Aiutare chi aiuta: l’iniziativa dell’Oms per sostenere chi si prende cura degli altri

Emanuela Spotorno | Editor

Ultimo aggiornamento – 30 Ottobre, 2025

caregiver pettina signora anziana

Ogni giorno, in Italia e in Europa, milioni di persone si prendono cura di un genitore anziano, di un coniuge malato, di un familiare fragile, lo fanno per amore, per senso di responsabilità o perché non ci sono alternative. 

Sono i caregiver informali, un esercito silenzioso che regge parte del sistema di welfare, spesso senza riconoscimenti, tutele o formazione.

Per loro, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) ha lanciato un corso online gratuito per imparare a prendersi cura in modo consapevole e, soprattutto, per imparare a non dimenticare sé stessi.

Un’iniziativa per “aiutare chi aiuta”

Il programma, disponibile sulla piattaforma WHO Academy, nasce in collaborazione con la Commissione Europea, Eurocarers, lo Swedish Family Care Competence Centre dell’Università di Linnaeus e il National Institute on Health and Sciences of Ageing (Italia).

L’obiettivo è duplice: offrire competenze pratiche per l’assistenza quotidiana e strumenti per la tutela del benessere psicologico e fisico del caregiver. Il corso è strutturato in due moduli:

  • Cura dell'altro, che fornisce indicazioni concrete su come gestire la mobilità, l’igiene personale, l’alimentazione e la stimolazione cognitiva della persona assistita;
  • Cura di sè, dedicato al benessere di chi assiste: come affrontare lo stress, prevenire l’esaurimento, conciliare lavoro, famiglia e cura.

I contenuti sono proposti in modo interattivo con video, quiz, schede pratiche e sono accessibili a tutti. Al momento il corso è disponibile in inglese, ma presto sarà tradotto in altre lingue.

Un impegno invisibile ma fondamentale

Secondo i dati di Eurocarers, in Europa oltre 80 milioni di persone si occupano in modo non professionale di familiari o amici con bisogni di assistenza. In Italia si stimano circa 7,3 milioni di caregiver informali, di cui la maggioranza donne tra i 45 e i 65 anni.

Un compito che, se da un lato rafforza i legami familiari, dall’altro espone a rischi elevati di stress, isolamento e problemi di salute

Studi condotti dal National Institute on Health and Sciences of Ageing mostrano che più del 60% dei caregiver riferisce sintomi di ansia o depressione, e circa il 40% riduce o lascia il lavoro per dedicarsi completamente alla cura.

L’Oms sottolinea che «per prendersi cura degli altri, è necessario imparare a prendersi cura di sé stessi». Non si tratta solo di formazione, ma di riconoscimento sociale e dignità: un passo concreto verso una società più consapevole e solidale.


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La formazione come strumento di prevenzione

Offrire strumenti formativi ai caregiver significa promuovere salute pubblica. La preparazione sulle corrette tecniche di assistenza può ridurre il rischio di infortuni, migliorare la qualità della vita della persona assistita e, al tempo stesso, prevenire il burnout di chi assiste.

In un contesto come quello italiano, segnato dall’invecchiamento demografico e dalla crescente prevalenza di malattie croniche, formare i caregiver significa rafforzare il sistema sanitario e garantire continuità nelle cure domiciliari.

Il corso dell’Oms rappresenta un segnale di cambiamento: riconoscere il valore umano e sociale di chi dedica il proprio tempo e la propria energia al benessere degli altri.
Aiutare chi aiuta” non è solo uno slogan, ma una necessità concreta per costruire comunità più sane, inclusive e solidali.

Fonti:

Emanuela Spotorno | Editor
Scritto da Emanuela Spotorno | Editor

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