Acufene: due nuove caratteristiche che aiutano a valutarne la gravità

Mattia Zamboni | Seo Content Specialist

Ultimo aggiornamento – 21 Agosto, 2025

Giovane donna che si tocca l’orecchio per il disturbo da acufene.
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I ricercatori del Mass General Brigham, in Massachusetts (USA), hanno analizzato le risposte involontarie del volto al fine di identificare la gravità dei sintomi degli acufeni.

Scopriamo i dettagli dello studio, pubblicato sulla rivista Science, e a quali conclusioni è giunto.

Lo studio

Il team di ricerca ha confrontato 47 persone con acufeni o ipersensibilità ai suoni con soggetti che non soffrivano di nessuna di queste due condizioni, cercando di verificare se determinati rumori potessero suscitare risposte inconsce o involontarie – soprattutto nelle espressioni facciali – in grado di oggettivare la gravità dei disturbi sopracitati.

Proprio per questo, i ricercatori hanno registrato i volti dei partecipanti mentre ascoltavano vari suoni emotivamente evocativi, come musica o emissioni sonore sgradevoli di animali.

Utilizzando un software basato sull'intelligenza artificiale, hanno poi rilevato i movimenti facciali involontari rapidi e impercettibili – contrazioni delle guance, delle sopracciglia o delle narici – correlati ai livelli di disagio da acufene segnalati.

La ricerca nasce dall’esigenza di trovare metodi per misurare la presenza di acufeni cronici, una percezione soggettiva e persistenti di ronzii, fischi o schiocchi nelle orecchie, e di iperacusia, una condizione in cui suoni che per la maggior parte delle persone sono ben tollerati diventano fastidiosi. Si è partiti dall’ipotesi che chi soffre di acufene debilitante si cronicamente in stato di allerta e reagisce ai suoni quotidiani come se fossero minacce.

Come prima cosa, gli scienziati hanno monitorato l'attività elettrica nel cervello  per determinare come l'attività neurale aumenti con l'intensità di un suono. Questo fenomeno prende il nome di “guadagno neurale uditivo centrale”: si è scoperto che le persone con disturbi dell'udito ne presentavano, in media, un valore più elevato rispetto alle persone con udito normale.

Ciononostante, il guadagno neurale centrale non è correlato alla gravità dei sintomi misurata tramite questionari standard.

Ma perché importante facilitare la diagnosi di acufene, ottimizzandone, quindi, anche le terapie? Secondo uno studio dell’Università di Harvard, questo disturbo è associato a una perdita di funzionalità del nervo acustico in assenza di un deficit uditivo conclamato.

I risultati

La misurazione ha dimostrato che la dilatazione delle pupille e i movimenti facciali possono variare in base al fastidio che si prova ad ascoltare determinati suoni.

Ad esempio, il team è stato in grado di identificare i minimi movimenti facciali involontari che si verificano in risposta ai suoni: 

  • quelli piacevoli suscitavano movimenti intorno agli angoli della bocca;
  • quelli spiacevoli attivavano la contrazione dei muscoli intorno agli occhi e frontali.

Il dato rilevante è che i movimenti facciali tendevano ad essere meno pronunciati nei partecipanti con disturbi dell'udito e riflettono in maniera precisa i risultati dei questionario sulla gravità soggettiva dell'acufene distribuito prima del test.

Inoltre, i partecipanti con disturbi dell'udito hanno presentato una maggiore dilatazione delle pupille per tutti i suoni – rispetto a quelli con udito normale – e questa era correlata alla gravità dei sintomi.

I risultati, dunque, suggeriscono che nelle persone con acufene e iperacusia l'alterazione dell'elaborazione del suono provoca risposte fisiopatologiche inconsce: tali risultati sono stati raggiunti senza l’utilizzo di scanner cerebrali altamente specializzati e altrettanto costosi – al contrario, l'approccio è stato relativamente poco tecnologico.

Il principale limite dello studio era il numero ristretto dei partecipanti: per dimostrare i potenziali utilizzi del loro approccio basato sui video, i ricercatori hanno dovuto escludere molti individui con problemi concomitanti come perdita dell'udito, età avanzata o problemi di salute mentale, comunemente associati all'acufene complesso e grave. La ricerca futura mirerà a includere questi soggetti più a rischio.

Fonti:

  • ScienceObjective autonomic signatures of tinnitus and sound sensitivity disorders
  • Scientific ReportsEvidence of cochlear neural degeneration in normal-hearing subjects with tinnitus
Mattia Zamboni | Seo Content Specialist
Scritto da Mattia Zamboni | Seo Content Specialist

Ho conseguito la laurea in Scienze della Comunicazione con un particolare focus sullo storytelling. Con quasi un decennio di esperienza nel campo del giornalismo, oggi mi occupo della creazione di contenuti editoriali che abbracciano diverse tematiche, tra cui salute, benessere, sessualità, mondo pet, alimentazione, psicologia, cura della persona e genitorialità.

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