointestinali) e un profilo di sicurezza migliore rispetto ai farmaci sintetici.
Anche i prodotti erboristici vanno usati con cautela e coerenza: naturale, come diciamo sempre non vuol dire sempre privo di rischi (ad esempio, dosi eccessive o interazioni con altri farmaci possono creare problemi).
Funzionano davvero questi rimedi?
Le prove disponibili indicano che i farmaci da banco per dormire offrono un aiuto limitato: una revisione sistematica del 2015 ha valutato i principali sonniferi senza ricetta (difenidramina, doxilamina, melatonina e valeriana) in studi clinici.
È emerso che solo la melatonina a rilascio prolungato in pazienti anziani con insonnia produceva benefici consistenti (miglioramento dei tempi di addormentamento e della qualità del sonno rispetto al placebo); i dati clinici per la difenidramina, la melatonina immediata e la valeriana mostravano benefici molto modesti.
Rischi ed effetti collaterali da tenere presenti
Come tutti i farmaci, anche quelli per dormire senza prescrizione possono avere effetti collaterali e controindicazioni:
Antistaminici sedativi
I sedativi per dormire possono causare una sorta di "hangover" al risveglio. Ci si sente intontiti, assonnati o con la mente annebbiata il giorno successivo.
Altri effetti indesiderati sono:
- secchezza delle fauci;
- nausea;
- stipsi;
- ritenzione urinaria (legata all'azione anticolinergica);
- confusione o vertigini, quando le dosi sono più alte.
Si tratta di farmaci sono rischiosi negli anziani: sopra i 65 anni aumenta il pericolo di cadute notturne, di disorientamento e persino di effetti a lungo termine sulle funzioni cognitive (alcune ricerche segnalano un possibile legame tra uso prolungato di antistaminici sedativi e rischio di demenza in età avanzata).
Medici e farmacisti sconsigliano l'uso di difenidramina o doxilamina negli anziani e in pazienti con determinate patologie preesistenti (glaucoma ad angolo chiuso, ipertrofia prostatica con ritenzione urinaria, ulcera peptica stenotica), perché possono aggravare queste condizioni.
Melatonina
Pur avendo un profilo di sicurezza buono, anche la melatonina non è esente da effetti avversi: possono verificarsi sonnolenza diurna, un leggero mal di testa, capogiri o nausea; si solito questi sintomi sono moderati.
Un aspetto da considerare è che la melatonina è un ormone che potrebbe interferire con altri ritmi ormonali o con alcuni farmaci.
Ad esempio, potrebbe ridurre l'efficacia di anticoagulanti o interagire con terapie per il diabete, dunque è sempre bene chiedere consiglio al medico se si stanno assumendo altri farmaci, per evitare interazioni indesiderate.
Rimedi erboristici
I rimedi causano pochi effetti collaterali, ma è meglio non combinarli con altri sedativi: ad esempio, prendere prodotti fitoterapici e, nello stesso periodo, un farmaco sedativo o una benzodiazepina può accentuare troppo la depressione del sistema nervoso centrale. Inoltre, alcune erbe possono dare allergie o disturbi gastrointestinali in persone sensibili.
La valeriana ad alti dosaggi, ad esempio, è stata associata raramente a mal di testa, agitazione o persino epatotossicità lieve se assunta in quantità eccessive o per periodi prolungati. Anche se naturali, queste sostanze interagiscono col nostro organismo e vanno trattate con lo stesso rispetto di un farmaco tradizionale.
Un'altra considerazione importante è il rischio di dipendenza psicologica. Affidarsi ogni notte alla pastiglia (anche se da banco) può causare un'abitudine mentale per cui senza non ci si sente capaci di dormire.
Questo può peggiorare l'ansia da insonnia, è bene, quindi, usare questi rimedi solo quando necessario, per brevi periodi, cercando di migliorare le abitudini di sonno.
Farmaci per dormire senza ricetta: consigli e precauzioni d’uso
Anche se non serve la ricetta, è saggio chiedere al proprio medico o al farmacista se il prodotto scelto è adatto alla propria situazione.
Chiedere informazioni sul dosaggio corretto e se ci sono controindicazioni legate al proprio stato di salute o ad altri farmaci che si stanno assumendo. Ad esempio, le donne in gravidanza o allattamento dovrebbero evitare di prendere sonniferi da banco senza parere medico, per possibili rischi sul bambino.
