Botulino infantile: bimbo intossicato dal miele. Ecco cosa è successo e come comportarsi

Mattia Zamboni | Seo Content Specialist

Ultimo aggiornamento – 08 Ottobre, 2025

Un bambino che mangia il miele
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Un bambino di appena sei mesi è stato salvato dai medici dell’ospedale pediatrico Giovanni XXIII di Bari dopo essere arrivato in pronto soccorso in condizioni gravissime. I sintomi – pupille paralizzate, debolezza muscolare e scarsa reattività – hanno subito fatto sospettare ai medici un caso di botulismo infantile, una forma rara ma molto pericolosa di intossicazione causata dalla tossina prodotta dal Clostridium botulinum.

Secondo le prime indagini, l’origine del contagio sarebbe miele contaminato che il piccolo aveva ingerito: una sostanza che può contenere spore del batterio e che non deve mai essere somministrata ai bambini sotto un anno di età.

Scopriamo cosa è successo e cosa fare in questi casi.

Il fatto

Tutto è iniziato il 22 settembre, quando il piccolo è stato portato d’urgenza all’ospedale di Bari: le sue condizioni peggioravano rapidamente, con il quadro clinico che indicava una paralisi progressiva tipica del botulismo, che può compromettere anche la respirazione.

I medici hanno, quindi, contattato il Centro Antiveleni di Pavia e l’Istituto Superiore di Sanità, che custodiscono il siero antibotulinico necessario a neutralizzare la tossina.

Il farmaco, però, si trovava a centinaia di chilometri di distanza, quindi la Polizia di Stato si è attivata per un trasporto urgente: un viaggio di oltre 800 chilometri attraverso l’Italia per consegnare il siero il più rapidamente possibile. Nel frattempo, il neonato è stato ricoverato in terapia intensiva neonatale, dove meno di 24 ore dopo la diagnosi ha ricevuto il trattamento salvavita.

In Italia l’antidoto contro il botulino è conservato solo presso il Centro Antiveleni di Pavia, unico riferimento nazionale per la gestione del botulismo. Questa scelta è dovuta a rigide norme sanitarie: il siero richiede condizioni controllate di temperatura, tracciabilità e validità, garantite da strutture certificate e personale specializzato.


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Il Ministero della Salute, insieme al Centro di Pavia, ha stabilito che nessun ospedale può conservarlo autonomamente, salvo eccezioni straordinarie in caso di emergenza – questo al fine di garantire sicurezza, controllo e una distribuzione rapida ed efficace del farmaco in tutto il Paese.

Dopo la somministrazione del siero, le condizioni del bambino hanno iniziato lentamente a migliorare e, il 29 settembre, il piccolo è stato trasferito dalla terapia intensiva a un reparto protetto per riprendere l’allattamento insieme ai genitori. Dopo alcuni giorni di osservazione e cure di supporto, il piccolo è finalmente guarito del tutto e dimesso il 7 ottobre, tornando a casa in buone condizioni.

Le parole dell’esperto

Come detto anche dal Dr. Giuseppe Pingitore – allergologo e pediatra – in questo approfondimento, il miele può essere introdotto solo dopo i 12 mesi di vita: prima di questa età, il sistema digerente del neonato non è ancora sufficientemente sviluppato per gestire in sicurezza eventuali spore batteriche.

Dopo l'anno di età, invece, l'apparato gastrointestinale è maturo e in grado di contrastare la proliferazione delle spore di Clostridium botulinum.

Il pediatra, inoltre, sottolinea che una madre che allatta può mangiare miele senza rischi per il neonato: le spore del botulino non passano nel latte materno.

Il botulismo infantile è una rara ma grave intossicazione alimentare che può colpire i bambini sotto l’anno di età. È causato dalla tossina del Clostridium botulinum, prodotta quando le sue spore, ingerite e attivate nell’intestino del neonato, iniziano a moltiplicarsi.

La tossina agisce sul sistema nervoso, bloccando la trasmissione degli impulsi e causando una debolezza muscolare progressiva.Un bambino che mangia il miele

I sintomi principali includono:

  • ipotonia (flaccidità muscolare);
  • difficoltà a nutrirsi o deglutire;
  • stipsi;
  • palpebre cadenti;
  • pianto debole;
  • riflesso del vomito ridotto;
  • problemi respiratori.

È fondamentale ricorrere subito al controllo medico ai primi segnali: una diagnosi tempestiva e il trattamento ospedaliero con il siero antibotulinico possono portare a una guarigione completa.

Stando, poi, alle linee guida dell’Ospedale Pediatrico IRCCS “Bambino Gesù”, il ricovero ospedaliero è indispensabile nei casi di botulismo infantile, poiché la malattia richiede un monitoraggio costante e interventi tempestivi.

In ospedale è possibile fornire:

  • supporto respiratorio invasivo se necessario;
  • nutrizione artificiale (enterale o parenterale);
  • trattamento delle infezioni secondarie e delle complicanze;
  • somministrazione di immunoglobuline specifiche e, nei primi giorni, antitossina botulinica fornita dal Ministero della Salute.

L’antitossina è efficace solo se somministrata rapidamente, poiché agisce sulla tossina ancora in circolo e non su quella già fissata ai nervi.

Per prevenire il botulismo, si raccomanda di non dare miele ai bambini sotto l’anno, evitare ambienti polverosi e contattare subito il pediatra in caso di difficoltà di suzione, debolezza o stitichezza persistente.

Grazie ai progressi medici, la mortalità è scesa dal 70% di un secolo fa a circa il 5%. La maggior parte dei piccoli pazienti guarisce in settimane o mesi, con un recupero facilitato dalla terapia neuroriabilitativa.

Fonti:

Mattia Zamboni | Seo Content Specialist
Scritto da Mattia Zamboni | Seo Content Specialist

Ho conseguito la laurea in Scienze della Comunicazione con un particolare focus sullo storytelling. Con quasi un decennio di esperienza nel campo del giornalismo, oggi mi occupo della creazione di contenuti editoriali che abbracciano diverse tematiche, tra cui salute, benessere, sessualità, mondo pet, alimentazione, psicologia, cura della persona e genitorialità.

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