Un nuovo dispositivo indossabile, definito “smart body”, è stato sperimentato per monitorare in modo non invasivo i pazienti affetti da Alzheimer che presentano disorientamento spaziale.
Lo studio, sostenuto da Airalzh Onlus nell’ambito del Bando AGYR (Airalzh Grants for Young Researchers), apre prospettive innovative nella gestione quotidiana della malattia e nel supporto a familiari e caregiver.
Il disorientamento spaziale come primo segnale della malattia
Il disorientamento topografico rappresenta uno dei primi sintomi osservabili nei pazienti con Alzheimer. Tale disturbo compromette la capacità del cervello di creare una mappa interna dell’ambiente, rendendo difficile muoversi anche in spazi noti. Le aree cerebrali principalmente coinvolte sono l’ippocampo e la corteccia entorinale, dove operano tre categorie di neuroni:
- neuroni di posizione, attivi in punti specifici dell’ambiente;
- neuroni di griglia, che creano una sorta di reticolo spaziale utile a comprendere dove ci si trova e verso dove ci si sta muovendo;
- neuroni di confine, che si attivano al raggiungimento dei limiti di un ambiente.
Questi meccanismi, compromessi dall’Alzheimer, portano a un disorientamento che spesso rappresenta una delle principali cause di smarrimento e difficoltà nella vita quotidiana.
Lo studio sullo smart body indossabile
A lavorare sul progetto è stato il Dr. Davide Cammisuli, ricercatore Airalzh e docente a contratto presso la Scuola di Specializzazione in Psicologia Clinica dell’Università Cattolica di Milano.
Alla base del progetto vi è una ricerca, pubblicata su rivista scientifica internazionale, che ha evidenziato come i pazienti con lieve decadimento cognitivo mostrino maggiori errori di orientamento e alterazioni del sistema nervoso autonomo durante i test di navigazione.
Il dispositivo testato, indossabile e non invasivo, è dotato di sensori in grado di registrare parametri fisiologici e della marcia.
Lo smart body ha mostrato la capacità di rilevare modificazioni neurovegetative a carico del sistema simpatico associate al disorientamento. Inoltre, ha permesso di evidenziare alterazioni della cognizione spaziale in pazienti con lieve declino cognitivo e biomarcatori per la malattia di Alzheimer.
I test sono stati effettuati sia in simulazioni computerizzate sia in percorsi urbani reali, offrendo una panoramica completa sul comportamento dei pazienti in contesti differenti e mettendo in luce l’efficacia dello strumento nel cogliere i segnali precoci di smarrimento.
Sicurezza e monitoraggio continuo
Uno degli aspetti più innovativi dello smart body riguarda la possibilità di monitoraggio da remoto. Il dispositivo integra sistemi GPS e soglie di alert che consentono di inviare messaggi istantanei al paziente, guidandolo verso la propria abitazione o punto di partenza in caso di disorientamento.
Questa funzione, oltre a garantire maggiore sicurezza al paziente, offre un supporto concreto ai caregiver, riducendo i rischi legati allo smarrimento e alleggerendo il carico emotivo e organizzativo delle famiglie. Come sottolineato dal Dr. Cammisuli, lo smart body può diventare uno strumento prezioso sia per i clinici sia per chi si prende cura dei malati.
L’impegno di Airalzh per i giovani ricercatori
Il progetto rientra nelle iniziative finanziate dal Bando AGYR, con cui Airalzh Onlus sostiene la ricerca condotta da giovani studiosi in Italia.
Questi lavori testimoniano la centralità della ricerca scientifica nella lotta contro una malattia che, secondo le stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, interessa oltre 55 milioni di persone nel mondo e per cui non esistono ancora cure definitive.
In Italia, secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, i malati sono più di 1 milione, con un impatto crescente sia a livello sanitario che sociale.
La perdita di orientamento e le difficoltà cognitive non rappresentano solo un ostacolo per la vita quotidiana, ma aumentano anche i costi assistenziali, incidendo pesantemente sul sistema sanitario e sulle famiglie.
Tecnologie innovative come lo smart body potrebbero quindi avere un ruolo cruciale nel contenere tali ricadute.
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Prospettive future
L’introduzione di dispositivi indossabili come lo smart body apre scenari promettenti per la gestione clinica e quotidiana dei pazienti con Alzheimer. La possibilità di rilevare precocemente i segnali di disorientamento e di intervenire con sistemi di supporto immediato potrebbe migliorare la qualità della vita dei pazienti e favorire una maggiore serenità dei caregiver.
Il passo successivo sarà quello di validare i dati su campioni più ampi e sviluppare ulteriormente la tecnologia per una futura applicazione clinica su larga scala. Se i risultati saranno confermati, lo smart body potrebbe diventare un alleato fondamentale nella diagnosi precoce e nel monitoraggio della malattia di Alzheimer.
Fonti:
- Airalzh Grants for Young Researchers - Exploring to Remediate Behavioral Disturbances of Spatial Cognition in community-dwelling Senior Citizens with Mild Cognitive Impairment by innovative technological apparatus
- PubMed - Behavioral Disorders of Spatial Cognition in Patients with Mild Cognitive Impairment due to Alzheimer's Disease: Preliminary Findings from the BDSC-MCI Project