Non si deve eccedere con le dosi né con la durata, e si devono rispettare le dosi consigliate sul foglietto illustrativo. Aumentare la dose non sempre migliora il sonno e può solo intensificare gli effetti indesiderati.
Questi prodotti andrebbero usati per periodi brevi (qualche giorno o settimana al massimo). Se l’insonnia persiste per oltre 2-3 settimane, è il caso di consultare un medico invece di aumentare o prolungare l’automedicazione.
Bisogna usare il farmaco solo quando realmente necessario, preferibilmente non tutte le notti di seguito.
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Ad esempio, si può cercare di alternare notti con e senza farmaco, per capire se le abitudini di sonno migliorano e per evitare di creare dipendenza psicologica. I sonniferi da banco sono pensati come soluzione temporanea, non come terapia cronica.
Mai mescolare alcolici e farmaci per dormire: l’alcol può sembrare di aiuto per addormentarsi, ma in realtà peggiora la qualità del sonno e, in combinazione con i farmaci, ne potenzia gli effetti sedativi in modo imprevedibile; ciò aumenta il rischio di ipotensione, vertigini, cadute e depressione respiratoria.
Allo stesso modo, attenzione a non assumere più prodotti sedativi insieme (ad esempio, no a combinare uno sciroppo per la tosse con antistaminico e una pastiglia di valeriana e magari un bicchiere di vino.
Dopo aver preso un sonnifero da banco, non si dovrebbe guidare o svolgere attività che richiedono vigilanza (lavorare con macchinari, salire in posti elevati, etc.).
Ci si deve programmare la serata in modo da poter andare a letto poco dopo l'assunzione del farmaco e dormire un numero sufficiente di ore (idealmente 7-8 ore) per smaltirne gli effetti al risveglio.
Ogni persona può reagire in modo diverso: le prime volte che si assume un nuovo rimedio per dormire, si dovrebbe osservare come ci si sente il giorno successivo.
Se si notano sintomi anomali (stordimento marcato, reazioni allergiche, alterazioni dell'umore, palpitazioni, etc.), si dovrebbe sospendere il prodotto e riferire i sintomi al medico.
Quali sono gli accorgimenti per prevenire l'insonnia?
L'insonnia si può affrontare (e prevenire) anche attraverso modifiche nello stile di vita e buone abitudini, che andrebbero adottate prima di ricorrere ai farmaci o in associazione ad essi.
Ecco alcuni punti chiave di igiene del sonno:
- mantenere orari regolari per coricarsi e svegliarsi, anche nel weekend, per regolare il ritmo sonno-veglia;
- rilassarsi nelle ore serali: ad esempio fare un bagno caldo, bere una tisana (senza caffeina), leggere qualcosa di leggero;
- evitare l'uso di schermi luminosi (smartphone, PC, TV) nell’ora prima di dormire, perché la luce blu inibisce la melatonina naturale;
- assicurarsi che la camera da letto sia un ambiente confortevole: buio, silenzioso, a temperatura moderata. Usare il letto solo per dormire (e attività intime), non per lavorare o guardare la TV, in modo che la mente associ il letto al riposo;
- evitare caffeina e altri stimolanti nel pomeriggio/sera. Limitare anche l'alcool la sera, perché interferisce con le fasi del sonno.
Se l’insonnia è legata ad ansia o pensieri ricorrenti, può aiutare praticare tecniche di rilassamento (respirazione profonda, meditazione, training autogeno) prima di andare a letto.
Questi accorgimenti migliorano la qualità del sonno e possono essere sufficienti a risolvere l'insonnia transitoria.
Per l'insonnia cronica, invece, può essere d'aiuto la terapia cognitivo-comportamentale per l'insonnia (CBT-I), una breve psicoterapia specifica che insegna a ristrutturare i pensieri negativi sul sonno e ad adottare abitudini salutari.
Fonti:
- Journal of Pineal Research - Optimizing the Time and Dose of Melatonin as a Sleep-Promoting Drug: A Systematic Review of Randomized Controlled Trials and Dose−Response Meta-Analysis;
- Advances in Therapy - Standardized Extract of Valeriana officinalis Improves Overall Sleep Quality in Human Subjects with Sleep Complaints: A Randomized, Double-Blind, Placebo-Controlled, Clinical Study;
- The Primary Care Companion for CNS Disorders - Over-the-Counter Agents for the Treatment of Occasional Disturbed Sleep or Transient Insomnia: A Systematic Review of Efficacy and Safety;
- Cochrane Database of Systematic Reviews - Pharmacotherapies for sleep disturbances in dementia